giovedì 3 ottobre 2019

Martedì 8 ottobre ore 19.00 Alla Fondazione Adolfo Pini per il progetto Casa dei Saperi Geografie immaginarie, quale funzione?

Un incontro con Antonia Alampi, scrittrice, storica dell’arte, curatrice e co-direttore Artistico di
SAVVY Contemporary a Berlino.
 

Fondazione Adolfo Pini 
Corso Garibaldi 2, Milano

Ingresso libero fino a esaurimento posti 
Info: eventi@fondazionepini.it 

Martedì 8 ottobre alle ore 19.00, nell’ambito del progetto Casa dei Saperi, la Fondazione Adolfo Pini propone un incontro dal titolo Geografie immaginarie, quale funzione? con la scrittrice e curatrice Antonia Alampi.

Diretto da Valeria Cantoni Mamiani e a cura di Sonia D’Alto, Elisa Gianni, Itamar Gov, Cristina Travanini e Alessia Zabatino, Casa dei Saperi è il progetto della Fondazione Adolfo Pini dedicato, per il 2019/2020, alle Nuove Utopie con un alternarsi di talk, workshop, seminari, lecture e proiezioni.

Con Antonia Alampi si parlerà di immaginazione e delle sue contraddizioni. Proposto da Sonia D’Alto, componente del team curatoriale di Casa dei Saperi, l’incontro interroga la possibilità di un’appartenenza non geografica ma planetaria, basata su un’interdipendenza di tutti, animati e inanimati. Alampi, attraverso la sua ricerca curatoriale, racconta i metodi utilizzati per nutrire e stimolare i processi di immaginazione sociale, politica e naturalmente culturale.

Durante il talk Antonia Alampi parlerà di The Imaginary School Program, da lei direttoper l’organizzazione Beirut al Cairo (dove è stata curatrice tra il 2012 e il 2015), un progetto di ricerca sui flussi economici che determinano e caratterizzano il contesto dell’arte e soprattutto i suoi lavoratori precari, chiamato Future Climates. Si parlerà inoltre delle attivitá di SAVVY Contemporary a Berlino, che co-dirige dal 2016, uno dei piú importanti spazi espositivi in Europa soprattutto per quanto riguarda temi e pratiche artistiche che affrontano il post-colonialismo, la diversità culturale, l'anti-razzismo e il dialogo tra culture e filosofie non euro-centriche.
L’incontro prevede inoltre un focus particolare rivolto a uno dei suoi ultimi progetti: Geographies of Imagination, la mostra tenutasi a SAVVY Contemporary nell’autunno del 2018, a partire da una poesia scritta intorno alla seconda metà del diciottesimo secolo da Phillis Wheatley, la prima poetessa afro-americana, a essere pubblicata ed ex schiava, dal titolo On Imagination, dove l’immaginazione rappresenta un possibile spazio di emancipazione dalla schiavitù. Uno spazio necessarioper proteggere una comunità dall’ignoto, conferendo al corpo che immagina sollievo, rifugio e un’utopia personale. D’altra parte, l’immaginazioneha giocato e continua a giocare un ruolo completamente diverso. Il titolo della mostra è infatti un riferimento agli scritti di Michel Rolph Trouillot sulla questione delle false rappresentazioni, delle geografie immaginarie essenziali all'Occidente per la creazione dei suoi imperi narrativi, e per la sua riorganizzazione di significati indispensabile a legittimare la propria supremazia sull’altro da sé.

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