giovedì 10 dicembre 2020

Dalla sabbia, opere in vetro a cura di BUILDING in collaborazione con Jean Blanchaert ottobre 2019 – gennaio 2021 Undicesimo e dodicesimo artista Dal 12 dicembre 2020 Massimo Micheluzzi L’ossessione dell’architetto, 2020 Torre Italiana, 2020 Simone Crestani Tensione Estetica, 2017

 

BUILDINGBOX

via Monte di Pietà 23, Milano

Visibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7

www.building-gallery.com

 

Michele De Lucchi, Antares, 1983 | vetro soffiato, h 48 cm | Photo credit – Pariano Angelantonio, courtesy Memphis S.r.l | Memphis Milano collection

Massimo Micheluzzi

L’ossessione dell’architetto, 2020, vetro soffiato e scolpito, 28 x 28 cm

Torre Italiana, 2020, vetro soffiato e scolpito, 38 x ⌀ 22 cm

Dopo Ettore Sottsass e Michele De Lucchi, dal 12 dicembre BUILDINGBOX conclude il progetto espositivo annuale Dalla sabbia, opere in vetro con l’ultimo confronto - dedicato al vetro artistico contemporaneo - fra due diverse generazioni di artisti, presentando Massimo Micheluzzi e Simone Crestani. Le opere saranno visibili giorno e notte dalla vetrina di via Monte di Pietà 23.

 

Massimo Micheluzzi (Venezia, 1957) è storico dell’arte. Per molti anni lavora nella galleria antiquaria di famiglia e sin da giovanissimo frequenta la famiglia Venini: anche grazie a loro, è da sempre un grande amante del vetro. Alla fine del secolo scorso, data la profonda conoscenza delle tecniche di lavorazione del vetro artistico, decide di cimentarsi in prima persona con questa materia. I risultati, da subito straordinari, portano Micheluzzi a essere conosciuto in tutto il mondo: ha esposto a Parigi, Londra e New York, dove Barry Friedman gli ha dedicato più esposizioni. Il suo lavoro è in continua evoluzione.

In quest’occasione, l’artista presenta due sculture in vetro soffiato che ricordano delle maquettes di architettura. L’opera verticale, Torre Italiana, risente dell’influenza di due architetture di New York: il Solomon R. Guggenheim Museum di Frank Lloyd Wright e il New Art Museum progettato dallo studio SANAA Architects (Kazuyo Sejima e Ryue Nishizwa). L’opera dodecagonale, intitolata L’ossessione dell’architetto, è invece ispirata ai solidi platonici (Grecia, III-II secolo a.C.) e al De Divina Proportione di fra Luca Pacioli, trattato pubblicato a Venezia nel 1509 e illustrato da Leonardo Da Vinci.

 

Simone Crestani (Marostica, 1984) ha appreso le tecniche del vetro a lume dal suo maestro, Massimo Lunardon, all’interno della bottega di San Giorgio di Perlena, nel vicentino. Il padre è un virtuoso coltivatore di bonsai: la continua visione di questi alberi in miniatura, capaci di trasmettere tutta la potenza e la magnificenza della natura, ha affascinato Crestani al punto di influenzarne la ricerca. La sera, dopo il lavoro, l’artista studiava come fondere fra loro la tecnica di lavorazione del vetro a lume e l’amore per i bonsai, creando alberi vitrei, trasparenti e luminosi (querce, aceri, cipressi, ginepri, pini e ulivi).

Oggi Crestani è considerato uno dei più grandi artisti al mondo in questa tecnica, che ha insegnato anche al Corning Museum of Glass di New York per più semestri: essa comprende l’utilizzo di una fiamma di un cannello e di un tubo di vetro borosilicato. L’opera esposta, Tensione Estetica, rappresenta un albero sradicato che sembra divincolarsi dalle corde che lo trattengono: la natura, per quanto costretta dall’intervento umano, vince sempre.

Ettore Sottsass, Alioth, 1983 | vetro soffiato, h 48 cm | Photo credit – Pariano Angelantonio, courtesy Memphis S.r.l | Memphis Milano collection

Simone Crestani

Tensione Estetica, 2017, vetro borosilicato lavorato a lume, corda, 140 x 60 cm

Ph. Alberto Parise

BUILDINGBOX dedica la stagione 2019-2020 al vetro contemporaneo con il progetto Dalla sabbia, opere in vetro, un ciclo espositivo in 12 appuntamenti con cadenza mensile a cura di BUILDING, in collaborazione con Jean Blanchaert.

 

L’undicesimo e il dodicesimo artista sono Massimo Micheluzzi e Simone Crestani con tre opere in dialogo tra loro nello spazio della vetrina.

 

Dalla sabbia, opere in vetro è il titolo scelto per evocare l’alchimia dell’affascinante processo di creazione di questo materiale, dalla sabbia, con l’aria, per mezzo del fuoco. Opere firmate da artisti contemporanei che hanno scelto di confrontarsi con le possibilità che offre questo materiale. Sperimentazioni che rendono esemplari e preziose le opere in mostra, in quanto progettate da artisti che nella loro pratica utilizzano tecniche differenti e talvolta distanti dalle caratteristiche peculiari del vetro. Questo progetto nasce dalla volontà di BUILDING di approfondire la ricerca degli artisti includendo oltre alle produzioni più note, aspetti e sperimentazioni insolite.

Una relazione creatrice stretta tra il pensiero dell’artista e la mano dei maestri vetrai. Il vetro, materiale facilmente modellabile da mani esperte, prende forme “fragili” per continuare a legarsi alla tradizione artistica del passato e al contempo aprendosi a una prospettiva formale ripensata a partire da suggestioni estetiche contemporanee. Filo conduttore del progetto sono le stesse opere, inserite in una storia secolare e in un fare antico, testimoni di una precisa alchimia di elementi messa a punto 4000 anni fa dalla civiltà fenicia, e che ancora oggi offrono infinite possibilità formali.

Per 12 mesi una sequenza di opere e artisti si articolerà nella vetrina indipendente, visibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, scandendo il ritmo del tempo e innescando un’ampia riflessione sulla predominanza del tempo sullo spazio.

Cenni biografici

 

Massimo Micheluzzi (Venezia, 1957) è entrato nel mondo del vetro alla fine degli anni Settanta in qualità di giovane fotografo per la rinomata vetreria Venini: un'esperienza straordinaria che nel tempo si rivelerà determinante.

Dopo un lungo e proficuo apprendistato in fornace, Micheluzzi inizia il suo percorso personale alla fine degli anni Novanta. Da allora il suo lavoro si è evoluto costantemente mentre continua a esplorare nuovi modi di padroneggiare il materiale, pur rimanendo sempre "fedele" alla natura del vetro. Lavorando al fianco del suo maestro vetraio, Massimo Micheluzzi utilizza le tecniche che hanno definito la tradizione muranese, intervenendo direttamente su ogni fase del processo creativo. Sforzandosi di bilanciare tradizione e innovazione, applica questi antichi mestieri per ottenere un'estetica unica e moderna.

Il lavoro di Micheluzzi è profondamente radicato nella vita e nella storia della città di Venezia ed è costantemente ispirato dall’architettura e dal paesaggio acquatico del suo territorio. Il suo eclettico corpus si sposta tra forme fluide e organiche, trasparenze iridescenti e superfici intagliate opache, nonché elaborate combinazioni di colori, motivi a mosaico e forme scultoree.

Lo studio e la galleria Massimo Micheluzzi si trovano a Venezia.

Le sue opere sono state esposte in città di tutto il mondo e sono conservate in musei internazionali e in prestigiose collezioni pubbliche e private, come: il Metropolitan Museum of Art di New York, The Corning Museum of Glass di New York, Musée Des Arts Décoratifs di Parigi, Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, Museo del Vetro di Murano a Venezia e Villa Necchi Campiglio a Milano. Nel 2019 Micheluzzi è stato insignito del premio Glass in Venice dall'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia.

 

Simone Crestani (Marostica, 1984) ha iniziato a lavorare il vetro all'età di 15 anni presso la vetreria Massimo Lunardon. Dopo un apprendistato durato dieci anni, apre il proprio studio, dove continua a lavorare dedito alla ricerca e all'innovazione. Artista introspettivo e autodidatta, negli anni ha messo insieme tutte le lezioni apprese e le esperienze maturate, per poi staccarsi definitivamente dal tradizionale vetro di Murano. Infatti Crestani lavora il vetro borosilicato con una particolare tecnica di lavorazione a fiamma che chiama Hollow Sculpture, tecnica per la quale è apprezzato in tutto il mondo. Questo particolare modo di lavorare gli ha permesso di creare oggetti in vetro di grandi dimensioni dove sono curati anche i minimi dettagli. Ispirate dall'infinita varietà del mondo naturale, le forme di animali e piante prendono magicamente vita in una celebrazione di leggerezza e trasparenza. La sua creatività unisce la qualità del design e della lavorazione artigianale all'unicità della produzione plastica e artistica, dando vita a pezzi scultorei unici.

La tecnica di Simone Crestani, insieme allo stile personale e alla poetica sofisticata, gli permettono di creare un'interazione, dove il vetro supera la sua dimensione puramente materica e diventa un linguaggio artistico raffinato e studiato, un elemento concettuale puro, silenzioso e cristallino.

Sia nelle arti plastiche, sia nel mondo del design italiano, Crestani è considerato un giovane luminare, grazie a un corpus di opere avvincente e diversificato. Oltre a esporre in alcune delle più importanti iniziative legate al mondo del vetro e dell'arte, egli è anche regolarmente invitato come visiting artist e docente presso prestigiose accademie d'arte e scuole di vetro in tutto il mondo.

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