Geografia fisica
Il territorio di Basalghelle comprende
l'area nordoccidentale del comune. È una zona ricchissima di acque,
ricadenti nel bacino del Livenza: il piccolo abitato si trova sulla
riva destra del fiume Rasego; all'estremità settentrionale scorre
invece il canale Resteggia, mentre a sud si snoda la Fossa.
Storia
Le origini del nome
Come altri toponimi simili, Basalghelle
sembra derivare da "basilica", "luogo sacro". Si
può tuttavia notare anche un suffisso del tipo -ego (o anche -ago,
-igo): sarebbe di origine celtica e significa "acqua",
attraverso il friulano aghe; un possibile riferimento, dunque, ai
vari corsi d'acqua della zona.
Basalghelle è citata nel testamento di
Gaia da Camino, morta nel 1311. Il centro si sarebbe infatti
sviluppato per ospitare i castellani di Portobuffolè.
Nel medioevo fu forte la presenza
benedettina con la chiesa dei Santi Mauro e Macario e il monastero
delle Baite.
Sotto Napoleone, fu sede di un comune
inquadrato nel dipartimento del Tagliamento con frazioni Baite di
Basalghelle, Cornarè e Rigole.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa parrocchiale
Di origini molto antiche, subì una
prima ricostruzione nel 1708; ne risultò un edificio in stile
romanico a navata unica. Sul finire del Ottocento la chiesa fu
nuovamente rifatta su progetto di Domenico Rupolo; completata nel
1922-24 con l'aggiunta di alcuni ampliamenti, fu infine consacrata
dal vescovo di Ceneda Eugenio Beccegato il 4 ottobre 1924. Fu
danneggiata durante la seconda guerra mondiale ad opera degli
occupanti tedeschi.
Gli autori delle decorazioni provengono
dalla bottega di Giuseppe Francini. Sul presbiterio è esposta la
pala di Antonio Maria Morera, mentre l'altare maggiore, sempre
progetto del Rupolo, fu realizzato dai marmisti Giuseppe Zanette e
Giuseppe Santuz. Il complesso è completato dalla cappella del
Santissimo Rosario, finanziata dai coniugi Pasqualy-Zecchinato in
ricordo delle contesse Aganoor.
Il campanile fu costruito nel 1869 e
presenta tre campane provenienti dalla fonderia De Poli di Vittorio
Veneto; una di queste fu premiata all'Esposizione di Roma del 1869,
motivo per cui fu risparmiata dalle requisizioni degli Imperi
Centrali durante la Grande Guerra.
Basalghelle, già cappella dipendente
dalla pieve di Mansuè, venne elevata a parrocchia nella prima metà
del Seicento (forse nel 1624; i registri cominciano dal 1626).
Chiesa dei Santi Mauro e Macario
La chiesa dei Santi Mauro e Macario, in
località Cornarè, risale all'XI secolo ed è probabilmente legata
alla presenza di un monastero benedettino. La collocazione non è
casuale: sorge infatti lungo l'antica via dei Sali, la strada che,
collegando Portobuffolè a Ceneda e al Cadore, servì alla
Serenissima per il commercio del sale con il Centro Europa; è
possibile, dunque, che alla chiesa fossero annessi dei piccoli
edifici per ospitare i viandanti.
L'interno dell'edificio è a navata
unica ed è concluso dalla pregevole travatura del soffitto.
Sulle pareti dell'altare maggiore vi
sono alcuni affreschi di varia epoca. Il più recente reca la data
1608 e rappresenta la Vergine in trono con Bambino con i santi Mauro
e Macario ai lati e il Padre Eterno benedicente; sarebbe, secondo
alcuni, di Silvestro Arnosti. L'opera si sovrappone ai resti di
pitture quattrocentesche raffiguranti, pare, la Vergine in trono con
Bambino, con i santi Mauro e Macario ai lati e, alle estremità
sinistra e destra, San Rocco e Giobbe. Durante la terribile peste del
1630 i muri furono imbiancati per ragioni igieniche. Successivamente
vi fu addossato un altare ligneo dei Ghirlanduzzi (oggi trasferito
nella parrocchiale), che riproduceva nella struttura architettonica e
nella pala che lo adornava i medesimi soggetti dell'affresco. Il
dipinto fu trafugato nel 1979, ma questo episodio ha messo in luce
gli affreschi di cui si è appena parlato.
La scoperta ha dato il via a un
importante restauro svolto tra gli anni ottanta e i novanta. Tra
l'altro, si è ridato nuovo lustro alla bella campana posta sul
campaniletto a vela che sovrasta al centro la facciata, proveniente
dalla fonderia De Poli di Vittorio Veneto.
Architetture civili
Interessanti alcuni palazzi signorili:
villa Aganoor (dove visse la poetessa Vittoria Aganoor, oggi
proprietà della famiglia Arrigoni), villa Frova, villa Parpinelli.
Aree naturali
Bosco di Basalghelle
Antica proprietà degli Arrigoni, si
estende su appena 14 ha ma ha un'importanza naturalistica e storica
fondamentale, essendo uno dei rari resti delle selve che un tempo
ricoprivano l'intera pianura Padana. La presenza di foreste tra il
Piave e il Livenza è attestata ancora in un documento del 1741 e
allora erano abbastanza estese da poter soddisfare il fabbisogno
della Serenissima.
La biodiversità presente è notevole:
per quanto riguarda la sola flora arborea, si ricordano farnie,
carpini bianchi, frassini, ornelli, olmi e aceri campestri; della
fauna, si notano varie specie di uccelli, tra i quali alcuni
stringiformi, e diversi insetti.
Il bosco di Basalghelle è considerato
un sito di interesse comunitario e una zona di protezione speciale ed
è tutelato dal Corpo Forestale dello Stato.
Geografia antropica
Attorno a Basalghelle gravitano altre
località minori, in particolare le borgate di Rigole (a nordest) e
Cornarè (a nordovest).
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