Iniziativa promossa dall’Università degli Studi di Milano
Cortile della Ca’ Granda, Università degli Studi di Milano, via Festa del Perdono 7
Inaugurazione 14 marzo 2018, ore 18.30, loggiato del rettorato
Performance, dalle ore 17.00
Performance, dalle ore 17.00
Mercoledì
14 marzo avrà termine il lavoro che Paolo Icaro ha iniziato due
stagioni fa sul campo del Filarete, all’interno del cortile della Ca’
Granda, con la partecipazione degli studenti dell’Ateneo.
La
terza edizione di La Statale Arte, in collaborazione con la galleria
Lorenzelli Arte, ha infatti ospitato, dallo scorso settembre, Un prato in quattro tempi,
un progetto in cui Icaro ha pensato il campo dell’Università come uno
spazio da esplorare, in una continua evoluzione di azione e di pensiero.
I
tre tempi del’intervento realizzati a settembre – dissodamento,
rastrellatura, semina – si sono rivelati gesti di insieme, atti
orchestrati da Icaro e interpretati dagli studenti dell’Ateneo: i tagli
dell’inverno sono stati atti botanici, volti a permettere alla natura di
compiere il ciclo autonomo di crescita. Il quarto tempo, quello del 14
marzo, sarà l’ultima visione dell’artista sul campo, la sua impronta su
una terra utilizzata come materia, un intervento plastico su uno spazio
preesistente.
Il
segno di Paolo Icaro sarà una spirale quadra, una forma continua, di
tradizione classica e mediterranea, già da lui proposta in Etcoetera (Square Spirals) del 1978.
Durante
la performance, che avrà inizio alle ore 17.00, Icaro esplorerà, per
l’ultima volta, il campo della Ca’ Granda, che accoglierà la sua
presenza fisica e il suo cammino.
Mentre
gli studenti scandiranno le parole che il processo della semina ha
suscitato in loro, l’artista percorrerà il campo, ponendosi ancora una
volta a misurare lo spazio, a dare fisicità al vuoto, come già dagli
inizi degli anni Settanta, quando il suo corpo diventò unità di misura
del reale: linea, movimento e misura sono gli elementi grammaticali del
suo fare scultura, i codici del suo processo creativo.
Dietro di lui, a un metro e mezzo di distanza, verrà realizzata la spirale dagli operatori.
I
quattro tempi del titolo dell’intero lavoro riportano alle quattro fasi
del processo creativo dell’artista, già da lui enunciate nel 1968 e
ancora titolo della recente monografia curata da Lara Conte: il
“faredisfarerifarevedere”.
“il
vedere precede il fare; il fare [...] fa riferimento alla gestualità
quotidiana [...] fare volume in senso plastico. Il rifare è la
ripetizione di uno o più gesti precedenti, eseguiti però ‘dopo’ e quindi
avendo presente un contesto mutato [...] Infine, il ‘vedere’, il
giudizio o distanza critica dal vedere che viene ‘dopo’ e non ‘prima’ di
avere fatto“.
Un prato in quattro tempi
è dunque una visione, uno spazio mentale e fisico che è stato in un
primo momento osservato per l’analisi, quindi agito coralmente, infine
congedato, dopo che il suolo ha conosciuto il gesto umano e il giudizio
critico si è compiuto.
Tutte le fasi del work in progress
sono state documentate da una serie di fotografie di Raimondo Santucci
(oggetto, poi, del catalogo Skira) e da riprese video ad opera del CTU –
Centro per la Tecnologia e la didattica multimediale - della Statale,
visibili al termine della performance.
Alle
ore 15.00, nella Sala di rappresentanza del rettorato di via Festa del
Perdono 7, Paolo Icaro converserà con Maria Daniela Candia, docente di
Biologia animale e Prorettore Vicario: e l’arte e la scienza troveranno
un terreno di germinazione futura.
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