A cura di Scalpendi
14 luglio 2025 – 18 gennaio 2026 Fabbrica del Vapore – Sala delle Colonne Milano
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Elio Vittorini sul marciapiede del Naviglio di Milano, Mondadori Portfolio/Angelo Cozzi |
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Gli intellettuali Elio Vittorini e Giovanni Testori, Mondadori Portfolio |
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Elio Vittorini e Eugenio Montale, Mondadori Portfolio/Fototeca Gilardi |
Fabbrica del Vapore e Scalpendi presentano Milano città che sale: la prima mostra a episodi dedicata a celebrare lo spirito e la vitalità della città di Milano. Dal 14 luglio 2025 al 18 gennaio 2026, un viaggio unico che rende omaggio alla metropoli che, nel corso dei decenni, ha accolto menti brillanti e realtà sociali diverse, intrecciando connessioni che hanno plasmato una visione progettuale di respiro internazionale.
La mostra è composta da sette episodi/esposizioni, ciascuno della durata di 21 giorni, che raccontano insieme questa straordinaria storia collettiva. Attraverso il racconto del contributo di sette figure e movimenti emblematici dagli anni ’40 a oggi, “Milano città che sale” svela come la città si sia costruita e sviluppata non solo sul piano intellettuale e artistico, ma anche imprenditoriale e culturale. Da Elio Vittorini a Giovanni Testori e Albe Steiner, dal Laboratorio di comunicazione militante alla Milanottanta, fino alle più recenti esperienze di Paolo Rosa e Luisa Spinatelli, ogni episodio è una tessera fondamentale di questo mosaico.
Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano afferma: “L'originale format seriale e l’utilizzo innovativo della telepresenza robotica fanno di questa mostra un percorso pioneristico, che trova in Fabbrica del Vapore, luogo simbolo della creatività urbana, lo spazio ideale per far dialogare non solo pubblici molto diversi tra loro, ma anche differenti i linguaggi artistici e culturali che hanno definito Milano dagli anni '40 del Novecento a oggi”. Maria Fratelli, Dirigente Unità Progetti speciali del Comune di Milano e Fabbrica del Vapore, continua: "Una mostra in 7 episodi dedicati a altrettante figure capitali della cultura milanese è un evento in controtendenza perché si propone di coinvolgere il visitatore nel piacere della ricerca. Ogni episodio racconta la vita di un intellettuale; tutte insieme rivelano il sistema di relazioni che ha animato la vita culturale di Milano nel Novecento. Riscostruire questa trama di saperi e immergervisi sarà stimolante per il vistare quanto lo è stata per i singoli curatori, anch’essi accomunati dalla passione per questa città e per quello che rappresenta nel sistema paese e nel mondo. La tecnologia che accompagna la mostra è strumento virtuoso atto a renderla inclusiva, e di questa sperimentazione Fabbrica del Vapore è fiera".
Il progetto, ideato da Scalpendi, si fonda su una rete di collaborazioni di altissimo profilo con curatori esperti e istituzioni pubbliche e private di grande prestigio come APICE (Archivi della Parola, dell'Immagine e della Comunicazione Editoriale) dell’Università degli Studi di Milano, il Museo Biblioteca dell’Attore di Genova, Fondazione Gramsci di Roma, Casa Testori di Novate, il Dams e il Centro Ricerche Attore e Divismo di Torino, l’Archivio Studio Origoni Steiner di Milano, l’Archivio Giancolombo di Milano, l’Archivio Fotografico Mondadori Portfolio, la Libreria Pontremoli di Milano, lo Studiolo Fine Art di Milano, gli Archivi di Tullio Brunone, Giovanni Columbu, Ettore Pasculli, Paolo Rosa e Luisa Spinatelli. Questa rete ha permesso di costruire un percorso scientifico rigoroso e approfondito, sviluppato con grande cura per ogni singolo episodio della mostra. L’approccio multidisciplinare e la collaborazione sinergica tra le realtà coinvolte garantiscono un’impostazione metodologica solida, che coniuga rigore accademico e capacità di narrare in modo coinvolgente e innovativo il tema dell’evento.
L’allestimento della mostra a episodi rappresenta l’esito di un percorso progettuale che, pur nella sua apparente semplicità, si distingue per una rigorosa attenzione a ogni dettaglio, studiato per amplificare e sostenere con coerenza l’identità narrativa dell’evento. I progettisti Paolo Volpato e Monica Vittucci, lavorando in stretta collaborazione con Scalpendi, hanno dato vita a un sistema espositivo integrato e coerente — che comprende tavoli, segnaletica e pannelli informativi — concepito per garantire un’esperienza di visita chiara, fluida e di altissimo livello istituzionale, capace di coinvolgere emotivamente il pubblico senza mai perdere di vista la precisione scientifica alla base dell’evento. Un focus particolare è stato posto sulla realizzazione dei tavoli espositivi, creati su misura per ospitare le opere e garantirne una fruizione completa da ogni prospettiva, conferendo loro una nuova dimensione visiva e tattile. Questo obiettivo è stato raggiunto grazie alla sinergia con EFGROUP di Bologna, realtà d’eccellenza il cui know-how tecnico ha reso possibile trasformare in realtà un’idea innovativa e funzionale. I tavoli, insieme a una grafica studiata ad hoc, realizzata con rigore e rapidità dalla Dardanelli di Calenzano (Fi), entrano in un dialogo armonico con lo spazio espositivo, esaltando la suggestiva struttura storica della Fabbrica del Vapore. I progettisti Monica Vittucci e Paolo Volpato, lavorando in stretta collaborazione con il team curatoriale, hanno dato vita a un sistema espositivo integrato e coerente — che comprende tavoli, segnaletica e pannelli informativi — concepito per garantire un’esperienza di visita chiara, fluida e di altissimo livello istituzionale, capace di coinvolgere emotivamente il pubblico senza mai perdere di vista la precisione scientifica alla base dell’evento.
Ogni mostra si concentra su una declinazione unica del tema generale, creando al contempo un dialogo continuo e coerente tra tutte le parti. I visitatori potranno immergersi in un’esperienza multisensoriale e a 360°, grazie a una selezione di materiali originali che spaziano da documenti storici, opere scultoree, disegni, manoscritti e fotografie, fino a frammenti e opere di formato vario. Un invito a riscoprire Milano attraverso gli occhi, le mani e le idee di chi l’ha resa grande.
Milano città che sale è il titolo della mostra e 7 sono gli episodi di cui si compone: S1E1 | 14 luglio – 3 agosto 2025 Elio Vittorini. Progettazione e letteratura, a cura di Fabio Vittucci S1E2 | 11- 31 agosto 2025 Giovanni Testori e i Segreti di Milano: il caso dell’Arialda, a cura di Federica Mazzocchi S1E3 | 8 – 28 settembre 2025 Licalbe Steiner. Ricerche, a cura di Giovanni Baule e Anna Steiner S1E4 | 6 – 26 ottobre 2025 Milano, maggio 1976: il Laboratorio di Comunicazione Militante, a cura di Angela Madesani S1E5 | 3 – 23 novembre 2025 Milanottanta: aspetti del sistema artistico e culturale a Milano a cura di Davide Colombo S1E6 | 1 – 21 dicembre 2025 Paolo Rosa: disegnare il nuovo, a cura di Andrea Balzola S1E7 | 29 dicembre 2025 – 18 gennaio 2026 la Spinatelli. La realtà dell’illusione, a cura di Fabio Vittucci
IL FORMAT Arte, letteratura e teatro sono discipline che da sempre dialogano tra loro, facendo proprio il potente concetto di serialità. Dai romanzi diventati classici senza tempo di autori come Carlo Collodi, Charles Dickens, James Joyce, Gustave Flaubert, Lev Tolstoj e Arthur Conan Doyle, fino alle moderne serie televisive on demand, il passaggio verso la serialità è naturale e fluido. Anche nel mondo delle mostre d’arte visiva temporanee, questa modalità si sta affermando con crescente successo.
La serialità, presente nelle grandi saghe letterarie e nelle serie TV, non ha solo un impatto culturale: è un fenomeno sociale. Essa fidelizza il lettore o lo spettatore, stimolando in loro il desiderio spontaneo del “prossimo episodio”. In sostanza, la serialità crea una sorta di dipendenza positiva, basata su un rapporto di fiducia reciproca che permette di proporre contenuti complessi a un pubblico ampio, trasversale e diversificato, sia dal punto di vista socioculturale che anagrafico.
Perché allora non adottare questo format “a puntate” anche per le mostre d’arte, generando così una “dipendenza” per l’arte stessa? È da questa intuizione che Scalpendi ha ideato le Mostre a episodi, un format innovativo che sarà presentato per la prima volta a Milano, presso la Fabbrica del Vapore, con il progetto “Milano città che sale”, dal 14 luglio 2025 al 18 gennaio 2026.
LA TELEPRESENZA ROBOTICA L’innovazione di questa particolare tipologia di mostra non risiede soltanto nel format, ma anche nell’impiego della Telepresenza Robotica, una tecnologia all’avanguardia che, grazie al corpo robotico Double 3, permette a chi la utilizza di essere presente in tre dimensioni, in tempo reale e a distanza, ovunque nel mondo. Questo robot è dotato di uno schermo, microfoni, altoparlanti e di un corpo metallico capace di muoversi autonomamente nello spazio grazie a sensori avanzati.
A differenza delle tradizionali visite virtuali, la telepresenza robotica offre al visitatore un’esperienza completamente interattiva e proattiva: è il soggetto stesso a decidere come muoversi all’interno dell’ambiente espositivo, scegliendo la propria prospettiva e creando un percorso personalizzato.
Nel contesto delle Mostre a episodi, questa tecnologia, introdotta per la prima volta da Scalpendi, potenzia significativamente il format. Attraverso una semplice connessione Wi-Fi, consente a persone impossibilitate a recarsi fisicamente alla Fabbrica del Vapore — come lungodegenti, persone in regime di detenzione, con difficoltà motorie, residenti in aree remote, anziani in RSA e strutture simili, ma anche alle nuove generazioni — di esplorare autonomamente la mostra, vivendo un’esperienza immersiva e personalizzata.
PRIMO EPISODIO S1E1 | 14 luglio – 3 agosto 2025 Elio Vittorini. Progettazione e letteratura, a cura di Fabio Vittucci realizzata in collaborazione con |
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Tra i volti, le storie e le energie che meglio incarnano l’idea di una Milano come “città che sale”, la figura di Elio Vittorini assume un significato emblematico. La sua vicenda personale e professionale testimonia quanto la città sia stata capace di accogliere e valorizzare il talento di chi, come lui, arrivava da lontano. Milano, per Vittorini, non fu solo un luogo geografico, ma un ambiente creativo, industriale e umano dove l’intellettuale poté esprimere pienamente la propria vocazione.
Siciliano di origine, Vittorini giunge per la prima volta a Milano nel 1933. Quel primo viaggio, da lui stesso ricordato come determinante, segna un punto di svolta: «Se scriverò mai un’autobiografia, racconterò della grande importanza ch’ebbe per me quel viaggio a Milano. Ne tornai innamorato di luoghi e nomi, del mondo stesso, come ero stato altre volte solo nella mia infanzia» (Elio Vittorini, Conversazioni in Sicilia, introduzione dell’autore, 1941).
Ma è nel 1939, quando si stabilisce definitivamente in città per lavorare con Arnoldo Mondadori, che il legame con Milano si fa profondo e permanente. In quegli anni Vittorini scrive: «Anzitutto è città: quando ci si è dentro veramente si pensa che il mondo è coperto di case; e poi può capitare che si trovi della campagna in mezzo a un quartiere, che si trovi un posto con una chiesetta proprio da campo al margine; copre il mondo ed è piena del mondo, di tutte le possibilità naturali del mondo (tranne montagne, che detesto). Io non sarò più tranquillo se non saprò d’esserci là dentro, come milanese» (da una lettera del 1939 a Cesare Pavese, in Lettere 1932–1943, a cura di Dante Isella, Einaudi, 1990).
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