6 novembre 2020 – Mare Magnum Nostrum è un progetto dell’artista Gea Casolaro,
a cura di Leonardo Regano, promosso dalla Direzione Regionale Musei
dell’Emilia-Romagna in collaborazione con Hulu – Split e
qwatz-contemporary art platform e realizzato grazie al sostegno
dell’Italian Council (VIII edizione, 2020), programma di promozione
dell’arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale
Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali e per il Turismo.
Mare Magnum Nostrum
si propone di realizzare una grande opera a partecipazione collettiva
sul tema del Mediterraneo, mare che rappresenta il cuore della nostra
civiltà e oggi sempre più paradigma di concetti “chiave” del nostro
presente.
L’opera, partecipativa e in progress, si svilupperà in un arco temporale di circa un anno costruendosi per tappe. La prima si svolgerà dal 12 al 26 novembre 2020, nella Torre Sud-Est del Palazzo di Diocleziano a Spalato
(Croazia), sede di esposizioni temporanee, dove verrà presentata
un’installazione ambientale che riproduce il Mediterraneo, disegnato e
“reinterpretato” dalle fotografie di persone che hanno scelto di aderire
al progetto. L’artista ha chiesto al pubblico di partecipare inviando
immagini del presente e del passato che raffigurano il Mar Mediterraneo e
le sue coste, scattate in circostanze diverse e in ogni tempo.
L’installazione, realizzata in collaborazione con Hulu – Split e Tihana
Felić, Sandra Kapitanović, Kristina Tokić, Nora Gabrić, studentesse
dell’Accademia di Belle Arti di Spalato e Fotoklub Split è composta da
due elementi principali: il disegno del Mediterraneo e l’archivio
fotografico, cartaceo e digitale. L’opera è caratterizzata da un
ambiente immersivo, dove il pubblico si troverà idealmente al “centro
del mare” e potrà osservare il mosaico di immagini che punteggia le sue
coste.
La collaborazione delle persone è uno degli aspetti più importanti dell’intero progetto. Attraverso una call to action,
Gea Casolaro avvia la creazione di un archivio fotografico del
Mediterraneo che verrà pubblicato a breve e costantemente aggiornato sul
sito www.maremagnumnostrum.art (il lancio della piattaforma sarà annunciato sulle pagine Facebook e Instagram
del progetto). Chiunque voglia partecipare alla costruzione dell’opera è
invitato caricare le proprie fotografie raffiguranti il Mediterraneo e
le sue coste (foto di vacanze, paesaggi, cronaca, rituali, arrivi e
partenze) nella sezione apposita del sito internet, indicando il luogo e
l’anno in cui è stata scattata la foto (anche orientativamente),
aggiungendo un’emozione o un pensiero ad essa collegata. Le fotografie
saranno raccolte, archiviate e stampate per poi essere di volta in volta
utilizzate all’interno dell’installazione per caratterizzare i tratti
di costa raffigurati. L’archivio in formato digitale consisterà in un
database accessibile al pubblico e il progressivo aumento di materiale
fotografico permetterà, nel tempo, di osservare le trasformazioni di una
stessa area e le sue diverse identità, a seconda del punto di vista
soggettivo dell’autore, nonché la trasformazione continua del profilo
delle coste, sia per aggiunta sia per sostituzione, che si configurerà
come uno straordinario mosaico di sguardi e visioni.
Il
progetto nasce non solo per creare il primo nucleo dell’archivio
fotografico sul mare, che è alla base dell’opera, ma anche per
coinvolgere nella sua genesi paesi e genti molto diverse tra loro in una
grande azione corale. La necessità di coinvolgere persone che
provengano da realtà sociali e culturali differenti, ha portato allo
sviluppo di un progetto volutamente itinerante.
Durante
il progetto e nel corso dei prossimi mesi l’artista incontrerà nuovi
interlocutori attivi in altri luoghi del Mediterraneo al fine di
coinvolgere realtà e identità internazionali nel processo di costruzione
dell’archivio. A conclusione dell’iter, l’opera, arricchita di immagini
provenienti da ogni tempo e luogo, rientrerà definitivamente in Italia.
La tappa conclusiva del progetto sarà il Museo Nazionale di Ravenna,
sede definitiva dell’opera che, dopo la mostra finale (prevista nella
primavera 2021) e quando l’installazione raggiungerà la sua forma
compiuta, verrà acquisita nelle sue collezioni. Il Museo Nazionale di
Ravenna è stato scelto per la storia, altamente simbolica, che
contraddistingue la città: nata sulle acque e in antichità accessibile
solo dal mare, grande porto militare e due volte capitale dell’Impero
Romano d’Occidente, Ravenna è stata una sorta di “cerniera” tra due
versanti del Mediterraneo, quello occidentale e orientale: vero e
proprio anello di congiunzione tra due mondi, due visioni, due sistemi
di pensiero. La sua storia e le testimonianze artistiche arrivate fino a
noi raccontano il Mediterraneo come specchio di civiltà e differenze
che da sempre, e tanto più oggi, si scontrano e si incontrano
attraversando le sue acque.
Gea Casolaro è un’artista visiva, vive e lavora tra Roma e Parigi.
Da
sempre attenta al rapporto tra storia e contemporaneità, utilizza
spesso la fotografia come strumento di analisi e di racconto.
Il
suo lavoro indaga, attraverso la fotografia, il video, l’istallazione e
la scrittura, il nostro rapporto con le immagini, l’attualità, la
società, la storia.
La
sua ricerca mira ad attivare un dialogo permanente tra le esperienze e
le persone, per ampliare la capacità di analisi e di conoscenza della
realtà attraverso i punti di vista altrui.
Ha
all’attivo mostre personali e collettive in musei nazionali e
internazionali, tra cui: Mart, Rovereto; Macro, Roma; Centre National de
l’Audiovisuel, Dudelange, Lussemburgo; MU.SP.A.C. Museo Sperimentale
d’Arte Contemporanea, L’Aquila; Museo del Tessuto, Prato; AR/GE Kunst,
Bolzano; PAV, Parco Arte Vivente, Torino; Palazzo delle Esposizioni,
Roma; MAXXI, Roma; Triennale, Milano; PAN | Palazzo delle Arti, Napoli;
Moca – Museum of Contemporary Art, Shanghai; Centro per l’arte
contemporanea Luigi Pecci, Prato; Palazzo della Farnesina, Roma;
Kunsthalle Marcel Duchamp – The Forestay Museum Of Art, Cully; Festival
Images, Vevey; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino.
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