Entrambi appartengono per vocazione a questa terra, alla sua luce misteriosa e limpida del suo lago, dei cui riverberi la loro arte si è costantemente nutrita.
Un lungo corridoio conduce all’ultima stanza, ma strada facendo si possono ammirare acrilici e pastelli dalla forte personalità e dalle linee saettanti, composizioni di esplosive forze cromatiche e di magnetismi cosmici. A metà percorso alcuni bozzetti di sculture dalle superfici ossidate e maculate di stagno, le cui forme ricordano i nembi, e Totem (2015) dalle macchie rosso puniceo, liquide e umorali, che trasudano nella carta come vino sulla tovaglia, stingendosi in delicate trasparenze, in chiazze dai contorni arrotondati, nelle quali immaginare di riconoscere le forme che si desiderano.
L’ultima sala è dedicata al nero, con l’iconica Identità complessa (1990), l’opera da cui è partita tutta la ricerca che Floriani ha condotto sull’impronta, e con sculture che riprendono l’assolutezza della geometria (piana e solida) nel silenzio e nella profondità riflessiva del metallo e del legno anneriti o nell’inafferrabile morbidezza della catramina.
La mostra TRACCE SUL LAGO di Sergio Floriani, come è stato per quella di Novara, è sostenuta e promossa dalla Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini, impegnata nella tutela, valorizzazione e diffusione della sensibilità artistica e culturale, sia a livello locale, essendo profondamente legata al territorio del lago d’Orta, che nazionale e internazionale.
La mission della Fondazione consiste nell’ideazione, promozione e divulgazione di temi, iniziative e importanti eventi culturali con la finalità di unire i valori dell’Arte a quelli dell’Ecosostenibilità.
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