In un periodo di grande difficoltà una storia che sembra una favola:
Michelangelo Guglielmetti, imprenditore milanese che da anni vive in Asia,
sceglie Matteo Cunsolo, maestro panificatore di Parabiago
per realizzare il suo sogno italiano a Hong Kong:
far conoscere la qualità e l’eccellenza dell’artigianalità made in Italy
Guglielmetti: «Ad Hong Kong, tra virus e proteste,
molte persone hanno iniziato a cucinare a casa;
ciò ha creato una crescente richiesta di prodotti di qualità
e interesse per metodi di cucina sani e alternativi»
La storia è un esempio di come, in questo momento difficile,
sia possibile trasformare una crisi in una opportunità
Cunsolo: «È la prima volta che esportiamo all’estero.
Spero che questa storia sia da esempio a molti artigiani:
dobbiamo fare rete, creare nuove sinergie
per ricostruire un futuro che sembra essersi fermato
ed invece è soltanto lì che ci aspetta»
Sembra quasi una favola di Natale. E in questo periodo sappiamo quanto c’è bisogno di un po’ di magia per portare speranza in un futuro che sembra essersi fermato. Parabiago e Hong Kong non sono mai state così vicine. L’elemento, o meglio il prodotto che avvicinerà questi due luoghi agli opposti del mondo, è il panettone tradizionale artigianale milanese.
A qualcuno potrebbe sembrare tutto normale se non fosse che i due protagonisti di questa storia, l’imprenditore Michelangelo Guglielmetti e il maestro panificatore Matteo Cunsolo non si conoscevano e non si sono mai visti; c’è da dire, inoltre, che Cunsolo esporta per la prima volta in assoluto all’estero; infine, bisogna considerare che tutto accade in un delicatissimo periodo di emergenza sanitaria mondiale con una pandemia in atto ed è proprio la situazione mondiale a rappresentare l’elemento cardine di questa storia. Guglielmetti ha saputo cogliere, in un delicato periodo di crisi, un’opportunità per inseguire il suo sogno.
Michelangelo Guglielmetti è un imprenditore originario di Milano e lavora in Asia dal 2001. Ha iniziato l’attività professionale in Corea, poi tanta, tantissima Cina, infine Hong Kong che è diventata per lui la sua seconda casa. Viaggia tra Malesia, Vietnam, Taiwan e Giappone. Il sogno che insegue da tempo è di portare il made in Italy in quell’area geografica così diversa per cultura, storia, regole economiche e sociali.
Matteo Cunsolo è maestro panificatore, Presidente dell’Associazione Panificatori di Confcommercio di Milano e Province, segretario Richemont Club Italia, ed ha il suo laboratorio “La Panetteria” a Parabiago, nell’hinterland milanese, avviato assieme alla mamma Antonia Orru, nel 2003. Cunsolo ha numerose esperienze di formazione all’estero tra le quali il corso di formazione ospitato al Nkuht National Kaohsiung University of Hospitality and Tourism di Kaohsiung, vicino a Taiwan, e il corso di formazione dedicato al pandoro e al panettone svolto a Tokyo e Osaka, in Giappone, dove affiancò il maestro panificatore Piergiorgio Giorilli. «La nostra produzione è concentrata soprattutto nei mesi di novembre, dicembre. Questa è la prima volta che esporto all’estero ed è una grande emozione, perché – continua il maestro - è sempre stato il mio sogno quello di esportare in questo paese, dove la popolazione ha un profondo rispetto per la panificazione e i prodotti da forno in generale».
Michelangelo spiega com’è nato il suo progetto «Ad Hong Kong, tra virus e proteste, molte persone hanno iniziato a cucinare a casa; questo ha creato una crescente richiesta di prodotti di qualità e molto interesse per i metodi di cucina sani e alternativi». Da qui ha preso forma il sogno di Michelangelo, iniziato qualche anno fa e portato avanti assieme ad un team di lavoro, di importare in Asia alcuni prodotti artigianali made in Italy. «Stiamo cercando di educare a seguire la dieta mediterranea, insegnando la differenza tra prodotti alimentari (mediterranei) artigianali e prodotti d’industria. Proprio riguardo ai prodotti artigianali ritengo ci sia un ampio spazio per lavorare bene e dare valore ai prodotti artigianali italiani».
«Faccio l'imprenditore - spiega - e quando sono sbarcato qui avevo 26 anni. Da quel momento è stato un continuo creare, provare, sbagliare, montare, smontare e rimontare per poi ritentare». Non è facile lavorare in Asia: mentalità, cultura, regole economico-sociali differenti… Però Michelangelo non ha mai mollato. «Ho iniziato commerciando con prodotti di elettronica che facevo produrre in Korea e vendevo in Italia e in qualche altro paese Europeo. Ora la mia principale attività è la consulenza aziendale». Principalmente Michelangelo si occupa dello sviluppo di attività per imprenditori che, con la loro artigianalità e il loro saper fare, danno un valore unico a ciò che producono. Tra le varie attività ha fondato La Vin Group, azienda che si occupa di distribuzione di prodotti alimentati ad Hong Kong e in Cina.
Cunsolo e Guglielmetti non si conoscevano. È accaduto tutto tramite passaparola. «Stavo cercando un produttore di nicchia del vero panettone tradizionale artigianale milanese, per avere un prodotto speciale con cui lanciare un nuovo negozio online a Hong Kong sotto Natale». Michelangelo stava quasi per gettare la spugna perché, nonostante i numerosi tentativi, nessuno degli imprenditori interpellati gli aveva dato retta. Durante una telefonata si confidò con la sorella che vive alle porte di Milano, la quale aveva avuto la possibilità di assaggiare personalmente il panettone artigianale milanese di Cunsolo.
«Marion, mia sorella, conosce la qualità dei panettoni di Matteo. È stata lei a consigliarmi di prendere contatto. Ho fatto un piccolo check sul web ed ho visto che comunque c’era molto materiale su di lui e sulla sua attività: dal panettone solidale al riciclo del panettone, dal pane blu pantone in occasione della Milano Fashion Week alle consegne a domicilio durante il lockdown. Matteo rispecchiava proprio ciò di cui avevo bisogno: un artigiano legato alle tradizioni, rispettoso del passato, ma proiettato al futuro».
L’elemento determinante per la scelta: «Il prodotto è esattamente quello che cercavo: il panettone artigianale tradizionale di Milano di alta qualità. L’artigianalità pura rappresenta un quid in più rispetto a quello che all'inizio mi ero prefissato, significa meno quantità, ma va benissimo».
Michelangelo e Matteo si sono confrontati tramite whatsapp, hanno comunicato via email, messaggi e videochiamate. «Ci siamo capiti al volo. È un artigiano sì, ma direi un vero artigiano 2.0 con esperienza internazionale, imprenditorialità e soprattutto “sta sul pezzo” che è quello che manca a tanti purtroppo. Ci sta che sia la prima volta in assoluto che esporta, ma a questo ci pensiamo noi. Per esperienza posso dire che l'importante è fare bene le cose nel dettaglio e sapersi sincronizzare, il resto poi viene». Cunsolo è molto attento alla tradizione, ma ha un occhio di riguardo per la ricerca: «Rispetto profondamente la tradizione e la scelta della materia prima per me è fondamentale. Oltre al panettone e al pandoro produciamo il “panettone solidale ai 4 cioccolati” (la metà del ricavato è destinata all’Associazione Onlus “La Ruota” di Parabiago che si occupa di persone disabili). Quest’anno ho lanciato differenti linee di produzione. Saranno disponibili anche i panettoni da 750 grammi con materia prima differente: al pistacchio e cioccolato bianco, al cioccolato, al mandorlato, al marron glacé, all’amaretto, ai fichi del cilento e noci, al marzapane e arancio».
Era previsto un evento di presentazione a Hong Kong martedì 8 dicembre, ma a causa delle recenti nuove restrizioni in Cina su bar, ristoranti ed eventi la presentazione sarà riprogrammata. Intanto i panettoni di Matteo Cunsolo saranno pubblicati nello shop online www.eathic.hk.
«La collaborazione con Cunsolo, e l’asse Parabiago - Hong Kong, sono un segnale forte per tutti. In Italia vedo un’ecatombe di SME (ovvero micro, small and medium-sized enterprises le nostre piccole e media imprese, ndr) a vantaggio delle grandi aziende. Forse è il momento giusto per riprovare a fare qualcosa con gli italiani e, allo stesso tempo, dare una mano in un momento difficile», è l’augurio di Michelangelo.
«Spero che questa storia possa essere un esempio per molti artigiani e colleghi - conclude Matteo Cunsolo – Personalmente ho avuto la fortuna di “conoscere”, anche se solo virtualmente, un imprenditore chiaro, leale, e ringrazio Michelangelo per aver creduto in me. Però ciascuno di noi ha un ruolo fondamentale: nulla è più come prima. Dobbiamo fare rete, creare nuove sinergie per ricostruire un futuro che sembra essersi fermato, invece è soltanto lì che ci aspetta».
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