Oltrepò Terra di Pinot Nero: una nuova
sinergia tra Consorzio, produttori e Regione rilancia il territorio e i suoi
vini.
Filiera, qualità e trasparenza i tre pilastri
alla base del nuovo percorso di rinnovamento.
Casteggio
(PV), settembre 2024 - Si è
chiusa con grande successo la quarta edizione dell’evento organizzato dal
Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, “Oltrepò – Terra di Pinot Nero, un territorio,
un vitigno, due eccellenze” presso
l’Antica Tenuta Pegazzera di Casteggio, in provincia di Pavia.
L’appuntamento di quest’anno, patrocinato dalla Regione Lombardia e dal Comune di Casteggio, è stato anche
l’esordio del neo direttore Riccardo
Binda e della presidente Francesca Seralvo, che hanno sottolineato con entusiasmo il percorso di
rinnovamento intrapreso dal Consorzio, fondato su filiera, qualità e
trasparenza.
“Oggi è il giorno del
rinnovamento, della rinascita” commenta Francesca Seralvo, presidente del Consorzio, “l’evento che abbiamo creato per dare finalmente visibilità alla
qualità del Pinot Nero in Oltrepò Pavese è anche il punto di inizio per il
superamento di un nome, di una varietà, e per iniziare a dare valore a vini,
uve, vigne. Un percorso e un cambiamento che non riguardano solo la qualità,
già presente, ma la consapevolezza delle potenzialità inespresse. L'obiettivo è
quello di superare la centralità del singolo vitigno per promuovere l'intero
territorio e le sue denominazioni, con un nuovo approccio strategico e
operativo. Siamo fiduciosi che finalmente l’Oltrepò Pavese del vino troverà la
sua strada”.
Il direttore Riccardo Binda ha
espresso grande emozione per il ritorno nella sua terra, sottolineando come il
suo ruolo sarà quello di catalizzatore per aiutare i produttori locali a
valorizzare le eccellenze esistenti e riportare la provincia ai vertici del
settore agricolo.
Di seguito l’intervento integrale del direttore Riccardo Binda.
“Non posso che essere molto
emozionato di essere qui, nella mia terra, dopo che per undici anni ho lavorato
in Toscana, a Bolgheri. Non posso che esprimere i più vivi ringraziamenti alla
Presidente, al Consiglio di Amministrazione, ma anche a tutti i produttori che,
non solo negli ultimi mesi, ma anche negli anni mi hanno detto a mezza voce o
con battute, di ritornare prima o poi. Io ci ho sempre pensato: poteva essere
tra anni, tra pochi mesi, ma è avvenuto adesso per un motivo. Perché questo è
il kairòs, il momento opportuno in cui l’Oltrepò davvero può trovare la sua
svolta.
Lo è perché
i tre presupposti su cui il nuovo lavoro del Consorzio si basa — filiera,
qualità e trasparenza — hanno proprio ora trovato maniera di sbocciare.
Iniziamo
dalla filiera, che non può non passare da una realtà fondamentale per il
territorio, che la è e la è sempre stata: la realtà cooperativa. L’Oltrepò è un
territorio di aziende, ma è soprattutto un territorio di agricoltori e di
vignaioli. Il ruolo di Terre d’Oltrepò è stato fondamentale per dare la svolta
di cui questo territorio aveva bisogno verso la filiera, che è il primo
mattone, la pietra angolare su cui noi costruiremo tutti i nostri progetti
futuri.
Il lavoro
di tutte le cooperative, poi, deve andare di pari passo con tutto quello dei
produttori di filiera, quelli di qualità, che ci sono sempre stati, ma che
hanno bisogno del tessuto produttivo e del territorio per emergere tutti
insieme.
Infine la
trasparenza, quella che ci deve consentire di scrollarci di dosso le ombre e la
“sporcizia” di un passato che non ha fatto onore a questo territorio. Anche su
questo noi non avremo nessun margine di cedimento, non faremo alcun passo
indietro. Faremo di tutto per andare in questo senso e mi fa anche piacere dire
che — spero si concretizzi il prima possibile — ci stiamo confrontando già
adesso in maniera molto serena con la Repressione Frodi, che noi vogliamo sul
territorio. Speriamo di averli qui, perché il loro è un apporto fondamentale
per noi: il loro, quello di Valoritalia, delle istituzioni e degli organismi di
controllo che devono essere garanti del lavoro di qualità di tutti i
produttori, che non deve più essere rovinato dal mal operato di pochissimi.
Di me si è
parlato molto in questi giorni, forse anche eccessivamente. Il mio ruolo, in
realtà, è semplicemente quello del catalizzatore, io sono qui per aiutare i
produttori e tutti i valori che sono già sul territorio, che già esistono. Non
porto nessun valore aggiunto, non sono un grande manager: sono semplicemente un
gestore di Consorzio. Un Consorzio, per definizione, è un’unione di destini
(con sorte): destini dei produttori, destini degli abitanti dell’Oltrepò, per
cui la viticoltura deve essere un asset fondamentale, ma anche della nostra regione,
della Lombardia, dove oggi la nostra provincia è quinta per il fatturato del
comparto agricolo. Sicuramente, se pensiamo alla storia di questa provincia —
non solo la viticoltura, anche la risicoltura e le numerose eccellenze che ci
sono —, la nostra provincia deve ambire se non ad essere la prima, quantomeno a
tornare sul podio il prima possibile ed è lì che noi speriamo di portarla il
prima possibile.
A intervenire durante la conferenza stampa è stato inoltre
l’assessore all'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Alessandro Beduschi, che ha voluto
sottolineare come la Regione Lombardia sostenga con forza il nuovo corso del
Consorzio per riacquisire credibilità e far emergere l'eccellenza vitivinicola
del territorio.
Qui l’intervento dell’assessore Beduschi.
“È un onore
essere qui a questa manifestazione, perché come assessore all’agricoltura ci
tenevo particolarmente ad essere vicino ad un territorio prossimo alle mie
origini, quelle aree interne di cui capisco bene le difficoltà, ma anche la ricchezza
dei sistemi produttivi. Come il sistema produttivo dell’Oltrepò Pavese — sino
ad oggi è un incompiuto, soprattutto nel settore vitivinicolo — che rappresenta
la nostra eccellenza, non solo della Lombardia, ma di tutto il nostro Paese.
È un
classico esempio di come si può — per una congiuntura complessa — dissipare una
grande fortuna con delle scelte che guardano agli egoismi personali, ai singoli
potentati e non a una visione alta e bella del territorio, che avrebbe tutte le
carte per andare incontro a ciò che chiede oggi il mercato.
Si beve
meno, questo è il trend, ma si beve sicuramente meglio e quindi una scelta che
asseconda la qualità del lavoro, la valorizzazione di tutto quello che hanno
detto benissimo la Presidente e il Direttore, ossia la scelta di valorizzare la
filiera nella sua interezza è vincente e consente di puntare ad una qualità
produttiva che la fortuna ha voluto essere potenzialmente altissima in questo
territorio.
Rincorrere
quantità, rincorrere produzioni massive e non caratterizzanti è un falso
obiettivo, che porta a ridursi al rango di contoterzisti “da poco”: un’immagine
forte che rende l’idea dell’occasione che questo territorio non deve più
perdere.
Regione
Lombardia vuole assecondare la scelta che il nuovo corso del Consorzio ha
intrapreso, perché riteniamo che sia la più etica, la più giusta e la più
prospettica. Questo territorio ha bisogno di recuperare reputazione e dobbiamo
tutti investire per fare capire al mondo che Oltrepò Pavese è un’eccellenza e,
quando se ne parla, si parla di un prodotto che può puntare al vertice.
Tutto il
nostro sforzo politico, amministrativo e decisionale verrà ad affiancare queste
scelte: avete toccato argomenti forti come la repressione delle frodi, la
strategia dal punto di vista della gestione del territorio e di questo
potenziale vitivinicolo enorme: bisogna identificare un’architettura consona
che metta a sistema i nuovi indirizzi e li conduca a incontrare il giusto
mercato.
Il mio
impegno è quello di condividere una sfida: la necessità e la voglia di far
ritrovare all’Oltrepò Pavese la grandeur di un tempo, perché è assolutamente
meritata e persone meravigliose come questi produttori meritano davvero di
poter incontrare il gradimento di un mercato che guarda a loro con interesse.
Abbiamo un’occasione, quella olimpica, per raccontare questa evoluzione e per
dire che il territorio è maturo per questa sfida appassionante.
L’evento ha registrato numeri importanti: più di trecento tra
operatori selezionati e una numerosa presenza di stampa nazionale che hanno
affollato i banchi d’assaggio con 32 aziende virtuose del territorio.
Un successo di numeri e di notorietà per questo lembo di terra di
eccellenza del vino lombardo, unico nel panorama italiano per la valorizzazione
di un vitigno come il pinot nero, declxinato in Oltrepò Pavese Metodo Classico
DOCG e Pinot nero dell’Oltrepò Pavese DOC.
Operatori, sommelier e giornalisti hanno potuto degustare 121 etichette ai
banchi di degustazione, mentre le due degustazioni hanno visto un
approfondimento di otto vini ciascuna.
Gli esperti Valentina
Vercelli e Filippo Bartolotta
hanno guidato le due masterclass alla cieca dedicate al Pinot Nero dell’Oltrepò
Pavese Doc e all’Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG. Valentina Vercelli commenta “I
Metodo Classico che abbiamo assaggiato hanno profili molto diversi, ma sono
tutti legati da un filo conduttore dato dall’alta qualità ed eleganza che sono
in grado di esprimere. Sono prodotti che hanno un rapporto qualità prezzo
incredibile, perfetti per la ristorazione grazie alla grande abbinabilità.”
Filippo Bartolotta sottolinea invece
la grande rivoluzione in corso nel Pinot nero dell’Oltrepò Pavese DOC. “C’è molta sensibilità, un’interpretazione
sempre più autentica delle caratteristiche identificative del Pinot Nero in
Oltrepò. I vini risultano più eleganti, con al centro il frutto, senza essere
troppo marcati con i legni. Sono curioso di scoprire cosa succederà nei
prossimi anni.”
L’evento ha messo in evidenza il forte legame tra il territorio
dell’Oltrepò Pavese e la sua capacità di esprimere l’eccellenza del Pinot Nero
in tutte le sue sfaccettature, confermando l’alto potenziale del vitigno.
Il Consorzio si pone ora l’obiettivo di capitalizzare questa
attenzione e proseguire con una strategia di valorizzazione a lungo termine,
che possa consolidare ulteriormente il posizionamento dell’Oltrepò Pavese come
territorio di riferimento per il Pinot Nero di qualità. La partecipazione di un
pubblico qualificato e il coinvolgimento attivo della stampa rappresentano un
importante trampolino di lancio per le future iniziative del Consorzio, che
mira a continuare il percorso di crescita e innovazione.
Le cantine partecipanti alla quarta edizione di Oltrepò Terra di
Pinot Nero sono state: Alessio Brandolini, Bertè & Cordini, Bosco Longhino,
Bruno Verdi, Cà del Gè, Calatroni, Castello di Cigognola, Cavallotti, Conte
Vistarino, Cordero San Giorgio, Ersaf Riccagioia, Fiamberti, Finigeto, Frecciarossa,
Giorgi, La Genisia - Torrevilla, La Piotta, La Travaglina, Le Fiole, Le Fracce,
Manuelina, Montelio, Monsupello, Oltrenero, Azienda Agricola Pietro Torti,
Prime Alture, Quaquarini Francesco, Tenuta Mazzolino, Terre Bentivoglio, Terre
d’Oltrepò - La Versa, Torre degli Alberi, Travaglino.
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