Una scuola nomadica a 2.000 metri, tra le montagne dell’Alto Adige / Südtirol che si interroga, e interroga i partecipanti, su come lo spazio produce la realtà
2 – 14 giugno 2024 Sas de Pütia, Val Badia
PUBLIC PROGRAMME 2024
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Alpi, 24 maggio 2024. Dal 2 al 14 giugno 2024, la piccola roulotte di Little Fun Palace torna a ospitare la Nomadic School [scuola nomadica] di OHT [Office for a Human Theatre], studio di ricerca del regista teatrale e curatore Filippo Andreatta, che con questo progetto si interroga, e interroga i partecipanti, su come lo spazio produce la realtà. In particolare, sabato 8 giugno viene proposta una giornata di Public Programme: conversazioni, performance e reading session – condotte dai mentori della scuola e da ospiti come Rut Bernardi, Adriana Ghimp e Jack Slow – invitano il pubblico e i partecipanti alla Nomadic School a condividere un tempo denso di relazioni inedite con il paesaggio alpino, ospite e attore di Little Fun Palace.
La Nomadic School è un progetto di condivisione di diverse metodologie di apprendimento e di conoscenze dedicate alle arti performative in cui – attraverso workshop, esperimenti, incontri, camminate e micro performance – i partecipanti sono incoraggiati a confrontarsi con il paesaggio e a riconsiderare la propria posizione nello spazio scenico, andando oltre la distanza coltivata invece dalle istituzioni artistiche.
Questa edizione della Nomadic School si tiene in Val Badia, Alto Adige / Südtirol, in fronte al Sas de Pütia, a 2.000 metri sul livello del mare. I 12 partecipanti di quest’anno campeggeranno presso Ütia de Pütia, completamente immersi nel paesaggio alpino dove vita e studio diventano un tutt’uno.
In ogni edizione della Nomadic School alcuni mentori, nel rispetto delle loro pratiche, affrontano il ruolo dello spazio e di come produce realtà. Per l’edizione 2024 sono stati coinvolti Lucia Pietroiusti (curatrice), Sarah Messerschmidt (ricercatrice – ex Nomadica), Stina Fors (performance artist, batterista e vocalist), Job Rietvelt (creative producer), Rosario Talevi (architetta e curatrice), Filippo Andreatta (artista e curatore), Michael Moling / Stefano Riba, SMACH (San Martino Constellation of Art, Culture and History), Industria Indipendente / Martina Ruggeri e Erika Z. Galli (drammaturghe), Giacomo Lorandi (ricercatore gastronomico e cuoco), Lilian Fraiji (curatrice indipendente e attivista), Michael Scerbo (performance maker – ex Nomadica), Herwing Prinot (paleontologo, Museum Ladin).
La Scuola Nomadica riflette su se stessa e sulle diverse pratiche artistiche in uno scambio infinito tra ambiente, ospiti e pubblico. Abbracciare l'incertezza di punti di vista diversi, di una comunità eterogenea, è ciò che rende la produzione di conoscenza tangibile per tutti i partecipanti.
Fin dall'inizio, con Little Fun Palace, ospiti e pubblico si sono mescolati in una serie di eventi pensati per ambienti e contenuti diversi. Quest’apertura, questa capacità di accogliere l'incertezza di una molteplicità di micro-ecologie ha portato la roulotte a essere un'espansione della disciplina teatrale. E dal momento che il suo programma in continua evoluzione non permetteva di sviluppare un processo specifico che la rendesse a tutti gli effetti una scuola nomadica, per colmare questa lacuna la roulotte è diventata una cassa di risonanza della ricerca di OHT sul teatro e lo spazio scenico in relazione agli spazi naturali e urbani. Little Fun Palace è un esperimento collettivo, in cui la roulotte si trasforma in scuola nomadica dove vita e studio non sono separati. La roulotte cambierà forma nel corso dei vari workshop, modificata in base alle necessità del programma culturale e alla sua posizione nel luogo in cui avverrà. Ogni programma è composto da una serie di attività: micro-ecologie che abbracciano una moltitudine di voci dagli ospiti, ai partecipanti, al pubblico, che insieme penseranno al teatro, allo spazio scenico e alla crisi climatica, come territori estetici che hanno implicazioni politiche senza un linguaggio politico.
Little Fun Palace Nomadic School è un progetto di Office for a Human Theatre - OHT. In collaborazione e con il sostegno di: SMACH - San Martin Art, Culture and History + Provincia Autonoma di Bolzano – Ufficio Cultura ladina e Giovani + Regione Trentino-Alto Adige / Südtirol + MiC Ministero della |
PUBLIC PROGRAMME 2024
8 giugno 2024 – ore 11.00 Rut Bernardi + Stefano Riba/SMACH // MITI LADINI – Public lecture A partire dall’essenziale legame tra lingua e paesaggio, Rut Bernardi e Stefano Riba dialogano con il pubblico alla scoperta della ladinia, lungo una traiettoria che dalle parole e dalle narrazioni mitiche ci conduce al presente e alle sue pieghe. Cos’è e come si vive la ladinia oggi? Quali relazioni intreccia con gli elementi naturali, le valli, gli ambienti che abita?
8 giugno 2024 – ore 20.30 Adriana Ghimp + Jack Slow // ANGEL ANGER – Audiovisual performance Angel Anger è un sogno noise e dilatato, fatto di voci celestiali, gabber sonnambula, bitcrusher e cantilene est-europee. Mixando tecniche di produzione sonora non convenzionali ad una vocalità fantasmatica, Adriana Ghimp, la forza creativa di Angel Anger, conduce il pubblico in un viaggio attraverso un paesaggio sonoro al tempo stesso etereo e intenso. Ritmi pulsanti, beat distorti e melodie ipnotiche si intrecciano accompagnate da un apparato visuale immersivo, che spazia da proiezioni astratte a immagini catturate dal vivo della performer, un mondo incantato che Angel Anger crea e ricrea in scena.
8 giugno 2024 – ore 21.30 Filippo Andreatta /OHT // FRANKENSTEIN – Reading session Nel cuore del romanzo di Mary W. Shelley avviene l’incontro tra Frankenstein e la sua creatura: sul Monte Bianco, davanti ad un piccolo fuoco, la creatura si espone, prende parola e racconta del lungo apprendimento del linguaggio, del mondo, di se stessa. Una narrazione in cui sono la voce, con la sua unicità, e la parola, nella sua dimensione relazionale, a svelare aspetti del testo spesso trascurati nelle tante trasposizioni. La reading session è una delle forme dell’indagine performativa di OHT nel materiale letterario di Shelley: la lettura collettiva ad alta voce attiva il libro nella sua possibilità di incontro e genera uno spazio informale in cui condividere parti del testo spesso escluse dall’immaginario comune e tracce della ricerca di OHT. |
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