lunedì 1 dicembre 2025

Cortina di Stelle

 

Al Lagazuoi Expo Dolomiti approda la mostra di Fulvio Morella che unisce arte, sport e inclusione, aspettando le Paralimpiadi Milano Cortina 2026

Cortina d’Ampezzo 1 dicembre 2025 - Si inaugura sabato 3 gennaio 2026, al Lagazuoi Expo Dolomiti, a 2.732 metri di altezza, in uno degli spazi espositivi più alti d’Europa, la mostra di Fulvio Morella, “Cortina di Stelle”, il capitolo conclusivo del progetto “I limiti non esistono” che celebra i luoghi simbolo delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. La mostra rientra nel programma ufficiale dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026 e sarà visitabile fino al 5 aprile 2026.

Con il patrocinio del Comitato Italiano Paralimpico e di INJA “Louis Braille”, il progetto che celebra l’incontro tra arte, inclusione e sport, approda negli spazi del Lagazuoi Expo Dolomiti, dopo aver fatto tappa in Val di Fiemme al Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese, e a Milano, presso Palazzo Lombardia, sede della Regione. 

Con la testimonianza viva di atleti paralimpici, selezionati anche in collaborazione con FISIP (Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici) la mostra curata da Sabino Maria Frassà, presidente di Cramum, pone al centro opere multisensoriali che inglobano il Braille, trasformando il linguaggio “tattile” in esperienza artistica e strumento per abbattere barriere percettive e concettuali.  

Fulvio Morella è tra i più noti artisti italiani contemporanei, noto per la sua arte immersiva e multisensoriale, vincitore del Premio alla Carriera Alfredo D’Andrade 2023 e presente in prestigiose collezioni internazionali come il Victoria and Albert Museum di Londra e il Kunsthistorisches Museum di Vienna. 

Dopo aver celebrato nel 2024 a Parigi il bicentenario del braille con la mostra Ailes de Mouette (Ali di gabbiano), Morella ha continuato a interrogarsi sul senso del limite, elaborando opere che mostrano come e perché i limiti non esistono. «Per toccare il cielo con un dito — scrive — dobbiamo prima smettere di temere lo sguardo, la conoscenza e la comprensione dell’infinito che custodiamo dentro di noi. Guardiamoci dentro per andare oltre; guardiamoci intorno per scoprire l’arte e vincere insieme».

Il primo ciclo di opere denominato Blind Wood (legno e braille) è costituito da quadri-scultura in legno, metallo e scritte in braille in cui l’artista combina cerchi, quadrati, ovali, punti riflessi e colori che ripropongono per lo più monumenti famosissimi visti dall’alto: dal tempio di Delfi, all’Arena di Verona, passando per il Pantheon di Roma e le cupole rosse di Palermo. Le suggestioni dell’artista, in braille, guidano lo spettatore alla scoperta del vero significato delle opere. Si tratta di opere concettuali nate per riflettere sul senso del limite, per mostrarci quanto la percezione di ognuno di noi sia parziale e limitata. La soluzione è quindi “vivere” questi quadri insieme, aiutandosi gli uni con gli altri, ciascuno con i propri limiti, che forse limiti non sono.

A questo primo ciclo si affianca, Braille Stellato: un ampio corpus ideato da Morella per celebrare il bicentenario dell’alfabeto braille. In questa serie i punti del braille 

diventano corpi celesti, costellazioni da leggere con le dita creando un cielo stellato con massime di San Francesco, Jung e Saint-Exupéry. L’alfabeto ideato dallo stesso artista, trasforma i cieli notturni in rebus visivi e tattili. Solo chi conosce l’alfabeto Braille ha la possibilità di decodificare i messaggi racchiusi nelle sue opere. Come quello racchiuso nella Pupilla di Bach: “La perfezione non ha limiti” tratta dal Gabbiano di Jonathan Livingstone. Le stelle di Fulvio Morella sono criptiche per chi ignora l’alfabeto Braille ma perfettamente leggibili per chi lo conosce. In questo modo Morella riesce a trasformare il Braille in un nuovo linguaggio estetico. 

Con il ciclo Braillight la luce si fa forma: una serie di sculture luminose in acciaio e legno di amaranto che utilizzano il Braille come fonte di luce. Le sculture presentate nel 2024 in Engadina (Svizzera), arrivano a Cortina di Stelle riunite per la prima volta come ciclo completo, con opere inedite. In alta quota la luce è più netta e radente: Braillight non abbaglia, ma orienta come la stella Polare, come la voce della guida accanto all’atleta ipovedente. È la tridimensionalità del braille: dalla costellazione tattile alla forma scultorea di luce.

«Che cos’è una cortina?» — chiede il curatore Sabino Maria Frassà. «In italiano è velo o tenda: separa e protegge, ma può anche nascondere. Anche Cortina d’Ampezzo porta nel nome questa ambivalenza: una conca abitata, una “corte” alpina circondata da cime aperte sul cielo. La mostra sceglie di stare qui per sollevare il velo e accompagnare lo sguardo in quota fino a “sfiorare le stelle” ».

E conclude: «”Cortina di Stelle” mostra che l’infinito fuori, cui l’essere umano anela da sempre, coincide con l’infinito dentro quando la comunità accetta di essere strumento reciproco: l’arte smette di essere immagine da contemplare e diventa lingua comune, lo sport smette di essere performance individuale e torna impresa corale. Qui, davvero, i limiti non esistono: esistono cortine da sollevare».

Commenta Stefano Illing, ideatore del Lagazuoi Expo Dolomiti «Siamo onorati di accogliere nei nostri spazi l’arte di Fulvio Morella, un progetto artistico che unisce arte, sport e inclusione e che ci invita a superare i limiti che noi stessi ci poniamo, proprio come chi affronta una montagna» e conclude: «Portando l’arte a 2.732 metri di altezza vogliamo trasformare le bellezze naturali in un palcoscenico, con questo obiettivo abbracciamo in pieno la visione di universalità che ci suggerisce l’arte di Fulvio Morella»

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CRAMUM

Cramum è un progetto non profit che dal 2012 sostiene le eccellenze artistiche in Italia e nel Mondo. Il nome è stato scelto proprio perché significa “crema”, la parte migliore (del latte) in latino, lingua da cui deriva l’italiano e su cui si è plasmata la nostra cultura. Cramum promuove attivamente mostre e progetti culturali volti a valorizzare Maestri dell’arte contemporanea non ancora noti al grande pubblico, sebbene affermati nel mondo dell’arte.

Dal 2014, sotto la direzione artistica di Sabino Maria Frassà, Cramum intraprende con successo un piano di sviluppo di progetti di Corporate Social Responsibility in ambito artistico, ottenendo numerosi riconoscimenti, tra cui la Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana nel 2015.

www.amanutricresci.com/cramum/
Instagram @cramum

FULVIO MORELLA

Fulvio Morella (Valtellina, 1971) è un artista che ha fatto dell’inclusione e della multisensorialità la propria cifra distintiva. La sua ricerca — dalla materia alla luce — assume l’inclusione come metodo: l’opera si compie nell’incontro tra saperi e sensibilità diverse, perché nessuno comprende tutto da solo.

Si è fatto conoscere al mondo della critica per la sua ricerca che ha trasformato la tornitura del legno in linguaggio dell’arte contemporanea e il braille in un dispositivo poetico e narrativo. Nel 2019 avvia il ciclo Blind Wood, sculture e rilievi che invitano a una lettura tattile e plurale dell’opera. Nel 2022 elabora Braille Stellato, un alfabeto in cui i punti del braille diventano “corpi celesti” e costellazioni da leggere con le dita, affermando che vedere non basta: la conoscenza nasce dalla traduzione condivisa tra sguardo, tatto e memoria. Nel 2024 presenta l’ultima evoluzione in Engadina Braillight, sculture di legno d’amaranto e luce che proseguono la riflessione sulla luce come lingua comune. 

Gli sono state dedicate mostre personali in Italia e all’estero. Vincitore del programma “Masters 2022-2027” di Cramum (2021), è stato testimonial della XV Giornata Nazionale del Braille (2022) e nel 2023 ha ricevuto il Premio alla Carriera “Alfredo d’Andrade”. Nel 2024 realizza a Parigi la medaglia Ailes de Mouette, ideata per celebrare le Olimpiadi e Paralimpiadi e i duecento anni dell’invenzione del braille. Nel 2025 il Comitato Italiano Paralimpico gli commissiona la medaglia per la Prima edizione del Premio CIP-USSI alla stampa paralimpica. Oggi è protagonista del progetto itinerante I LIMITI NON ESISTONO (Trentino, Milano, Cortina), in dialogo con i luoghi paralimpici verso Milano Cortina 2026.

Le sue opere sono presenti in collezioni e istituzioni internazionali, tra cui Victoria and Albert Museum (Londra), Museo Nazionale di Varsavia, Kunsthistorisches Museum (Vienna), Museo del Braille di Parigi, UNESCO (Parigi) la Monnaie de Paris, Comune di Cortina e Zecca Italiana. 

Instagram @fulviomorella

LAGAZUOI EXPO DOLOMITI

Nel 2018 la stazione di arrivo della Funivia Lagazuoi, a quota 2732 metri, si è trasformata in una galleria d’arte, un polo espositivo altamente tecnologico e un laboratorio di idee sulla montagna e sui modelli di turismo slow e sostenibile. Lagazuoi EXPO Dolomiti è un luogo di rielaborazione culturale che genera veri e propri contenuti curatoriali, come Lagazuoi Winning Ideas Mountain Awards, un concorso che punta i riflettori su materiali, tecnologie, applicazioni, soluzioni high tech legati alle terre alte, e Lagazuoi Photo Award, che punta a sviluppare un linguaggio visivo originale sulla montagna. In questa struttura accessibile e autosufficiente sul piano energetico trovano posto sale espositive, una sala per manifestazioni e meeting e un terrace bar, che rendono il complesso un luogo perfetto per ospitare eventi. Tutto questo in una posizione strategica, tra Cortina d’Ampezzo e l’Alta Badia, nel cuore delle Dolomiti Patrimonio Unesco. 

https://lagazuoi.it/   
Instagram @lagazuoidolomiti

SIBILLE Voci oltre il tempo, oltre la pietra a cura di Antonio Iommelli

 

Comune di Lugo Lugo Musei | Museo Francesco Baracca / Casa Rossini ESODO PRATELLI. UN RITORNO A CASA

 

CANTINE D'ITALIA 2026 per coloro che ritengono che il vino valga un viaggio

 


911 cantine selezionate, 9 Premi Speciali, 270 Impronte Go Wine

La nuova edizione della Guida per l’Enoturista di Go Wine

Un invito a camminare l’Italia del vino

 

 

È uscita la nuova edizione 2026 di Cantine d’Italia, la Guida per l’Enoturista a cura di Go Wine.

L’evento di presentazione e premiazione si è tenuto sabato scorso 29 novembre Milano presso l’Hotel Melià, alla presenza di un folto pubblico di giornalisti, rappresentanti di cantine selezionate nel volume, enoappassionati.

Cantine d’Italia 2026 si presenta con 911 cantine selezionate, 270 “Impronte d’eccellenza” per l’Enoturismo, oltre 5.180 vini segnalati, circa 1.650 indirizzi utili per mangiare e dormire.

 

Sviluppando la sua connotazione al racconto attraverso anche 8 interviste a uomini e donne del vino, con una sezione dedicata ai “Musei del Vino”, raccontando luoghi di cultura all’interno di 17 cantine italiane.

 

Si tratta di una Guida alle Cantine, con una sua identità specifica, che ha la cantina come riferimento.

Come luogo anche simbolico, oggi sempre più meta di tanti enoappassionati e anche come luogo fisico dove uomini e donne del vino operano e progettano il loro lavoro, dove sono portatori di storie e tradizioni familiari, oppure di più recenti investimenti.

Per coloro che vogliono approfondire i temi dell’enoturismo, per i curiosi che vogliono avvicinarsi al vino e che trovano qui non solo vino, ma narrazione di storie e vicende che aiutano a comprendere perché il vino fa parte della cultura di un grande Paese come l’Italia.

 

E’ una bella visione d’Italia fatta di tanti luoghi, radici e tradizioni, ma è anche espressione della capacità di tanti viticoltori: fanno “viaggiare” in tutto il mondo le loro bottiglie e promuovono l’attenzione e il piacere di andare a conoscere i luoghi dove quelle bottiglie nascono.

 

Il riferimento alla “Cantina” perché è diventata a pieno titolo un luogo di promozione del territorio, perché comunica con la sua realtà un’identità territoriale fatta di tutto quanto ruota attorno: il paesaggio, i vigneti, la tradizione del luogo, i borghi.

Quindi non è una Guida tradizionale ai vini, come recensione e punteggi di singole etichette ma un volume che sviluppa il tema della narrazione a fianco della selezione dei vini e consente di approfondire conoscenze con tantissimi dati e notizie.

 

Raccontando la cantina, si raccontano le vicende che stanno attorno al vino e aiutano meglio a comprendere il profilo di ogni realtà e ovviamente i vini che ciascuna cantina esprime.

Una Guida edita da Go Wine e che mantiene inalterata la sua mission: promuovere la grande accoglienza italiana in cantina e comunicare anche attraverso un volume l’identità dell’associazione.

 

«La Guida ogni anno si arricchisce di spunti e di temi; sempre uniti dall’obbiettivo di fondo – dichiara Massimo Corrado, presidente di Go Wine e direttore editoriale –: raccontare attraverso l’Italia del vino una bella idea d’Italia, uno dei volti più belli del nostro Paese. Tenere alta l’attenzione su questi temi, a favore del settore, al termine di un anno non facile per il vino italiano. Il tema del racconto, delle persone che animano la cantina, dei vini spesso espressione di una bella progettualità, stanno alla base della Guida.

Il vino è così la chiave per ascoltare il racconto di un luogo, di una terra, respirandone le atmosfere».

 

Ora alcune notizie che riguardano contenuti nel volume:

 

Le “Finestre sul vino” dell’edizione 2026 sono firmate da Carlo Macchi (direttore di Winesurf) e Angelo Radica, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino.

Le interviste che aprono la Guida e rafforzano il tema del racconto che caratterizza il profilo del volume, riguardano otto uomini e donne del vino di altrettante regioni italiane.

Si tratta di: Andrè Gerbore, Cave des Onze Communes (Valle d’Aosta), Gian Paolo Repetto, Vigneti Repetto (Piemonte), Wolfgang Tratter, Arunda (Alto Adige), Hilde Petrussa, Vigna Petrussa (Friuli Venezia Giulia), Gianluca Mirizzi, Montecappone (Marche), Libero Rillo, Fontanavecchia (Campania), Antonio Teora, Cantina di Venosa (Basilicata), Carmela Pupillo, Pupillo (Sicilia).

 

Le copertine regionali arricchiscono il corredo grafico dell’edizione 2026. All’inizio di una regione le pagine di copertina presentano in una sorta di sommario le cantine selezionate, suddivise nelle diverse denominazioni o territori di riferimento. Per offrire un ulteriore contributo al lettore nel momento in cui deve costruire un itinerario.

 

La visita in cantina, il costo

Per il secondo anno la Guida promuove il tema del costo della visita in cantina, con un contenuto che arricchisce i dati della Guida. E’ un elemento di forte novità, che si introduce per il secondo anno e che segna anche un necessario adeguamento sul piano della comunicazione.

Da fattore un tempo basato sullo spontaneismo, da elemento di novità della vita del viticoltore, la visita in cantina si è sempre più affermata come un tema importante caro a tanti enoappassionati e strategico per molte cantine.

Il tema del prezzo si è così inserito, come fattore da conoscere e comunque da monitorare.

Cantine d’Italia 2025 ha così chiesto alle cantine di indicare il costo di un’esperienza base in cantina ed il costo di un’esperienza più completa.

Lasciando piena libertà nel rispondere, ipotizzando anche la gratuità per un’esperienza base e comunque ponendosi in attenzione per analizzare i dati e il comportamento delle cantine.

Nasce uno screening importante e per certi aspetti unico che rinnova anche nei contenuti il volume e apre un nuovo fronte di analisi e di informazione.

Con un comunicato stampa a parte invieremo i risultati dell’indagine che è scaturita.

 

I Musei del Vino

E’ un elemento di novità che si rafforza per il secondo anno consecutivo: pone in evidenza operazioni di valenza culturale promosse da 17 cantine che sono selezionate nella parte introduttiva del volume. Da nord a sud si promuove così uno speciale itinerario percorrendo i Musei del Vino in cantina, altra pagine significativa legata al tema dell’accoglienza.

Musei e cantine selezionati sono: Bersano, Castello di Razzano e Luca Ferraris (Piemonte), Ricci Curbastro (Lombardia), Cà Rugate e Zeni F.lli (Veneto), La Tosa (Emilia Romagna), Dianella e Fattoria dei Barbi (Toscana), Lungarotti (Umbria), D’Ambra e Mastroberardino (Campania), Leone de Castris e Produttori di Manduria (Puglia), Librandi e Iuzzolini (Calabria), Quartomoro (Sardegna),

 

Sono in totale 270 le “Impronte Go Wine” nell’edizione 2026: esse rappresentano un segno di “eccellenza” nel campo dell’Enoturismo nazionale e costituiscono una sorta di segno ideale che Go Wine attribuisce alle cantine che hanno conseguito un alto punteggio nella valutazione complessiva su sito, accoglienza e profilo produttivo.

Si tratta dei tre fattori su cui si compone la presentazione delle singole cantine e su cui si definisce una loro valutazione.

Sito: il luogo ove si trova la cantina, guardando anche alla cantina medesima dal punto di vista architettonico; ma anche sito da intendersi come il patrimonio complessivo di vigneti di cui dispone la cantina.

Accoglienza: la vocazione della cantina ad “aprirsi” all’esterno al pubblico con una parallela attività, sia in ambito recettivo: agriturismo, B&B o ristorazione, sia svolgendo iniziative culturali che si rivolgono al mondo esterno.

Vino: il profilo produttivo dell’azienda valutato nel tempo, al di là dell’esito di una singola vendemmia; tenendo conto del carattere della produzione, della eccellenza di alcune etichette, della particolare cura verso specifiche tipologie di vini.

 

Nella speciale classifica per regioni che ogni anno si aggiorna, si conferma ai vertici la Toscana con 56 impronte, seguita da Piemonte (49) e Veneto (30).

 

Sono 25 le cantine che nella edizione 2026 raggiungono il vertice delle Tre Impronte Go Wine”.

Entra in questa speciale graduatoria la cantina Argiolas (Sardegna), e si aggiunge e

Entrano in questa speciale graduatoria: Cà Rugate e Masi (Veneto) e La Raia (Piemonte); si aggiungono a:

Badia a Coltibuono (Toscana); Bellavista (Lombardia); Ca’ del Bosco (Lombardia); Ca’ Rugate (Veneto); Capezzana (Toscana); Castello di Gabiano (Piemonte); Castello di Fonterutoli-Marchesi Mazzei (Toscana); Castello Vicchiomaggio (Toscana); Roberto Ceraudo (Calabria); Ceretto (Piemonte); Donnafugata (Sicilia); Feudi di San Gregorio (Campania); Ferrari (Trentino); Florio (Sicilia); Fontanafredda (Piemonte); La Raia (Piemonte); Lungarotti (Umbria); Malvirà (Piemonte); Mamete Prevostini con Convento San Lorenzo (Lombardia); Masciarelli (Abruzzo); Masi (Veneto); Mastroberardino (Campania); Planeta (Sicilia); San Felice (Toscana).

 

 

I Premi Speciali

La Guida assegna infine 9 “Premi Speciali”: intendono porre in evidenza alcuni temi della Guida e attribuire riconoscimenti a cantine che hanno raggiunto particolari livelli di eccellenza in determinati ambiti.

Ecco la sequenza dei premi speciali di Cantine d’Italia 2026:

 

Premio “Alto Confort”

per l’ospitalità aziendale dell’anno

Masseria Celentano

LONGO ALBERTO (San Severo, Puglia)

Il riconoscimento intende valorizzare l’importante opera svolta dalla cantina a favore dell’enoturismo, nel contesto della campagna di San Severo. Con investimenti e visioni per sviluppare nel segno dell’accoglienza il progetto della cantina.

Con la Masseria a pochi chilometri dalla sede della cantina in Lucera.

 

Premio “Cantine Golose”

per la Tavola aziendale dell’anno

Ristorante Tenuta San Michele e Palazzo Scammacca

MURGO (Santa Venerina, Sicilia)

Fra il versante est dell’Etna e il centro storico di Catania, il riconoscimento premia la cantina per aver operato da molti anni a favore dell’enoturismo sull’Etna. Una visione storica nella Tenuta San Michele, una seconda e importante realtà con il Palazzo Scammacca.

 

Premio “Cantine Meravigliose”

per l’EnoArchitettura dell’anno

CANTINA TRAMIN (Termeno, Alto Adige)

Un Premio con più motivazioni, valorizzando l’architettura della cantina realizzata alcuni anni fa da Werner Tscholl. Come segno di bellezza che invita all’accoglienza, affermando grandi visioni nel ruolo sociale della cooperazione

 

Premio “Enocultura”

PAOLO E NOEMIA D’AMICO (Castiglione in Teverina, Lazio)

Il riconoscimento intende valorizzare il rapporto fra vino e cultura, premiando l’intuizione di allestire il percorso verso la cantina, negli spazi dei giardini sospesi, come una straordinaria mostra permanente a cielo aperto di opere d’arte.

 

Premio “Autoctono si nasce”

Boca

LE PIANE (Boca, Piemonte)

Omaggio all’opera svolta dalla cantina a favore del Boca, storica denominazione nelle terre dell’Alto Piemonte. Con un’etichetta che richiama da sempre il rapporto fra vino e terra, in luoghi storici del vino piemontese.

 

Premio “Buono…non lo conoscevo!”

Ravenna Igt Famoso Vip

LA SABBIONA (Faenza, Emilia Romagna)

Il premio è dedicato a vini autoctoni con particolare attenzione a quelli rari o meno conosciuti dai consumatori. Va in Romagna per l’originale lavoro da Mauro Altini nella sua cantina La Sabbiona a favore delle varietà rare. Affermando il valore di una viticoltura di territorio che non si compone solo di vini più noti e affermati ma porta nel calice tante espressioni meno conosciute che appartengono al patrimonio viticolo italiano.

 

Premio “Vini Storici d’Italia”

Verona Igt Rosso Campofiorin

MASI (Sant’Ambrogio di Valpolicella, Veneto)

Il riconoscimento va in Veneto e alle visioni di Guido Boscaini per un vino nato nel 1964 con la creazione di un vero e proprio protocollo di produzione, poi ceduto alla Camera di Commercio di Verona nel 2006. Vino legato alla storia della Valpolicella.

 

Premio “Gioacchino La Franca”

riconoscimento della Community dei soci Go Wine per l’esperienza in cantina dell’anno

CANTINE BELISARIO (Matelica, Marche)

Un premio speciale legato ad un socio speciale come Gioacchino La Franca, scomparso nel 2020, con un percorso di 15 anni in Go Wine, guidando i soci di Savona in mille itinerari nei territori del vino italiano. Un premio che valorizza l’ospitalità come esperienza vissuta, associando valor umani e sociali.

 

 

Premio “La vigna da camminare”

Vigna-Museo Memorie di Vite

QUARTOMORO (Marrubiu, Sardegna)

Un premio speciale della Guida che esalta il rapporto fra il viticoltore e la sua terra. Dove la vigna da camminare è il segno del lavoro e della fatica, ma è anche al contempo il luogo della bellezza, della emozione che il vigneto sa trasmettere osservando la natura. Qui in particolare la vigna diventa anche Museo nelle visioni di Piero Cella, con 54 varietà autoctone della Sardegna da osservare.

 

La Guida Cantine d’Italia 2026 è edita dall’associazione Go Wine e nasce da un’idea di Massimo Corrado che ne cura il coordinamento e la direzione editoriale. Conferma l’impegno dell’associazione volto ad affermare, anche attraverso la Guida, i principi ispiratori dell’attività associativa. La redazione Go Wine cura la redazione di tutto il volume e del repertorio delle cantine selezionate, con i contributi e le segnalazioni di giornalisti e delegati e soci Go Wine in Italia.

 

Le 911 cantine presenti nel volume sono state scelte in base all'esperienza diretta.

Per ogni cantina una pagina ricca di notizie: dall’anagrafica aziendale ai dati sulla produzione, ai referenti interni da contattare; dai giorni e gli orari di visita alle informazioni stradali; novità di questa edizione l’indicazione del costo della visita in cantina (là ove segnalato dalle cantine medesime), indicando la cifra per un’esperienza base e la cifra per un’esperienza più completa. La parte più importante è legata al racconto delle suggestioni che la cantina e il suo contesto offrono al visitatore, oltre ad una serie di utili appunti sui vini aziendali con indicazione del vino top e degli altri vini da conoscere.

Ogni cantina è presentata attraverso una valutazione in stelle (su scala 5), suddivisa nei tre aspetti che sono ritenuti rilevanti dalla Guida: il sitol'accoglienza e i vini.

Resto confermato lo spirito dell'opera: spingere l'appassionato a viaggiare per conoscere il fascino del territorio del vino italiano attraverso il racconto di molti suoi interpreti d'elezione.

 

Erion partner dell’evento

Prosegue il percorso di Go Wine verso una sempre maggiore consapevolezza e sensibilità sui temi ambientali, elemento ormai centrale nella strategia e nelle attività dell’associazione. Accanto alle iniziative già avviate per ridurre l’impatto ambientale degli eventi – dalla raccolta dedicata dei tappi in sughero all’utilizzo di materiali riutilizzabili, fino a una più attenta gestione della raccolta differenziata – Go Wine intende oggi proporre soluzioni concrete anche a favore dei propri associati.

 

In questo quadro si è inserito l’intervento del Direttore Generale di Erion Professional Walter Rebosio, e del Direttore Generale di Erion Packaging Andrea Bizzi, protagonisti di un approfondimento dedicato al tema della gestione responsabile dei rifiuti derivanti dalle attività produttive.

 

Erion Professional è il Consorzio del Sistema Erion dedicato ai Produttori che immettono sul mercato esclusivamente Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE) professionali, mentre Erion Packaging è il Consorzio specializzato nella gestione dei rifiuti di imballaggi delle medesime AEE e delle batterie. La presenza dei due Direttori Generali ha offerto spunti operativi e aggiornamenti normativi di grande interesse, contribuendo a rafforzare l’impegno di Go Wine nel promuovere un modello di sviluppo sostenibile lungo tutta la filiera.

 

In questo quadro si sono inseriti gli interventi del Direttore Generale di Erion Professional Walter Rebosio, e del Direttore Generale di Erion Packaging Andrea Bizzi, protagonisti di un approfondimento dedicato al tema della gestione responsabile dei rifiuti derivanti dalle attività produttive.

 

Erion Professional è il Consorzio del Sistema Erion dedicato ai Produttori che immettono sul mercato esclusivamente Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE) Professionali, mentre Erion Packaging è il Consorzio specializzato nella gestione dei rifiuti di imballaggi dei prodotti tecnologici. La presenza dei due Direttori Generali ha offerto spunti operativi e aggiornamenti normativi di grande interesse, contribuendo a rafforzare l’impegno di Go Wine nel promuovere un modello di sviluppo sostenibile lungo tutta la filiera.