Una coproduzione Festival Aperto / Fondazione I Teatri, Romaeuropa festival, Sagra Malatestiana
domenica 20 ottobre, ore 21.00 Teatro Argentina, Roma, Romaeuropa festival
Lo studio di ricerca teatrale del regista e curatore Filippo Andreatta presenta al Romaeuropa Festival il suo nuovo lavoro in una versione musicale che sarà la prima di una serie sempre diversa per forma, linguaggi e contenuti.
In una scena minimale dove si materializza l’aria del palcoscenico, Music for 18 musicians di Steve Reich eseguita dal gruppo musicale Sentieri selvaggi invita a spostare il punto di vista osservando ciò che è inafferrabile.
PROSSIMA DATA 30 ottobre, ore 21.15 Teatro Galli, Rimini, Sagra Malatestiana
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Con la loro mutevolezza e inafferrabilità hanno influenzato pittura, fotografia, poesia, letteratura, meteorologia e strategia militare; vapore acqueo condensato intorno a particelle come lo ioduro d’argento – usato per le prime fotografie, nel cloud-seeding o nel programma di ricerca atomica Manhattan – le nuvole sono la fonte di ispirazione per nuvolario, nuovo progetto di OHT [Office for a Human Theatre] che, dopo il debutto alla sedicesima edizione del Festival Aperto di Reggio Emilia, domenica 20 ottobre, viene presentato a Roma al Teatro Argentina, all'interno del palinsesto di Romaeuropa festival.
Concepito come una nuvola, dunque incline al mutamento, nuvolario a ogni rappresentazione apparirà diverso, cambiando formato e linguaggi, contenuti e composizione delle sue parti.
Per la sua prima rappresentazione, il regista e curatore Filippo Andreatta ha scelto una versione musicale, capace di “trasformare in nuvole” Music for 18 Musicians [Mf18M], capolavoro del compositore minimal statunitense Steve Reich, eseguito per l’occasione dall’ensemble Sentieri selvaggi, punto di riferimento per l’esecuzione della musica minimalista in Italia.
Music for 18 Musicians inizia con una serie di pulsazioni che si moltiplicano diventando un vortice sonoro mozzafiato che utilizza l’aria e la respirazione per modularsi e riverberare. Il respiro delle voci femminili diventa misura del ritmo, creando una vertigine sonora, una poliritmia di inspirazioni ed espirazioni, un continuo movimento d’aria. Declinata nelle sue diverse mutazioni, dalle nuvole al respiro, l’aria, è un agente trasformativo che nello spettacolo manifesta tutta la sua invisibilità e visibilità. Materializzando l’aria del palcoscenico, nuvolario rivela la natura fisica delle nuvole attraverso una tecnologia che reagisce alla temperatura, all’umidità, ai movimenti e alle parole; lo spettacolo diventa la riproduzione artificiale di un elemento naturale ma anche la trasmissione della sua evanescenza e fragilità.
Creando una tassonomia delle forme dell’aria, tra cirri, nuvole, respiri, fiati e nubi, nuvolario è una ricerca sul potere effimero e trasformativo del teatro che ci invita a guardare all’insù, omaggiando la potenza visiva delle nuvole nella più semplice delle azioni teatrali: vedere quello che non c’è, un teatro d’aria.
La nuova opera di OHT è una performance fatta di variazioni, sovrapposizioni e leggeri sfasamenti. Portando in scena la dinamica ritmica di Reich, restituisce al teatro l’aria, all’orchestra il suo spazio, al pubblico il ritmo, il battito del cuore. Le nuvole sono il raro momento in cui l’atmosfera si materializza e, in nuvolario, diventano lo stratagemma per riportare il teatro alla sua originaria evanescenza. |
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