La Pinacoteca Civica "Luigi Barni" di Vigevano presenta dal 7 al 29 giugno la mostra di Mario Benedetto dal titolo “Continuità”, a cura di Angelo Crespi e Edoardo Maffeo, patrocinata dalla Città di Vigevano, dal Museo della Permanente di Milano e dall'Associazione Liberi Incisori.
La mostra apre al pubblico sabato 7 ottobre (16-18), mentre l'inaugurazione con i curatori Angelo Crespi e Edoardo Maffeo è sabato 14 ottobre alle ore 16.00.
Domenica 22 ottobre alle ore 16 la scrittrice Fabiola Giancotti e l'artista Mario Benedetto discuteranno sul tema "L'artista migrante e l'aritmetica del viaggio".
Dal testo in catalogo di Sara Benedetto:
Se la precedente esposizione dedicata ai ritratti in Accept-Painting si poneva in continuità coi numerosi ritratti presenti lungo la galleria della Pinacoteca civica, ora la continuità con essa la si ritrova nella pittura, fatta di colori e pennelli, accompagnata inoltre da alcune opere di grafica, anch’esse realizzate con strumenti tradizionali, ma strettamente congiunte alla tematica delle tele, ovvero l’umanità sofferente.
Al centro si trova chi è tenuto ai margini della società, chi è oppresso da eventi tragici naturali, chi è sottoposto a logiche politiche distanti, in definitiva, chi si trova ad affrontare il dolore in ogni sua variante.
La selezione, abbracciando diverse condizioni (emigrazioni e immigrazione, eventi sismici, violenze-guerre, povertà), richiama così in maniera più vicina l’estesa personale tenutasi a Lodi Homo sum, che rifletteva sulla centralità dell’essere umano in tutti i percorsi di ricerca espressiva di Mario Benedetto.
L’attenzione verso gli ultimi della società occidentale contemporanea non è confinata agli anni recenti, ma costante nel tempo tra le opere dell’autore, come in parte anche questa esposizione può testimoniare. Qui ne costituiscono il focus, il pittore riporta che essi richiamano l’attenzione nei casi estremi per poi ricadere dopo poco nell’indifferenza, le situazioni, simili, si accumulano e accatastano, rendendo insopportabile la sensazione che non si riesca a meglio gestirle.
Un gesto rabbioso si staglia su diverse tele e carte, rende le scene ancora più vivide, vicine.
La diversità delle situazioni abitate dai soggetti è segno di questo tempo che scorre e degli sconvolgimenti ed emozioni che esso reca con sé, che colpiscono profondamente e che, emergendo, espongono la propria spoglia vulnerabilità. Le atmosfere create rivelano la loro dimensione metaforica, e non possiamo che riconoscerci, noi e il pittore stesso, in questi uomini, queste donne, questi anziani, e questi bambini, non siamo che noi di fronte al dolore.
Figure racchiuse su sé stesse ricorrono, ma tra gli ultimi oggi, forse, vi è anche la pittura.
In primo luogo, in quanto strumento modesto, che è però al contempo tra i più immediati, a portata di mano, per poter agire in modo più diretto. Essa è sempre stata utilizzata in maniera diversa nel tempo, eppure la sua attualità nei confronti di ciascun periodo non è certo stata inficiata, invalidata, dall’uso di colori e pennelli.
In secondo luogo, potrebbe farne parte, se intesa in particolare nella sua veste figurativo-naturalistica. Qui, però, essa non manifesta una sospensione in un tempo passato, concepito come fisso e totalmente normato.
Le pennellate, pregne di colori vivi ma accordati, e i segni, nella grafica e nel disegno, non sono mai dissimulati, ma, energici, sono manifesti, come tratti distintivi, capaci al contempo di delineare accuratamente le figure umane, che sono rese, in questo modo, vicine al riguardante. Essendo l’essere umano e le sue condizioni al centro della trattazione, esse non possono che esservi, e secondo una chiave naturalistica. Emblematica a questo proposito è la tela dal titolo Personaggio, in cui da uno sfondo accennato quel che basta, come inondato di luce, emerge il soggetto attenzionato con cura.
Immagini e situazioni della realtà esterna che ci circonda si fondono a quelle di sentimenti ed emozioni interiori, dispiegandosi su ampie estensioni secondo meditati impianti compositivi. Tutto ciò segna la lontananza da una registrazione documentale.
Ad esempio ne Il carrello l’atmosfera entro la quale alcune figure sono incamminate, immaginativamente, viene permeata, al livello del suolo, con un instabile volume d’acqua via via più profondo che però non cela, con le sue increspature, dei corpi.
Eppure, nonostante l’essenza figurativo-naturalistica, queste composizioni non lasciano cogliere subito le loro stratificazioni, e piuttosto, come in una poesia, che racchiude, da esse traspaiono riverberanti emozioni e sensazioni, ma qualcosa rivestito simbolicamente sembra restare inaccessibile.
Con Spiaggiato Mario Benedetto esprime la volontà di appropriarsi di queste tragiche circostanze, e partendo da ciò che è più direttamente disponibile, la propria corporalità, di esplicitare la propria vicinanza. Ma nel processo del dipingere, è risuonata alla mente dell’autore l’eco del Caravaggio stremato nell'inseguire la barca con il suo carico di tele.
Torna la chiave interpretativa della pittura.
Ma come ci fa percepire l’autore, essa è “fonte inesauribile”, e attraverso questa gli è possibile riappropriarsi della realtà. Indispensabile alimento è la frequentazione con le emozioni data dalle arti.
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