con i lavori di Jimmie Durham e Monika Sosnowska a cura di Salvatore Lacagnina
Il progetto nato per dialogare con il restauro della Loggia dei Vini a Villa Borghese giunge a una nuova fase e restituisce alla città spazi dimenticati, osservando l’antico rapporto fra arte e architettura da una prospettiva contemporanea.
11 – 29 luglio 2025 |
LAVINIA, installation view, Monica Sosnowska, Jimmie Durham, Gianni Politi, Loggia dei Vini, ph. Daniele Molajoli courtesy Ghella |
Jimmie Durham e Monika Sosnowska sono i protagonisti della terza inaugurazione nell'ambito del progetto LAVINIA, il programma d’arte contemporanea a cura di Salvatore Lacagnina, realizzato da Ghella e promosso da Roma Capitale, Assessorato della Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con la collaborazione di Zètema Progetto Cultura, pensato per dialogare con il restauro della Loggia dei Vini nel parco di Villa Borghese a Roma. Nell’antica Loggia dei Vini, realizzata tra il 1609 e il 1618 per volere di Scipione Borghese, venivano serviti, infatti, vini e sorbetti: per questo, ogni inaugurazione di LAVINIA è associata a un gusto di gelato, secondo la stagione, l'estate è Mango e sesamo nero.
L’arte di Jimmie Durham (1940–2021), figura di riferimento dell’arte contemporanea internazionale, occupa il centro del loggiato. L’intervento è Jimmie Durham: And Now, So Far In The Future That No One Will Recognize Any Of My Jokes (revisited), l’iterazione rivisitata di un progetto ideato nel 2022 per la Fondazione Morra Greco di Napoli che propone una narrazione obliqua e stratificata del suo lavoro artistico e del pensiero critico che lo ha animato.
Recinzione (2025) è l’opera che Monika Sosnowska (1972) ha realizzato per la ringhiera della Loggia, trasformando un elemento architettonico funzionale in una scultura site-specific. L’opera introduce una riflessione sulla relazione tra permanenza e trasformazione.
Le due nuove opere site-specific si aggiungono agli interventi già realizzati nella prima fase del progetto: la maniglia ideata da Monika Sosnowska per aprire il cancello d’ingresso, le sedute di Gianni Politi, la fontana d’acqua infinita di Piero Golia e la leggendaria lupa di Enzo Cucchi, posizionata sulla grata che lascia intravedere lo spazio dell’antico ninfeo. Completano il percorso l’installazione luminosa di Johanna Grawunder, che avvolge di luce il muro grezzo, e il sentiero Dante Desire Line Poetry Path di Ross Birrell & David Harding.
Il progetto deve il nome a Lavinia Fontana (1552 – 1614) – tra le prime artiste riconosciute dalla storia dell’arte e presente nella collezione di Galleria Borghese – e si sviluppa in parallelo alle varie fasi di restauro della loggia seicentesca. Il restauro, di durata triennale è effettuato da R.O.M.A. Consorzio, con la cura scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, grazie a una donazione di Ghella.
LAVINIA è un progetto triennale che affianca un programma di restauro e si rivolge a chi passeggia nel parco di Villa Borghese, restituendo alla città spazi dimenticati e osservando l’antico rapporto fra arte e architettura da una prospettiva contemporanea. |
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