Il progetto sulle latterie turnarie è come un sassolino gettato nell’acqua dello stagno, che dà forma a cerchi concentrici sulla superficie. Dalla latteria di Campolessi l’Ecomuseo si è allargato al caseificio di Peio, poi alla latteria di Valmorel, e poi ancora agli alpeggi della Slovenia più vicina, quelli del versante meridionale del Krn (it. Monte Nero). Si tratta di un progetto che rappresenta bene le modalità con cui opera un ecomuseo: fare sistema, costruire reti, saper includere, essere in grado di contaminare. Certo, ci vuole tempo e pazienza, anche per trovare gli interlocutori giusti (tra questi, il Museo Etnografico del Friuli che ospita la mostra “Latte Mleko Milk” fino al 2 giugno). Il prossimo passo è dato dalla presentazione della ricerca “La produzione casearia collettiva delle Alpi Giulie Orientali” in programma sabato 11 maggio alle 10.30 al MEF in via Grazzano 1 a Udine, a dimostrazione che le possibilità per allargare il piano d’azione non finiscono mai. |
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All’incontro interverrà Špela Ledinek Lozej, autrice del libro che raccoglie i materiali: antropologa di un prestigioso istituto di ricerca sloveno, ha svolto per conto dell’Ecomuseo uno studio, appassionato e rigoroso, che ha riguardato le malghe tra Kobarid e Tolmin, dove è ancora in uso un modello di caseificazione collettiva equiparabile al sistema turnario. Questo ha reso ancora più interessante il progetto, che ha assunto una dimensione transfrontaliera (con la possibilità di un ulteriore allargamento al versante francese delle Alpi). La pubblicazione dispone di una apparato iconografico di tutto rilievo, con le immagini storiche risalenti al primo Novecento conservate al Museo di Tolmin e quelle più recenti di Graziano Soravito, che per l’Ecomuseo ha svolto l’attività di documentazione fotografica a corredo del progetto. |
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Lo studio sulle malghe del Krn, dove si è consolidato nel tempo un sistema di caseificazione comunitaria, è stato commissionato dall’Ecomuseo all’Istituto di etnologia slovena presso il Centro di ricerca dell’Accademia slovena delle scienze e delle arti (ZRC SAZU), dove Špela Ledinek Lozej opera in qualità di ricercatrice. All’analisi storica, relativa ai territori della Gorenjska (l’ex provincia austriaca della Carniola) e del Posočje (l’Alta Valle dell’Isonzo nell’ex contea goriziana), si è aggiunta l’indagine sui casi riguardanti le “planine” Kašina, Kuhinja, Sleme e Pretovč, esempi di un originale adattamento delle pratiche tradizionali alla situazione attuale e della ricerca di soluzioni per la sopravvivenza nell’epoca dell’industrializzazione di massa e dell’economia monetaria, proprio mediante una gestione collettiva e partecipata degli alpeggi. |
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