L’Ecomuseo ha dedicato due fine settimana consecutivi alla conoscenza e all’interpretazione del patrimonio storico e naturalistico del Colle di San Martino ad Artegna. Dopo la visita archeologica di sabato scorso, partecipatissima, è la volta di un’altra visita “a tema”, per capire come si è formato il rilievo e “leggere” sul campo le sue peculiarità geologiche. A condurre la breve camminata (ma piena di sorprese e segnata da numerosi punti di interesse), in programma domenica 6 agosto di mattina, sarà il geologo Daniele Tenze, referente scientifico del Laboratorio didattico sul terremoto in piazza Municipio 5 a Gemona, dove sarà a disposizione del pubblico nel pomeriggio del sabato che precede l’uscita. Per la visita è necessaria la prenotazione, massimo 25 partecipanti. |
|
Il Colle di San Martino è un luogo paradigmatico per comprendere quanto è avvenuto sul territorio gemonese, con la geologia e la geografia che hanno orientato nel tempo gli insediamenti di popoli e gli spostamenti di carriaggi ed eserciti. Per questo è opportuno creare occasioni di approfondimento, evidenziando i rapporti e le connessioni tra territorio, comunità e patrimonio, tre capisaldi cari agli ecomusei perché fanno comprendere che nulla su un comprensorio avviene per caso. Confrontarsi con gli esperti di varie discipline legando i fili di saperi e competenze, qualunque sia il contesto geografico che si prende in considerazione, rende il cittadino più consapevole e responsabile. |
|
«La morfologia dolce del Colle di San Martino deriva dal modellamento esercitato dall’azione glaciale e successivamente da quella di dilavamento determinata dagli agenti meteorici. La roccia che contraddistingue l’altura viene genericamente indicata col nome di Flysch, una successione litologica sedimentaria data dall’alternarsi quasi regolare di strati arenacei e marnosi o argillosi con banchi calcarenitici, calciruditici e conglomeratici a cemento sia carbonatico che pelitico. La potenza, ovvero lo spessore dello strato roccioso, è variabile: dai millimetri delle lame argillose alle poche decine di centimetri degli strati arenacei o marnosi, ai cento o più centimetri dei banchi sia marnosi che clastici grossolani». (tratto da “Artegna, Ecomuseo. Parco archeologico del Colle di San Martino”) |
|
|
|
Nessun commento:
Posta un commento