La città molisana lancia ufficialmente la sua candidatura a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2027, sostenuta da Regione, Comuni e istituzioni pubbliche e private. |
Termoli, 15 luglio 2025. Il dialogo profondo che la città adriatica ha con l’arte contemporanea nasce da lontano, con il Premio Termoli, un riconoscimento che con capacità visionarie per l’epoca, l’amministrazione cittadina inizio ad organizzare a partire dagli anni Cinquanta, seminando i germogli di una collezione prestigiosa, cui hanno contribuito maestri come Accardi, Turcato e Schifano, oggi custodita dal Museo MACTE, che raccontare la vicenda artistica italiana in tutte le sue sfaccettature. Forte di tale dialettica, la candidatura di Termoli a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2027, presentata ieri ufficialmente all’unisono dal Sindaco, Nico Balice, e dal Presidente della Regione, Francesco Roberti, è il riconoscimento del ruolo di laboratorio sociale che la storia e la geografia hanno assegnato alla città, da sempre modello di sviluppo economico basato sull’innovazione nell’automotive, oggi dolorosamente messo in discussione dalla promessa, sin qui tradita, di essere sede della prima Gigafactory del Paese. Un modello che ha prodotto migrazioni massive da e per la città che ne hanno mescolato le culture sottoponendo il tessuto urbano e quello demografico a rigenerazioni continue che rappresentano esemplarmente l’evoluzione ancora incompiuta del nostro Paese. All’arte contemporanea, laboratorio culturale per antonomasia, la città affida da sempre il compito di leggere il presente e farsi interprete del futuro e la candidatura a Capitale Italiana segna l’impegno della sua comunità a condividere queste risposte con il resto del Paese, come ha sottolineato Paolo De Matteis Larivera, presidente della Fondazione MACTE. Potente ed evocativa è la metafora su cui poggia il dossier di candidatura, la cui stesura, affidata a un team di professionisti guidato da Gianfranco De Gregorio, è stata coordinata da Silvano Straccini, già Direttore di Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024, rappresentata dai due assi immateriali che si incrociano sulla città determinandone la funzione di riferimento geografico (che serve a definire l’ora esatta d’Italia) e quella di crocevia culturale: il parallelo 42° Est–Ovest, che tesse un ponte tra i tratturi appenninici e il mare, e il meridiano 15° Nord–Sud, che unisce l’eredità dell’industria automobilistica alle periferie della città, proiettandosi verso l’economia circolare e i nuovi linguaggi digitali. Nella candidatura di Termoli l’arte contemporanea diventa lente di ingrandimento e specchio insieme, rivelando radici profonde e suggerendo percorsi inattesi, trasformando ogni spazio in materia viva di produzione culturale. Il programma artistico candidato dalla città si articola dunque lungo questi due assi simbolici ma operativi, traiettorie immaginarie e contemporanee che diventano dispositivi critici per rileggere il territorio e il tempo, generando una geografia artistica sensibile, radicata e proiettata verso l’innovazione. Il programma, alla cui stesura, attraverso un intenso percorso di coinvolgimento e co-progettazione, hanno partecipato, accanto ai giovani artisti locali ed agli studenti delle scuole medie della città e del circondario, oltre 40 tra enti pubblici, associazioni culturali, fondazioni e Università, utilizza forme e linguaggi diversi per seguire tracce spesso nascoste, raccontare storie sorprendenti e tracciare traiettorie possibili caratterizzandosi per il suo approccio multidisciplinare e l’ampio ventaglio espressivo delle 30 iniziative che lo compongono, spaziando dalle arti visive alle performance, dalle istallazioni al digitale, dal cinema al teatro, dalla danza alla musica. Un programma che si estende ad altri comuni molisani e scambi con Pordenone - Capitale Italiana della Cultura 2027, fino a spingersi oltre l’Adriatico, in Albania e Croazia, con residenze transfrontaliere, rassegne audiovisive e itinerari euradriatici che consacrano Termoli, come ha testimoniato nel suo intervento Cristiana Perrella, neo Direttrice del MACRO, quale crocevia culturale di prestigio, con una capacità unica di legare la contemporaneità all’identità locale e renderla un patrimonio collettivo dell’intero Paese. |
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