Verona-Shenzhen, 19 novembre 2020
– Duecento espositori, otto paesi rappresentati, dodici masterclass due
forum e buyer provenienti da tutte le principali città della Greater
Bay Area cinese. Questa è Wine to Asia, la start up di Veronafiere al
debutto venerdì 20 e sabato 21 novembre all’Intercontinental hotel di
Shenzhen.
Una manifestazione che si aggiunge alla ventennale esperienza di
Veronafiere in Cina iniziata con il fuori salone a Chengdu e con
l’attività di roadshow in città di prima e seconda fascia che per questo
2020 ha toccato Shanghai e Xiamen.
Organizzato dalla società Shenzhen Baina International Ltd controllata
di Veronafiere in partecipazione con Pacco Communication, Wine to Asia è
un evento b2b. Proprio a Shenzhen infatti hanno sede oltre alle molto
conosciute aziende big tech, anche il 30 per cento degli importatori
cinesi di vino e la vivacità della città è in grado di influenzare i
trend della zona che va da Hong Kong a Guangzhou.
Ad esporre a Wine to Asia anche diverse collettive tra le quali quella
italiana organizzata da Ice Agenzia (la più rappresentata con circa 70
espositori), Wines of Chile, Rioja e una delle regioni emergenti della
produzione del vino in Cina, l’Huailai.
«Un particolare merito va ai produttori che hanno osservato la
quarantena imposta dal governo cinese ai passeggeri in arrivo
dall’estero per essere presenti in prima persona. Questa prima edizione,
che ha rischiato più di ogni altro evento di non tenersi, si presenta
ai nastri di partenza con numeri oltre ogni aspettativa con più di metà
aziende dall’Italia – commenta il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani –.
Non solo, sono sold out tutti gli eventi in programma e questo la dice
lunga sull’attesa di un evento in presenza anche su un mercato
fortemente orientato al digitale e all’online».
La Cina è il quinto Paese al mondo per consumi di vino in volume, alle
spalle di Stati Uniti, Francia, Italia e Germania con la quota di
mercato dell’Italia che si attesta intorno al 7 per cento. Il vino ha
dunque un grande spazio di crescita, e quello italiano ha degli assi in
più da giocare, grazie alla varietà dei vitigni autoctoni e ai valori
che il Made in Italy porta con sé.
«Il mercato cinese è in continua evoluzione con i gusti dei consumatori
che pian piano si stanno affinando. Certamente la pandemia da
Coronavirus ha avuto un impatto sul mercato e molti distributori hanno
chiuso o hanno visto una drastica riduzione dei fatturati, tuttavia
stiamo riscontrando un'evoluzione dei consumi con la richiesta di nuovi
prodotti – spiega Simone Incontro, responsabile di
Veronafiere per l’Asia –. È il caso appunto dei vini naturali che
vedremo esposti nell'area Living Wine, i quali stanno comparendo sempre
di più nei portafogli di importatori e distributori»
La sezione Living Wine, area dedicata ai vini biologici e biodinamici, è
la più grande mai vista prima sui vini naturali in
una fiera internazionale con 100 etichette e 30 aziende.
Iniziative online, poi, affiancano l’evento business fisico grazie live
streaming e flash sale con il gigante online PinDuoDuo, in
collaborazione con ICE. Espositori e visitatori, inoltre, possono
contare sulle funzionalità della mini-app Wechat di Wine to Asia.
Infine, ristoranti, wine bistro e locali della zona, in occasione della
Greater Bay area wine week, offrono menu speciali in abbinamento al
vino.
giovedì 19 novembre 2020
VERONAFIERE: DEBUTTA WINE TO ASIA 200 ESPOSITORI PRESENTI A SHENZHEN, ITALIA IN PRIMA FILA LA RIPARTENZA FISICA DELLE FIERE INIZIA DALLA CINA
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