Alcuni fattori di rischio potenzialmente impattanti sull’infertilità maschile sono stati identificati da una ricerca ricerca riguardante l’impatto dell’alimentazione sulla fertilità dell’uomo. Mentre diverse diete e gruppi alimentari sono stati associati con sicurezza alla sterilità maschile, le prove che collegano alcuni fattori dietetici, tra cui i fitoestrogeni, alla qualità del seme sono ancora limitate e contraddittorie.
“Su questo argomento è stato condotto uno studio caso-referente sui partner maschi, di coppie che hanno tentato il concepimento con rapporti non protetti per 12 mesi o più senza successo, reclutati da 14 cliniche di riproduzione assistita nel Regno Unito”, dice il Dr. Andrea Militello, noto andrologo di Roma e Milano, docente dell’Università Federiciana.
Ben 1907 i partecipanti che hanno completato i questionari occupazionali, sullo stile di vita e sulla dieta prima di valutare la qualità del seme (in termini di concentrazione, motilità e morfologia).
L’assunzione di cibo è stata stimata da un questionario di frequenza alimentare (FFQ) con 65 voci, relativo ai 12 mesi precedenti l’assunzione.
Sono stati analizzati dei fattori di rischio dietetici per bassa concentrazione motoria degli spermatozoi (MSC: <4,8 x106 / ml) e scarsa morfologia degli spermatozoi (PM: <4% morfologia normale).
“L’alto consumo di daidzeina (maggiore di 13,74 mg / die), un fitoestrogeno presente nei prodotti a base di soia, alterava la mobilità degli spermatozoi. I fattori di rischio dietetici riguardanti la morfologia hanno invece mostrato che bere latte e mangiare carne rossa hanno un ruolo protettivo”, spiega ancora il Dr. Militello, che da poco ha aperto uno studio anche a San Marino.
“Fermo restando che sono molteplici i fattori dietetici associati alla qualità del seme che sono stati identificati, possiamo suggerire che la fertilità maschile potrebbe essere migliorata dai cambiamenti nella dieta, evitando l’eccessivo consumo di soia e aumentando il consumo di carne rossa nel periodo in cui cerchiamo una migliore spermatogenesi”, conclude il Dr. Militello.
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