Ogni ecomuseo è diverso dagli altri, perché diversi sono i territori, diverse le comunità che li abitano, diversi i patrimoni che li caratterizzano. Anche se gli ecomusei distano solo pochi chilometri. Il Gemonese e la Val Resia sono segnati da geografie e paesaggi caratteristici, per non dire esclusivi: una pianura e dei rilievi che si elevano senza indugio, una valle chiusa. Però, che valle! Abitata com’è da una comunità vitalissima, socialmente e antropologicamente, per via della lingua, della musica e della danza. Un segmento dell’ampio patrimonio di cultura immateriale che i resiani hanno conservato nei secoli verrà presentato a Montenars, anche per consolidare una collaborazione tra due degli ecomusei più longevi della regione.
A “Note nei roccoli” domenica 26 luglio, alle 18 nel Roccolo di Spisso, è in programma l’esibizione del Gruppo Folkloristico “Val Resia”, iniziativa promossa dall’Ecomuseo delle Acque e dall’Ecomuseo Val Resia, in collaborazione con i Comuni di Montenars e Resia e la Pro Montenars. Successivamente, nel corso della rassegna musicale, si esibiranno il duo di flauti “Luisa Sello e Lucija Kovacevic” (23 agosto, Roccolo di Pre Checo) e il gruppo occitano “QuBa Libre Trio” (27 settembre, Roccolo di Manganel). Suonatori e spettatori dovranno rispettare norme e distanze di sicurezza.
Il Gruppo Folkloristico “Val Resia” è sorto ufficialmente nel 1838, quando un gruppo di suonatori e danzerini suonò e ballò a Udine, in occasione della visita dell’imperatore d’Austria Ferdinando I. Le musiche e le danze della Val Resia sono molto antiche, è probabile che abbiano accompagnato i primi insediamenti della comunità resiana nel VI secolo. La piccola orchestra consta di soli due strumenti: il violino chiamato cïtira in resiano e il violoncello detto bünkula, che vengono opportunamente modificati per rendere il suono simile a quello di una cornamusa, utilizzata in valle prima dell’avvento di questi strumenti a corda. Il battito del piede, che accompagna la musica, è il fondamentale “terzo strumento” utilizzato per assicurare il ritmo. A Resia non ci sono scuole di musica popolare, i giovani imparano a suonare “ad orecchio” ascoltando i più anziani.
Il Roccolo di Spisso è opera di Luigi Zanitti, detto “Spisso” per via della barba a pizzetto, che a partire dal 1952 spianò il terreno su cui venne realizzato il primo anello, che ora assume una posizione centrale, a cui fecero seguito il tondo e la passata inferiori. Nel 1972 fu costruita la casetta in cemento, a due piani: il piano inferiore veniva utilizzato per custodire i richiami e le attrezzature, il piano superiore era adibito a cucina con la possibilità di controllare il passo e gli uccelli e azionare lo spauracchio, conservato ancora oggi. Successivamente furono realizzati il terzo tondo a monte del casello e un’ulteriore passata che risale il versante, ripiantumata da poco. I corridoi arborei sono fatti di carpino, le siepi alla base sono un misto di carpino, bosso e forsizia.
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