sabato 1 febbraio 2020

Passeggiata nella storia di Marano


Marano Lagunare è un paesino che sorge tra terra e acqua nell’omonima laguna friulana. Questa cittadina riflette la memoria della sua storia attraverso l’abitato. Le vie e le calli portano il nome dei fatti più salienti e dei personaggi che più hanno influito sul corso degli eventi e anche dagli edifici storici emergono elementi della tradizione.
Il nome ha origini romane: Marano infatti nacque in seguito alla fondazione di Aquileia avvenuta nel 181 a.C., con l’affidamento delle località ad alcune famiglie romane mandate alla colonia. La Famiglia di Mario fu la prima proprietaria di questo luogo, da cui il nome originario Marianum. In memoria della sua origine rimane il nome portato dalla piazzetta centrale di Marano, Piazza Marii.
I primi riferimenti letterari di questo paese di pescatori si trovano all’interno del terzo volume dell’ ”Historia Longobardorum” di Paolo Diacono del 1239 dove “Mariani” era il luogo di un sinodo tenutosi nel 590 d.C. Questo testimonianza suggerisce che già all’epoca l’abitato avesse uno sviluppo tale da possedere un luogo santo adeguato a un incontro episcopale così rilevante e di altre strutture atte ad accogliere i vescovi che ne presero parte. Raffigurativa è il tal senso via Sinodo, via principale di Marano, da cui si snodano poi tutte le calli e le vie minori.
Dovettero passare poi molti anni prima di ritrovare nuovamente il paese di Marano all’interno di un documento. È nel “Privilegium Poponis” del 1031 che si testimonia di un evento che segnerà poi il futuro di questa città. Con questo atto, dopo averla dotata di alti bastioni e robuste mura per elevarla da semplice villa romana a una delle città fortificate più importanti della difesa patriarcale, il patriarca Popone la donava al capitolo di Aquileia. Durante il dominio patriarcale Marano fu colpita più volte da attacchi diretti dalla città di Venezia, che voleva ardentemente impadronirsi della fortezza. La Serenissima spedì più flotte all’attacco di Marano nel corso del XIII e XIV secolo ma senza mai riuscire a conquistarla in modo stabile . Solo nel 1380, durante la “guerra di Chioggia”, l’ammiraglio Carlo Zeno (oggi una delle calli maranesi porta il suo nome) riuscì ad assediare a lungo questa fortezza, ma le flotte patriarcali approfittando di un suo momento di debolezza, cacciarono le navi veneziane. Dopo l’ennesimo tentativo fallito, la Serenissima decise di intraprendere una grande campagna militare per l’invasione del Friuli iniziata nel 1418. Il crollo tempestivo delle città più importanti sotto il nuovo dominio, spinse anche il Patriarca di Aquileia, sentitosi indifeso, a fuggire in Germania. Solo dopo due anni Venezia riuscì a conquistare anche Udine. Marano, non potendo più contare sul potere patriarcale, si concesse a Venezia.
La Serenissima Repubblica esercitò a lungo la sua giurisdizione su Marano. Il periodo compreso tra il 1420 e il 1797 venne spesso ricordato come “l’età d’oro” della magnifica comunità maranese. Nonostante il nome, nemmeno questi anni furono del tutto privi di lotte e invasioni nella fortezza: i primi a disturbare la quiete della comunità furono i turchi, fermati però dall’armata maranese nel 1472 (questo evento viene ricordato con Largo Turchia). Seguirono a distanza di pochi anni le forze imperiali, che sotto il comando di Cristoforo Frangipane, riuscirono a conquistare la fortezza, governandovi per diversi anni . Queste ultime vennero spodestate solo nel 1542, quando grazie all’inganno architettato da tre mercenari la città di Marano fu in breve tempo riconsegnata nelle mani della Serenissima.
Negli ultimi anni del 1500 la Serenissima iniziò il suo declino e con essa anche tutte le città sotto il suo dominio. Ne risentì anche Marano con il deteriorarsi delle sue mura non più sottoposte a opere di manutenzione. Quando nel corso dell’800 si susseguirono diverse epidemie, le mura vennero viste come un acceleratore di questi eventi, fin tanto che il sindaco Rinaldo Olivotto ordinò nel 1890, per la pubblica salute, di abbatterle. Questo fatto per quanto nefando, ha permesso però di portare alla luce, seppur per breve tempo, i resti di una chiesa romana sotto al bastione nord del paese. È proprio sul limitare del perimetro delle antiche mura che una piazzetta porta il nome di R. Olivotto.
Si giunge così ai nostri giorni: Marano è oggi una cittadina che mostra in ogni suo angolo la sua storia, le sue tradizioni, il suo antico legame al territorio e a ciò che esso offre. Quest’aria di antica bellezza si respira non solo nel centro storico, ma anche nelle acque della laguna e nelle sue isole, dove ancora giacciono nascosti antichi segreti.
Valentina Anastasia


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