OSSERVATORIO CENTRO STUDI ERICKSON
IL RUOLO DEI 160 CENTRI ANTIVIOLENZA
PREZIOSO AVAMPOSTO IN DIFESA DELLE DONNE
Palacongressi di Rimini |13 e 14 ottobre 2017
I Centri Antiviolenza – attivi da oltre vent’anni nel
nostro Paese – sono spazi autonomi gestiti da organizzazioni di donne che accolgono donne di tutte le età che hanno subito
violenza o che si sentono minacciate e sostengono i singoli percorsi di
fuoriuscita dalla violenza. Lo fanno attraverso l’accoglienza telefonica, i
colloqui personali, l’ospitalità in case rifugio. Presenti su tutto il
territorio nazionale, svolgono un’attività preziosa a sostegno delle donne
maltrattate, lavorando anche a livello di formazione, prevenzione e
sensibilizzazione culturale. Qui http://comecitrovi.women.it/ è possibile trovare una mappa con tutti i 160 Centri presenti in Italia, da nord a sud:
avamposti per difendere le donne in pericolo.
Lella Palladino, esperta in
tematiche di genere, il 24 settembre scorso è stata nominata presidente dell'associazione
nazionale D.i.Re (Donne in rete contro la violenza), realtà che raccoglie in un unico progetto oltre
80 organizzazioni di donne che
affrontano il tema della violenza maschile sulle donne secondo l’ottica della
differenza di genere. «Il nostro
obiettivo principale – afferma
Palladino, che parteciperà come relatrice al Convegno Erickson “Affrontare la
violenza sulle donne” in programma a Rimini il 13 e 14 ottobre - è attivare processi di trasformazione
culturale e intervenire sulle dinamiche strutturali da cui origina la violenza
maschile sulle donne. Garantiamo alle
donne che si rivolgono a noi riservatezza e anonimato e offriamo ascolto,
accoglienza, supporto psicologico individuale o in gruppo, anche tramite gruppi
di auto-mutuo aiuto, consulenza legale, supporto ai minori vittime di violenza
assistita, orientamento al lavoro e all’autonomia abitativa».
Ogni centro promuove
interventi di prevenzione, formazione e
sensibilizzazione intervenendo attivamente per il cambiamento della cultura
e delle convenzioni sociali che sono alla base della violenza maschile contro
le donne. «Disponendo di pochissime
risorse economiche – prosegue Palladino - non tutti i centri sono aperti 24 ore su 24 e riescono a garantire la
reperibilità sull’emergenza, ma rappresentano la risposta più efficace alla
violenza se pur in maniera disomogenea sul territorio. Anche se la situazione
sta cambiando, i nostri centri restano più numerosi nelle regioni del centro
nord rispetto a quelle del sud».
Ma chi sono le donne che
si rivolgono ai Centri Antiviolenza? Sono donne di ogni tipo e provenienza
socio-culturale, sia nate in Italia che migranti, di tutte le età con o senza
figli. «Questo – riflette la
presidente di D.i.Re - conferma della trasversalità del fenomeno. Le
donne arrivano ai Centri spontaneamente o su invio del 1522 – il numero
governativo contro la violenza di genere –
della rete territoriale dei servizi socio-sanitari o delle forze
dell’ordine. Alla nostra rete si rivolgono più di 16.000 donne all’anno, ma non
è facile disporre di dati esaustivi e realmente rappresentativi. Per aiutare le donne a venire da noi sarebbe
importante valorizzare maggiormente il lavoro che viene svolto dai Centri e il
ruolo, sia a livello istituzionale che nel mondo della comunicazione».
Nel nostro Paese
bisogna lavorare ancora molto, soprattutto a livello istituzionale, per
sensibilizzare sul tema della violenza maschile contro le donne. Da una parte,
negli ultimi anni, si è finalmente rotto il silenzio che ha negato per lungo
tempo l’esistenza di questo problema strutturale nella nostra società.
Nonostante tutto, però, la narrazione
della violenza è ancora permeata da distorsioni e strumentalizzazioni. «Bisogna continuare a insistere perché
finalmente si metta in connessione la violenza contro le donne con l’asimmetria
di potere tra i generi ancora presente, con le dimensioni di potere e controllo
esercitate in famiglia sui corpi e i destini delle donne, con le
discriminazioni che attraversano la vita delle donne in tutti i contesti
relazionali e di lavoro», conclude Lella Palladino. «Basterebbe realmente recepire e attuare la Convenzione di Istanbul».
Anche questo tema verrà
discusso in occasione del Convegno
Internazionale “Affrontare la violenza sulle donne – Prevenzione,
riconoscimento e percorsi di uscita” organizzato dal Centro Studi Erickson al Palacongressi di Rimini i prossimi 13 e 14 ottobre.
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