Quest artist sono protagonist di una residenza a lungo termine sostenuta dal Centro, tesa alla costruzione di alleanze culturali, al consolidamento della dimensione pubblica dell’arte, al radicamento della ricerca artistica nel tessuto urbano |
BASE Milano |
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Milano, 28 luglio 2025 – Sono il duo dei Lemonot (Sabrina Morreale e Lorenzo Perri) e il sodalizio artistico Calderoni–Caleo (Silvia Calderoni e Ilenia Caleo) ad essere stat scelt come Resident Artists da BASE Milano per il triennio 2025–2027: un programma di ricerca e sperimentazione artistica, che investe nella convinzione che la cultura sia una leva fondamentale per la trasformazione sociale.
Il programma, che per il triennio 2022/2024 ha visto partecipare artist come Elisabetta Consonni, Corps Citoyen (Anna Serlenga e Rabii Brahim) e MOMBAO (Anselmo Luisi e Damon Arabsolgar), ha la veste di una residenza a lungo termine ed è promosso e sostenuto da BASE per valorizzare la connessione tra ricerca artistica, spazio pubblico e dinamiche collettive attraverso un rapporto continuativo. L'obiettivo è quello di permettere a chi crea e fa ricerca artistica di radicarsi nel contesto culturale e urbano, sviluppando progetti interdisciplinari e contribuendo in modo attivo alla vita del centro e della città attraverso percorsi di co-curatela e di mentoring per artist emergenti, momenti di apertura al pubblico durante le residenze e laboratori dedicati alla comunità. Un modello che incoraggia la sperimentazione, promuove il dialogo con la collettività e rafforza il ruolo dell’arte come elemento fondante della trasformazione sociale.
«Il programma di Resident Artists nasce dalla volontà di offrire un contesto stabile alla crescita di artisti e artiste, andando oltre la logica episodica delle residenze brevi» – afferma Linda Di Pietro, direttrice artistica di BASE Milano – «È un percorso fondato sulla fiducia e sulla collaborazione, che permette all’artista di accedere a nuove opportunità e consolidare la propria presenza nel panorama culturale. In un sistema complesso e competitivo, la costruzione di relazioni durature è una condizione essenziale per lo sviluppo del settore». Continua: «Prima del 2020 non esisteva a BASE una progettualità strutturata rivolta ad artist, designer e creativ. Abbiamo quindi avviato un percorso che consenta loro di considerare questo luogo una casa: uno spazio accogliente in cui potersi confrontare, rischiare, fallire e riprovare. Non è l’unica via, ma una delle più solide per generare legami profondi e duraturi».
Con questa nuova edizione del programma, BASE consolida la propria vocazione come centro culturale aperto e transdisciplinare, impegnato nella produzione di nuovi immaginari e nella costruzione di alleanze con figure capaci di abitare lo spazio culturale in modo radicale, partecipato e generativo. Un approccio sviluppato in ambiti molteplici che riflette l’identità di BASE come luogo in cui architettura, arte e design convivono quotidianamente.
Il programma di Resident Artists rafforza il ruolo di BASE all’interno della città, favorendo progettualità in grado di agire sui confini simbolici e territoriali: percorsi di ricerca, produzione e programmazione, realizzati in stretta connessione con le strategie del Centro e in dialogo costante con la comunità cittadina.
«Come architetti interessati a intrecciare pratiche spaziali e relazionali, vogliamo ridefinire le logiche della convivialità e del convivial engagement – spiegano i Lemonot. – Per noi, la convivialità non è un concetto astratto, ma un'esperienza concreta, incarnata, dinamica e intrinsecamente connessa al mondo fisico». «Lavoriamo in modo conviviale per decostruire e ricomporre le modalità dello stare insieme. In questo senso, BASE Milano – con la sua rete di persone e spazi ibridi – è il contesto ideale per esplorare come gli edifici pubblici possano trasformarsi in laboratori di convivialità, attraverso oggetti architettonici performativi e abitabili, capaci di attivare momenti di condivisione nella quotidianità e durante i festival».
Proseguono Silvia Calderoni e Ilenia Caleo: «Da diversi anni attraversiamo BASE in forme diverse: come artiste, come pubblico, come ospiti all'interno dei festival. Proseguire e intensificare questa relazione per un triennio significa per noi avere la possibilità di tessere legami ancora più forti non solo con ciò che già conosciamo, ma con nuove comunità momentanee che possono ricomporsi attorno a proposte, slanci, progetti. C'è il desiderio di un tempo lungo in un momento in cui tutto ha il respiro corto. Di abitare un luogo, in un momento in cui tutto tende a disincarnarsi. Di convocare altre/^, quando la spinta è sempre più a fare da sole. Di creare spazi di trasmissione e mescolamento, per aprire atelier di ricerca non finalizzati al prodotto. C'è l'urgenza di inventare nuovi formati per generare saperi indisciplinati, c’è l'imprevisto di progettare insieme a un gruppo di lavoro stabile, quello di BASE, e all^ altr^ artist^ residenti, e quello di cadere in una città che non è la nostra, e quindi cambiare le prospettive, dotarsi di altri strumenti di percezione. C'è, ancora, il desiderio di Fare-Base. In un momento in cui i sostegni all’arte pubblica si sgretolano, pensare in un tempo lungo ci fa respirare e allenare lo sguardo ad andare più lontano. Aprire, coinvolgere, allargare i pori, prendersi il tempo, immaginare, ascoltare, un ripetere che resiste. Ci siamo».
Primo momento di attivazione della residenza Calderoni-Caleo sarà la preview della quinta edizione di FAROUT – Live Arts Festival, il 4 e 5 ottobre, con Temporale (A Lesbian Tragedy). Un lavoro che esplora con forza poetica e politica temi come identità, vulnerabilità e desiderio, incarnando lo spirito trasformativo del festival e segnando l’avvio pubblico del percorso delle due artiste all’interno di BASE. |
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