Dal 5 marzo al 9 aprile ricco programma di iniziative in
tutto il Paese partendo dal Centro Italia: rinascere vuol dire
riattivare anche strade, ferrovie, camminamenti, greenways, piste
ciclabili, per un turismo alternativo, volano della ripresa
(mi-lorenteggio.com) Milano, 4 marzo 2017 -
Si svolgerà il 5 marzo la 10ª edizione della "Giornata delle Ferrovie
NON Dimenticate", data che dà avvio al ricco calendario di iniziative
del "Mese della Mobilità Dolce" in programma dal 5 marzo al 9 aprile
2017 organizzate da Co.Mo.Do. (Confederazione Mobilità Dolce). Nata con
la missione di censire, salvaguardare e valorizzare i cammini di
Mobilità Dolce, la difesa delle linee ferroviarie in esercizio o di
treni turistici, la Confederazione vede oggi, nella sua lungimirante
proposta, un grande riconoscimento: la legge appena approvata alla
Camera per lo sviluppo delle Ferrovie Turistiche, sostenuta da Co.Mo.Do.
e di cui ora è attesa definitiva approvazione al Senato. Numerosi gli
eventi organizzati nella Giornata delle Ferrovie NON dimenticate e nel
Mese della Mobilità Dolce, sulle 18 linee turistiche previste nel
decreto e le altre presenti in tutta Italia, viaggi "delle meraviglie"
lungo le tratte storiche e turistiche, camminate su vecchie ferrovie e
stazioni abbandonate organizzate da Legambiente e Italia Nostra, insieme
a decine di pedalate organizzate dall’associazione FIAB, treni
turistici promossi dall’Associazione ferrovie turistiche e museali tra
cui un treno organizzato sulla spettacolare linea Sulmona-Carpinone, la
cosiddetta "Transiberiana d'Italia" dall’associazione Le Rotaie con
Fondazione FS, escursioni ed iniziative di associazioni locali: dalla
Noto-Pachino (conosciuta come la "Ferrovia del Vino", perché utilizzata
per la spedizione viti-vinicola verso il Nord-Italia e la Francia), al
Treno Barocco, allestito con rotabili storici, alla Pontremolese lungo
la via Francigena, al treno della Sila, alla Valmorea, al treno della
Magna Grecia alla riscoperta dei siti archeologici da Crotone a Sibari,
lungo i binari della storica linea ferroviaria che dal 1875 lambiscono
il mar Jonio. L'elenco completo è disponibile su www.mobilitadolce.net
Partenza: 5 marzo da Macerata (ore 15.00) con il convegno "Il turismo
lento come volano per la rinascita delle aree terremotate", città
simbolicamente scelta per affermare che la ricostruzione dell'Italia
Centrale duramente colpita dal sisma non può prescindere da
infrastrutture sostenibili secondo i principi della Mobilità Dolce.
Co.Mo.Do. chiede, dunque, che vengano previste risorse per il
ripristino delle ferrovie, il rinforzamento delle tratte ferroviarie
minori, piste ciclabili e cammini lungo i sentieri secondari dei parchi.
Un modo propositivo per permettere, a questi luoghi di grande vocazione
turistica, di ripartire riattivando proprio quelle infrastrutture dolci
nel paesaggio di ripercorrerlo il prima possibile perché facciano da
volano per la ripresa. Il mese della Mobilità Dolce si chiuderà in
Friuli, duramente segnato dal devastante terremoto nel 1976, simbolo
della "ricostruzione possibile", Qui si svolgerà un convegno il 31
marzo, poi il 1 e 2 aprile Udine per poi arrivare alle linee
transfrontaliere in Friuli, per sottolineare come con il treno si
possano oltrepassare i confini e legare geografie apparentemente
lontane. Proprio l'amministrazione Regionale del Friuli ha recentemente
deciso di riattivare la ferrovia Pedemontana Sacile Gemona, interrotta
alcuni anni fa da una frana e di cui si temeva il definitivo abbandono.
La riapertura riguarderà sia il servizio di pendolari e studenti,
segnatamente nei giorni feriali, sia i treni turistici, soprattutto nel
fine settimana. Se opportunamente integrata con le altre forme di
mobilità sostenibile, in primis con l'escursionismo a piedi e in bici,
pensiamo che la scelta friulana possa trasformarsi in un grande
successo, come è avvenuto in Alto Adige con la linea Merano Malles, dove
si lavora alla elettrificazione per far fronte alla crescita
esponenziale del traffico. "Nell'anno dedicato dalle Nazioni Unite al
Turismo sostenibile e dal MiBact ai Piccoli Borghi, mentre le
istituzioni sono chiamate a prendere decisioni strategiche per la
ricostruzione di tanti comuni devastati e per riportare sul territorio
occasioni di lavoro altrimenti perdute - afferma Massimo Bottini,
presidente di Co.Mo.Do. - è necessario guardare non solo alla ricucitura
della maglia stradale, evitando infrastrutture impattanti sull'ambiente
che aggiungerebbero ulteriore degrado, ma a tutte le forme di mobilità
rispettose dell'ambiente, a partire dalle ferrovie". Per Marco Parini,
presidente Italia Nostra "Da rami secchi le ferrovie dismesse, sospese o
abbandonate possono trasformarsi in modello di vita e trasporto
quotidiano, ma anche in opportunità economica di sviluppo occupazionale e
territoriale". Quella rete dismessa di grande valore tecnico e
storico, se opportunamente sistemata, può attivare un altrettanto valore
culturale per l’intero territorio - ha dichiarato Giulietta Pagliaccio,
Presidente FIAB. Un aspetto non trascurabile ma, al contrario, da
sottolineare è la funzione delle ferrovie in caso di calamità, come
avvenuto per L'Aquila nel 2009 dove sono state utilizzate per un primo
intervento della Protezione Civile. Hanno, quindi, dimostrato la propria
utilità, che era messa in discussione da chi, in tempi non lontani, ne
preconizzava addirittura la chiusura, come nel caso della Terni-L'Aquila
o delle tratte per Ascoli e Teramo. Le ferrovie, in Centro Italia, sono
state risparmiate dal sisma, aspetto che dovrebbe incentivare al loro
utilizzo e potenziamento investendo in queste ferrovie parte dei fondi.
Laddove invece il terremoto le aveva colpite, per esempio quelle del
Belice nel 1968, ne decretò il successivo e definitivo abbandono.
"Vista la vicinanza di Udine ai confini orientali del nostro Paese - e nell'approssimarsi del centenario dalla fine della Grande Guerra, che proprio tra quei monti fu sanguinosamente combattuta - ha sottolineato Massimo Ferrari, presidente UTP (Unione Trasporti Pubblici) sarà organizzata una Maratona Ferroviaria attraverso i confini che separano l'Italia dalla Carinzia austriaca e dalla Slovenia. Lungo ferrovie che sono state percorse da grandi espressi europei tra Venezia e Vienna, tra Monaco e Belgrado, persino tra Parigi e Istanbul e che oggi sono colpevolmente sottoutilizzate. Basti pensare come tra Trieste e Lubiana (la capitale più vicina alle frontiere italiane) da qualche anno non circoli più alcun treno passeggeri". "In un momento in cui molti vogliono erigere muri per difendere le piccole patrie - conclude il presidente di Co.Mo.Do. - in una stagione in cui il vento dei nazionalismi e dei particolarismi torna a soffiare impetuoso nei cieli dell'Europa, Co.Mo.Do. e tutte le associazioni confederate desiderano lanciare un messaggio di pace e di fratellanza ai popoli vicini, che si concretizzi anche attraverso la ricucitura dei collegamenti ferroviari transfrontalieri riaprendo i cammini che hanno consentito alle diverse culture di conoscersi e di rispettarsi". Le Associazioni di Co.Mo.Do. (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, Audax Ari Randonneaur Italia, Assoutenti UTP, Federazione Italiana Ferrovie Turistiche e Museali, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Italia Nostra, Etna Free Bike, Associazione Ferrovie in Calabria, Associazione Europea Ferrovieri, Associazione Italiana Greenways, Iubilantes, In Loco Motivi, Legambiente, Touring Club Italiano, Associazione Transdolomites, Umbria Mobilità).
Redazione
"Vista la vicinanza di Udine ai confini orientali del nostro Paese - e nell'approssimarsi del centenario dalla fine della Grande Guerra, che proprio tra quei monti fu sanguinosamente combattuta - ha sottolineato Massimo Ferrari, presidente UTP (Unione Trasporti Pubblici) sarà organizzata una Maratona Ferroviaria attraverso i confini che separano l'Italia dalla Carinzia austriaca e dalla Slovenia. Lungo ferrovie che sono state percorse da grandi espressi europei tra Venezia e Vienna, tra Monaco e Belgrado, persino tra Parigi e Istanbul e che oggi sono colpevolmente sottoutilizzate. Basti pensare come tra Trieste e Lubiana (la capitale più vicina alle frontiere italiane) da qualche anno non circoli più alcun treno passeggeri". "In un momento in cui molti vogliono erigere muri per difendere le piccole patrie - conclude il presidente di Co.Mo.Do. - in una stagione in cui il vento dei nazionalismi e dei particolarismi torna a soffiare impetuoso nei cieli dell'Europa, Co.Mo.Do. e tutte le associazioni confederate desiderano lanciare un messaggio di pace e di fratellanza ai popoli vicini, che si concretizzi anche attraverso la ricucitura dei collegamenti ferroviari transfrontalieri riaprendo i cammini che hanno consentito alle diverse culture di conoscersi e di rispettarsi". Le Associazioni di Co.Mo.Do. (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, Audax Ari Randonneaur Italia, Assoutenti UTP, Federazione Italiana Ferrovie Turistiche e Museali, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Italia Nostra, Etna Free Bike, Associazione Ferrovie in Calabria, Associazione Europea Ferrovieri, Associazione Italiana Greenways, Iubilantes, In Loco Motivi, Legambiente, Touring Club Italiano, Associazione Transdolomites, Umbria Mobilità).
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