Alfonso Leoni, il genio ribelle
Il
MIC di Faenza dal 1 ottobre al 19 gennaio dedica una mostra a una
meteora dell’arte e della ceramica, indiscusso talento e innovatore, per
celebrare i 40 anni della sua scomparsa
Un
assoluto protagonista dell’arte contemporanea, un genio talentuosissimo
e ribelle, purtroppo prematuramente scomparso. Ad Alfonso Leoni, nel
quarantesimo anno della sua scomparsa, è dedicata la prossima grande
mostra del MIC di Faenza. Un lungo lavoro di ricerca, a cura di Claudia
Casali, in collaborazione con l’Archivio Leoni, che raccoglie per la
prima volta in una antologica tutto il lavoro dell’artista, con
l’obbiettivo di analizzare la ricca e intensa produzione dedita non solo
alla ceramica ma anche ai diversi linguaggi della contemporaneità
(pittura, grafica, design, scultura).
Nonostante Alfonso Leoni viva in provincia (studia arte e ceramica
all’Istituto d’Arte Ballardini in cui, dal 1961, divenne anche docente
di Arti Plastiche) la sua ricerca artistica è costantemente
controcorrente, proiettata al nuovo: a scardinare la ceramica da meri
aspetti tecnici e funzionali per elevarla a materia scultorea.
Leoni è figlio del proprio tempo. Un periodo quello di fine anni ’60 e
’70 di lotte e contestazioni che in arte si traduce in neoavanguardia:
pop art, nuovo realismo, happening, performance e minimalismo. Si
aggiorna sull’arte contemporanea e guarda a Fontana, a Leoncillo e allo
stesso tempo all’arte giapponese. Capisce che gestualità, azione e
imperfezione (la wabi-sabi, bellezza dell’imperfetto della filosofia
buddhista) sono temi quasi intrinsechi al suo mezzo prediletto:
l’argilla.
Il critico Enrico Crispolti lo prese sotto la propria
ala e scrisse: “Interessava a Leoni il gesto più che il prodotto”.
Ricordiamo le azioni di protesta e le performance presentati alle due
edizioni del 1974 e 1976 del Premio Faenza, dove nella prima espone le
proprie opere coperte da un lenzuolo come gesto critico contro la
competenza della giuria e, nella seconda, distribuisce ai visitatori
argilla cruda mentre lui distrugge con un martello sue vecchie opere,
per poi impastarle in una grande sfera. E, infine, le “macchine celibi”
del 1972-73, una serie di carrarmati eseguiti a colaggio che erano un
chiaro segno di contestazione contro la guerra.
La sua produzione esplora le possibilità di altri materiali come la
carta, la pittura e il metallo anche applicate al design arrivando, a
volte, a soluzioni precorritrici dei tempi. Ricordiamo il Premio Faenza
del 1976. Le “Vetrine archeologiche” una sorta di ready made che
confonde la diacronia della storia in un’operazione che, in piccolo,
ricorda quella realizzata da Damien Hirst nel 2017 con la mostra Treasures from the Wreck of the Unbelievable di Venezia o la pratica, oggi
molto comune, di riutilizzare materiale di scarto come gli sfridi di
lamiera per realizzare sculture o riciclare fogli di carta e cancellare
pagine di patinate riviste di moda.
E poi il design applicato all’industria. Avvia la
collaborazione prima con le Maioliche Faentine, poi con le tedesche
Villeroy & Boch e Rosenthal, che riconobbero immediatamente il suo
talento, fornendo atelier e assistenti per realizzare le sue innovative
idee.
Nella sua pur breve carriera Leoni ha lasciato un’impronta e una eredità
fondamentali per tutto il mondo della ceramica faentino e non solo.
“Leoni è stato in grado di porre al centro della riflessione la
ceramica, come provocazione, come canto fuori dal coro, metafora di
cambiamento intellettuale innanzitutto. – spiega la curatrice Claudia
Casali - Egli è ripartito dalla ceramica riconsiderandola dal punto di
vista concettuale quale materiale dell’arte contemporanea. Aveva
compreso che la ceramica era materia tanto antica quanto attuale”.
Per l’occasione verrà pubblicata da Silvana editoriale un’ampia monografia di 380 pagine, con oltre 400 immagini, a ripercorrere un’intensa, breve, carriera artistica.
Scheda tecnica
Titolo: Alfonso Leoni (1941-1980). Genio Ribelle
Quando: 1 ottobre 2020 - 19 gennaio 2021
Dove: Mic Faenza, viale Baccarini 19, Faenza (RA)
Info: 0546697311, info@micfaenza.org
Ingresso: 10 euro intero, 7 euro ridotto.
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