Il CAI Bolzano presenta la mostra prodotta dal Museo Nazionale della Montagna di Torino: “Walter Bonatti. Stati di grazia – Un’avventura ai confini dell’uomo”, a cura di Roberto Mantovani e Angelo Ponta e ospitata alla Galleria Civica di Bolzano.
Il CAI, Club Alpino Italiano, fonda la sua nascita sulla conoscenza, l’amore, il rispetto e la preservazione della montagna, tutti concetti su cui si basa la cultura della montagna soprattutto, ma non solo, per chi ci vive e opera. È per questo che il CAI Bolzano ha deciso di ospitare questa mostra dedicata a Walter Bonatti, alpinista ed espolatore che ha saputo andare alla scoperta non solo della montagna e del mondo, ma soprattutto di se stesso, attirato dal senso di avventura e dai viaggi nell’ignoto che portano a confrontarsi con il sé.
La mostra è la seconda tappa di questo importante progetto che, dopo essere stato esposto al Museo Nazionale della Montagna di Torino nel 2021, vuole rendere omaggio e far conoscere quanto più possibile la figura di Bonatti con fotografie e oggetti che mettano in evidenza quanto le sue avventure siano state senza confini.
Si entra così in un percorso realmente immersivo che porta il visitatore a conoscere il protagonista e la sua storia attraverso oggetti diventati iconici, come l’attrezzatura alpinistica dei primi anni di attività; alcuni dei machete usati nel corso delle avventure nella giungla e nelle foreste; lettere e pagine tratti dai diari e dai quaderni.
Dei veri e propri ambienti “bonattiani” dove ci si può immergere con tutti i sensi: la montagna è ovviamente la protagonista della prima sezione, con una grande installazione multimediale dedicata al Grand Capucin e basata sulle riprese appositamente realizzate con il drone dal Soccorso Alpino Piemontese e Valdostano lungo il tracciato della via Bonatti-Ghigo del 1951. Ghiacci, foreste e vulcani rivivono in tre sale che restituiscono le suggestioni di quegli ambienti. Non mancano contenuti audio e video, per rivivere con gli occhi e la voce di Bonatti alcuni suoi viaggi e interviste.
«Sarebbe stato facile riempire le sale dell’esposizione facendo sfoggio della dovizia di documenti, scatti fotografici e materiali che Bonatti ha conservato. Certo, molto è stato messo in mostra. Ma non volevamo che tutto si esaurisse in un’esibizione di oggetti e di immagini, o nel ritratto di un campione del passato» - raccontano i curatori - «Perché l’interesse e l’affetto che ancora oggi circondano Walter non si spiegano solo con il valore delle scalate, il suo talento di reporter o il fascino dei suoi viaggi esplorativi: la sua lunga ricerca tocca corde profonde, le sue emozioni ci riguardano ancora, ed è attraverso queste che possiamo rileggerne l’esperienza».
Il visitatore ha così un’esperienza a tutto tondo di quella che fu la vita di Walter Bonatti, nato come alpinista per giungere negli anni Sessanta all’esplorazione del mondo, per oltre trent’anni protagonista di straordinarie avventure sulle pareti più difficili delle Alpi, nei fiordi patagonici, nei deserti e nelle giungle, tra i ghiacci e nei vulcani; viaggi sempre contraddistinti dalla genuinità che ha perseguito per tutta la vita rinunciando alle innovazioni tecniche o accostandosi senza armi agli animali “feroci”, vivendo esperienze di vita quotidiana con le popolazioni indigene che ha incontrato e cercando sempre di stabilire con la natura un rapporto profondo.
La realizzazione della mostra è stata possibile grazie al lungo lavoro di riordino, studio, catalogazione e digitalizzazione dei materiali dell’Archivio Bonatti, donato al Museo Nazionale della Montagna di Torino dalla famiglia Vicario, erede dell’alpinista-esploratore, all’inizio di agosto del 2016, un lavoro sostenuto da Club Alpino Italiano, Regione Piemonte, Fondazione CRT, FESR – Fondo Europeo Sviluppo Regionale.
Maurizio Veronese, Presidente del CAI di Bolzano e referente per le attività culturali dell’associazione conclude: “Abbiamo fortemente voluto portare a Bolzano la Mostra “Stati di grazia” affinché i nostri soci, ma non solo, anche coloro che amano la montagna e le sue imprese potessero incontrare Walter Bonatti alpinista, esploratore, ma soprattutto uomo che alla montagna ed all’avventura ha dedicato tutta la sua vita. Soprannominato «il re delle Alpi», è stato una delle figure più eminenti dell'alpinismo mondiale. Oltre che alpinista e guida alpina, fu autore di libri e numerosi reportage nelle regioni più impervie del mondo, molti dei quali come inviato esploratore del settimanale Epoca. Ci auguriamo che ci sia un grande afflusso di persone interessate ad approfondire sempre più la figura di Bonatti e le sue svariate ed importanti imprese”.
Daniela Berta, Direttore del Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino: “Siamo riconoscenti al CAI Bolzano per la possibilità di ampliare il pubblico di questo importante progetto che ha coronato il pluriennale lavoro condotto dal nostro museo intorno alla figura di Walter Bonatti, per valorizzare la quale abbiamo anche realizzato quest’anno una esposizione permanente in sede. L’Archivio è un cantiere sempre aperto che dà vita a molteplici iniziative per condividere gli “stati di grazia” di Bonatti e la sua straordinariamente feconda, ampia e attuale eredità culturale”.
Ad accompagnare l’esposizione c’è un catalogo, che sarà possibile acquistare presso la Libreria Nuova Cappelli in Corso Libertà 2 a Bolzano, riccamente illustrato, che raccoglie i contributi di Daniela Berta, Veronica Lisino, Leonardo Bizzaro, Luca Calzolari, Roberto Mantovani, Franco Michieli, Angelo Ponta, Angelica Sella.
EVENTI COLLATERALI
A corollario della mostra ci saranno due eventi serali e, dal 29 novembre, si affiancherà un’altra esposizione, “Senza posa. Italia K2 di Mario Fantin. Racconto di un’impresa”, che sarà ospitata dal Museo Civico di Bolzano, in via Cassa di Risparmio 14. La mostra racconta il lavoro del cineasta che documentò la spedizione italiana del 1954, che riuscì per la prima volta a salire la seconda montagna del mondo. Guidata da Ardito Desio, con la partecipazione di forti alpinisti italiani (tra cui anche il bolzanino Erich Abram, a cui è dedicata una sezione della mostra e che sarà il protagonista del secondo evento serale), la spedizione doveva e riuscì a dimostrare al mondo che l'Italia era in grado di compiere un’impresa così difficile.
Il 16 novembre al Teatro Spazio Costellazione, in via Claudia Augusta 111, alle ore 20,30 verrà proiettato il film: “Fratelli si diventa. Omaggio a Walter Bonatti, l’uomo del Monte Bianco” regia di Alessandro Filippini e Fredo Valla.
Al centro, il ritratto del personaggio simbolo dell’alpinismo mondiale, delineato da Reinhold Messner, che ha raccolto il testimone di Bonatti sulle montagne più alte della terra, in un'ideale staffetta fra due generazioni. I due alpinisti sono legati da un rapporto profondo e non privo di dissapori. Nel documentario si confrontano in un faccia a faccia serrato, condividendo la loro visione dell’alpinismo e dell’avventura, “scoprendosi appunto fratelli”. Nel film vengono ripercorse alcune delle più importanti imprese di Bonatti testimoniate dalle immagini dei film “Italia K2” di Marcello Baldi e “G-IV. Montagna di luce” di Renato Cepparo, rese disponibili grazie alla Cineteca del CAI.
Il 24 novembre al Teatro San Giacomo, in via Maso Hilber, alle ore 20,30 andrà in scena lo spettacolo “Walter Bonatti - Sognare ancora. Canti, parole e musica per un mito del’900”, con la regia di Angelo Ponta. Uno spettacolo per voci recitanti, coro, soprani e pianoforte, che ha scelto di raccontare la vita di Walter Bonatti dando voce e suoni ai suoi ambienti, alle sue emozioni e scoperte e a quella che lui chiamò esplorazione interiore. Un viaggio in musica che si unisce alle parole stesse di Bonatti per evocare il lato più intimo della sua figura e quella sua capacità di intravedersi fra le pieghe del mondo, ripercorrendo una vita che è stata sì avventura ma anche introspezione e ascolto.
Il 1 dicembre al Teatro Spazio Costellazione, in via Claudia Augusta 111, alle ore 20,30 si terrà la proiezione del film dedicato a Erich Abram, celebre alpinista che nel dopoguerra scalò tutte le vie più difficili delle Dolomiti e che nel 1954 partecipò alla spedizione del K2 insieme a Walter Bonatti. Con la partecipazione della consorte Carla Abram e di Augusto Golin.
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