Un programma di mostre, ricerche e nuove produzioni
MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli Via Giappone, Termoli (CB) |
Termoli, 19 dicembre 2025. Mostre, ricerche e nuove produzioni che interrogano il presente e le sue fratture, tra memoria, natura, diritti e immaginari politici: il MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli presenta il programma espositivo 2026, confermando il proprio impegno come spazio di ricerca, confronto e produzione culturale, capace di accogliere pratiche artistiche eterogenee e voci internazionali.
Ad aprire il programma è l’ultimo mese della mostra SCOLLAMENTI: La collezione in circolo, prorogata fino al 31 gennaio 2026 e accompagnata da un ricco public program pensato per coinvolgere pubblici diversi con pratiche partecipative e divulgative: prossimo appuntamento il 10 gennaio con Il labirinto aromatico, un laboratorio sensoriale con l’illustratrice termolese Laura Fanelli che intreccia arte, natura e percezione olfattiva. Il 17 gennaio si prosegue con Scopri le storie dell’arte contemporanea, un incontro con la curatrice marchigiana Matilde Galletti dedicato alla lettura e alla comprensione delle pratiche artistiche contemporanee, concepito come avvicinamento e dialogo con i linguaggi dell’arte di oggi.
Dal 20 febbraio al 16 maggio 2026, il museo presenta la mostra personale di Zehra Doğan: Io, testimone a cura di Francesca Guerisoli: installazioni, bambole, video e arazzi, per ripercorre l’esperienza di prigionia che ha profondamente segnato e trasformato la pratica dell’artista, facendo emergere il passaggio da una condizione di oppressione a simbolo di forza e attivazione sociale. Artista, attivista e giornalista curda, Doğan utilizza il disegno come strumento di resistenza e denuncia, dando voce in particolare alla lotta per i diritti umani e delle donne. La figura femminile, sospesa tra infanzia e mitologia – incarnata nell’immagine della dea serpente – diventa nelle sue opere emblema di lotta, trasformazione e rinascita.
Dal 5 giugno al 26 settembre 2026, gli spazi museali ospitano le nuove produzioni delle artiste Silvia Mariotti e Ingrid Hora realizzate con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito dell’Italian Council (13ª edizione, 2024). Con queste due mostre parallele, le loro opere entrano a far parte della collezione permanente del museo, rafforzando il ruolo del MACTE come luogo di committenza e valorizzazione della ricerca artistica contemporanea. Con Anime di Cristallo, Silvia Mariotti sviluppa un progetto che nasce da un’indagine sulle peculiarità geologiche, botaniche e culturali dell’arcipelago delle Isole Azzorre. Attraverso fotografie e sculture, l’artista costruisce ecosistemi ibridi popolati da creature immaginarie, frutto della fusione tra elementi organici e inorganici, che si presentano come fossili contemporanei. Ingrid Hora presenta invece Cloud Catchers a cura di Emanuele Guidi, un’esposizione che prende forma da immagini in movimento filmate dall’artista nel Mar Mediterraneo e montate secondo una coreografia visiva. Il ritmo serrato del video dialoga con flussi di immagini provenienti dai social media e da piattaforme scientifiche, evocando il desiderio ancestrale dell’umanità di dominare e contenere l’acqua. Il progetto si concretizza in un’installazione video a tre canali, arricchita da interventi scultorei che ampliano la riflessione sulle forme e sui dispositivi utilizzati per raccogliere, condensare e preservare questa risorsa primaria.
Nel periodo autunnale 2026, da ottobre 2026 a gennaio 2027, a un anno dalla vittoria del premio mostra alla 64ª edizione del Premio Termoli, il museo presenta infine la mostra personale di Elisa Giardina Papa. La pratica dell’artista si concentra sull’emersione di storie dimenticate, luoghi periferici e miti legati alla femminilità, attraverso una ricerca approfondita su archivi storici e sociali. Video installazioni e film sperimentali mettono in discussione le narrazioni dominanti su storia, progresso, confini e costrutti socio-culturali come genere e sessualità.
Con un programma che intreccia produzione, ricerca e valorizzazione della collezione, il MACTE con la direzione di Caterina Riva, continua a proporsi come un’istituzione attenta alle urgenze del presente e alle prospettive future dell’arte contemporanea, offrendo al pubblico degli strumenti per leggere le trasformazioni culturali, sociali e politiche del nostro tempo. |
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