Marano Lagunare è un paesino che sorge
tra terra e acqua nell’omonima laguna friulana. Questa cittadina
riflette la memoria della sua storia attraverso l’abitato. Le vie e
le calli portano il nome dei fatti più salienti e dei personaggi che
più hanno influito sul corso degli eventi e anche dagli edifici
storici emergono elementi della tradizione.
Il nome ha origini romane: Marano
infatti nacque in seguito alla fondazione di Aquileia avvenuta nel
181 a.C., con l’affidamento delle località ad alcune famiglie
romane mandate alla colonia. La Famiglia di Mario fu la prima
proprietaria di questo luogo, da cui il nome originario Marianum. In
memoria della sua origine rimane il nome portato dalla piazzetta
centrale di Marano, Piazza Marii.
I primi riferimenti letterari di questo
paese di pescatori si trovano all’interno del terzo volume dell’
”Historia Longobardorum” di Paolo Diacono del 1239 dove “Mariani”
era il luogo di un sinodo tenutosi nel 590 d.C. Questo testimonianza
suggerisce che già all’epoca l’abitato avesse uno sviluppo tale
da possedere un luogo santo adeguato a un incontro episcopale così
rilevante e di altre strutture atte ad accogliere i vescovi che ne
presero parte. Raffigurativa è il tal senso via Sinodo, via
principale di Marano, da cui si snodano poi tutte le calli e le vie
minori.
Dovettero passare poi molti anni prima
di ritrovare nuovamente il paese di Marano all’interno di un
documento. È nel “Privilegium Poponis” del 1031 che si
testimonia di un evento che segnerà poi il futuro di questa città.
Con questo atto, dopo averla dotata di alti bastioni e robuste mura
per elevarla da semplice villa romana a una delle città fortificate
più importanti della difesa patriarcale, il patriarca Popone la
donava al capitolo di Aquileia. Durante il dominio patriarcale
Marano fu colpita più volte da attacchi diretti dalla città di
Venezia, che voleva ardentemente impadronirsi della fortezza. La
Serenissima spedì più flotte all’attacco di Marano nel corso del
XIII e XIV secolo ma senza mai riuscire a conquistarla in modo
stabile . Solo nel 1380, durante la “guerra di Chioggia”,
l’ammiraglio Carlo Zeno (oggi una delle calli maranesi porta il suo
nome) riuscì ad assediare a lungo questa fortezza, ma le flotte
patriarcali approfittando di un suo momento di debolezza, cacciarono
le navi veneziane. Dopo l’ennesimo tentativo fallito, la
Serenissima decise di intraprendere una grande campagna militare per
l’invasione del Friuli iniziata nel 1418. Il crollo tempestivo
delle città più importanti sotto il nuovo dominio, spinse anche il
Patriarca di Aquileia, sentitosi indifeso, a fuggire in Germania.
Solo dopo due anni Venezia riuscì a conquistare anche Udine. Marano,
non potendo più contare sul potere patriarcale, si concesse a
Venezia.
La Serenissima Repubblica esercitò a
lungo la sua giurisdizione su Marano. Il periodo compreso tra il 1420
e il 1797 venne spesso ricordato come “l’età d’oro” della
magnifica comunità maranese. Nonostante il nome, nemmeno questi anni
furono del tutto privi di lotte e invasioni nella fortezza: i primi a
disturbare la quiete della comunità furono i turchi, fermati però
dall’armata maranese nel 1472 (questo evento viene ricordato con
Largo Turchia). Seguirono a distanza di pochi anni le forze
imperiali, che sotto il comando di Cristoforo Frangipane, riuscirono
a conquistare la fortezza, governandovi per diversi anni . Queste
ultime vennero spodestate solo nel 1542, quando grazie all’inganno
architettato da tre mercenari la città di Marano fu in breve tempo
riconsegnata nelle mani della Serenissima.
Negli ultimi anni del 1500 la
Serenissima iniziò il suo declino e con essa anche tutte le città
sotto il suo dominio. Ne risentì anche Marano con il deteriorarsi
delle sue mura non più sottoposte a opere di manutenzione. Quando
nel corso dell’800 si susseguirono diverse epidemie, le mura
vennero viste come un acceleratore di questi eventi, fin tanto che il
sindaco Rinaldo Olivotto ordinò nel 1890, per la pubblica salute, di
abbatterle. Questo fatto per quanto nefando, ha permesso però di
portare alla luce, seppur per breve tempo, i resti di una chiesa
romana sotto al bastione nord del paese. È proprio sul limitare del
perimetro delle antiche mura che una piazzetta porta il nome di R.
Olivotto.
Si giunge così ai nostri giorni:
Marano è oggi una cittadina che mostra in ogni suo angolo la sua
storia, le sue tradizioni, il suo antico legame al territorio e a ciò
che esso offre. Quest’aria di antica bellezza si respira non solo
nel centro storico, ma anche nelle acque della laguna e nelle sue
isole, dove ancora giacciono nascosti antichi segreti.
Valentina Anastasia
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