di Roberto Morandi
Un tempo Milano era dotata di una
fitta rete di tram interurbani (questo il termine in uso a Milano,
mentre a Torino per esempio si chiamavano intercomunali), che
collegavano la città alla provincia; alcuni sono particolarmente famosi,
come il celebre “Gambadelegn” che da Corso Vercelli partiva verso
Magenta e Sedriano o quello per Vaprio d’Adda.
O ancora la Milano-Monza, la “regina”
degli interurbani, che vedeva convogli anche di dieci vetture che
percorrevano viale Monza e Corso Buenos Aires.
Altri invece sono meno conosciuti e
hanno svolto un lavoro più umile e oscuro: c’erano ad esempio quello per
Abbiategrasso e quelli per la Brianza (linee di Carate e Limbiate).
Uno di questi ha avuto però una storia
particolare: si tratta del tram Milano-Gallarate, che a differenza
degli altri non passò mai sotto la gestione ATM e rimase sempre in mano
ad una società privata, fino alla fine del servizio nel 1966.
Il tram per Gallarate (cittadina oggi
in provincia di Varese, ma fino al 1927 milanese) nacque nel 1880-1881,
costruita in pochi mesi dalla Società Belga di Tranvie e Piccole
Ferrovie: toccava cittadine popolose come Busto Arsizio e Legnano, oltre
a tanti paesi che davano forza lavoro alle fabbriche tessili e
meccaniche così diffuse nell’alto milanese. Nel 1915 la gestione passò
alla STIE, Società Trazione e Impianti Elettrici, e si passò appunto
alla trazione elettrica, con eleganti tram in livrea bianca con scritte
oro.
Nei primissimi tempi il capolinea era
vicino al Castello, poi nel 1902 si trasferì all’ombra dell’arena
civica, di qui due anni dopo si passò all’Arco della Pace, che vide sia
le locomotive a vapore del Gambadelegn sia dal 1915 i più moderni tram
bianchi. Il capolinea all’inizio di Corso Sempione era sul lato di
Nord-Est, mentre sull’altro lato del corso passavano i binari dei tram
urbani gestiti dalla Edison.
Si rimanda all’articolo già pubblicato su Corso Sempione per ulteriori informazioni e immagini.
In origine il tram extraurbano (ancora
a vapore) incrociava a livello la linea ferroviaria di circonvallazione
ovest, quella che collegava Porta Genova con Certosa, passando dallo
scalo Sempione. Quando i tram urbani divennero elettrici, a inizio
secolo, fu necessario realizzare un ponte per permettere ai binari
tranviari di superare la ferrovia: su di esso correvano i tram cittadini
della Edison e anche l’extraurbano per Gallarate.
Nella
carta TCI del 1925 si distingue appunto il ponte separato dal resto del
viale: il tratto rosso continuo indica il percorso delle linee
tranviarie urbane, quello tratteggiato segnala i binari STIE sul lato
sinistro del viale, con il capolinea all’Arco della Pace.
Per avere un’idea di come fosse fatto il ponte, si può guardare a quello analogo di via Cenisio:
Nella carta del 1937 il ponte è
scomparso insieme alla ferrovia, sacrificata per “liberare” la città dai
binari e per dare spazio alla Fiera. Intanto anche il tram da Gallarate
ha trovato un nuovo capolinea davanti al deposito, tra le vie
Procaccini e Prina.
Nella carta il binario sul lato
Nord-Est del corso sembra molto breve, in realtà le rotaie proseguivano
per un centinaio di metri, fino all’incrocio con la successiva (andando
verso il centro) via Moscati: qui ancora oggi si può trovare l’unico
resto della tranvia STIE, il paraurti di cemento con respingente unico.
Il
deposito era poco visibile dalla strada, anche perché nel dopoguerra fu
ridotto in estensione con la costruzione di un condominio nella parte
tra via Procaccini (dove rimase solo un ingresso per autobus) e il
Corso.
La vecchia stazione STIE invece era
ben visibile, affacciata sul Corso, con la scritta muraria
“Milano-Gallarate” e una caratteristica tabella smaltata della birra
Wuhrer, che compare in numerose immagini.
Ahimè, questo piccolo e anonimo
edificio non aveva certo alcuna speranza di sopravvivere come
testimonianza storica: puntualmente, pochi anni fa è stato demolito e
sostituito da un grande palazzo bianco che ospita al piano terra una
pizzeria.
Moltissime foto del tram STIE (che dal
1933 aveva anche due brevi diramazioni che da Gallarate proseguivano
verso i paesini circostanti) sono scattate proprio in corso Sempione.
Purtroppo , dopo l’abbattimento della stazione, non rimane davvero quasi più nulla del vecchio tram STIE.
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