La Carovana dei Ghiacciai: il bilancio finale della terza edizione
della campagna di Legambiente con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano
Dei circa dieci ghiacciai
monitorati quasi tutti a rischio scomparsa con crescente perdita di superficie
e spessore
Marmolada, tra 15 anni potrebbe scomparire del tutto:
perde nell’ultimo secolo più del 70% in superficie e oltre il 90% in volume;
Miage, in 14 anni spariti circa 100 miliardi di litri di acqua (pari a tre
volte il volume dell’idroscalo di Milano); Ghiacciaio dei Forni, arretramento
della fronte di più di 40 metri lineari nell’ultimo anno, 400 metri negli
ultimi dieci anni
Legambiente:
“Crisi climatica irrefrenabile. Inimmaginabile quanto tutto sia cambiato in
soli due anni. Il Paese smetta di inseguire l’emergenza, acceleri piuttosto
nelle politiche di mitigazione del clima”
Cambiamenti irreversibili e scomparsa sempre più imminente. Cambiamenti irreversibili e scomparsa sempre più imminente.
La fotografia
ritratta dalla terza edizione della Carovana dei Ghiacciai non lascia dubbi: i
ghiacciai dell’intero arco alpino sono a rischio, in piena emorragia, negli
ultimi trent’anni sempre più minacciati dagli effetti della crisi climatica. Perdita
di superficie e spessore, che li porta alla disgregazione
in corpi glaciali più piccoli e a
trovare rifugio in alta quota. A testimoniarlo in maniera
tangibile è lo stato di salute di alcuni ghiacciai alpini, già monitorati due
anni prima e su cui è voluta ritornare la campagna itinerante di Legambiente
con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano (CGI), con
partner sostenitori Sammontana e FRoSTA e partner tecnico EPHOTO, dal 17 agosto
al 3 settembre.
Come quelli del Monte Bianco: il Miage, l’”himalayano”
della Valle D’Aosta, che in 14 anni ha perso circa 100 miliardi di litri di
acqua (almeno 100.000.000 di m³di ghiaccio, pari a tre volte il volume
dell’idroscalo di Milano) e il Pré de Bar, che
dal 1990 ad oggi registra mediamente 18 metri di arretramento lineare l’anno.
Stessa sorte per il Monte Rosa con il Ghiacciaio di Indren che,
in due anni, ha registrato un arretramento frontale di 64 metri, 40 solo nell’ultimo
anno, dato mai registrato negli ultimi cinquant’anni anni e fortemente
preoccupante per un ghiacciaio al di sopra dei 3.000 metri di quota. E ancora il
Ghiacciaio dei Forni, in Lombardia: il secondo gigante italiano
(dopo l’Adamello) che, nell’ultimo anno, ha registrato un arretramento della
fronte di più di 40 metri lineari, per un totale di circa 400 metri negli
ultimi dieci anni, perdendo la sua qualifica di “himalayano” per effetto
della frammentazione in tre corpi glaciali; e la Marmolada,
la regina delle Dolomiti, teatro della tragedia dello scorso 3 luglio, che il
monitoraggio scientifico ha voluto osservare da lontano, facendo un passo
indietro: lo scenario è quello di un ghiacciaio che tra quindici anni potrebbe
scomparire del tutto, registrando nell’ultimo secolo una perdita di più del 70%
in superficie e oltre il 90% in volume. Infine, il Ghiacciaio
Occidentale del Montasio, in Friuli-Venezia Giulia, unica
eccezione osservata sulle Alpi. Il Montasio è infatti un esempio di ghiacciaio piccolo
ma resistente che, pur avendo subito in un secolo una perdita di volume del 75%
circa e una riduzione di spessore pari a 40 metri, dal 2005 risulta
stabilizzato, in controtendenza rispetto agli altri ghiacciai alpini.
“Durante questo “pellegrinaggio” attraverso le Alpi abbiamo
incontrato persone, visitato luoghi straordinari, dedicato arte e musica ai
Ghiacciai, riscoprendo un contatto più profondo con la natura. – dichiara
Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente –
Inimmaginabile quanto tutto sia cambiato in soli due anni, ritornando sui
ghiacciai monitorati dalla prima edizione della Carovana. Abbiamo
conosciuto i ghiacciai da vicino, ne abbiamo osservato la sofferenza e
ascoltato il loro urlo. Grido che dobbiamo raccogliere noi, in quanto
cittadini, adottando stili di vita più sobri e sostenibili ma soprattutto i
decisori politici, perché il tempo del cambiamento è adesso o mai più”.
“La terza edizione di Carovana dei Ghiacciai è tornata a misurare
gli effetti della crisi climatica, ormai nel pieno del suo corso, di cui i
ghiacciai sono la sentinella principale. – aggiunge Giorgio Zampetti, direttore
nazionale Legambiente – I dati raccolti richiedono in
maniera inequivocabile un cambio di rotta immediato. Il Paese smetta di inseguire
l’emergenza. Occorre accelerare piuttosto nelle politiche di mitigazione,
riducendo drasticamente l'utilizzo di fonti fossili, e attuare un concreto
piano di adattamento al cambiamento climatico. Ancora oggi però le risposte
sono troppo frammentate se non addirittura sbagliate, allontanandoci sempre di
più dall'obiettivo di arrivare a emissioni nette pari a zero nel 2040, per
rispettare l’Accordo di Parigi”.
Le tappe
e i ghiacciai monitorati: La terza edizione della
Carovana dei Ghiacciai ha percorso cinque tappe, partendo dai ghiacciai del
Monte Bianco del Miage e Pré de Bar (Valle D’Aosta) dal 17 al 19 agosto, poi
proseguendo con i ghiacciai del Monte Rosa di Indren (Piemonte) dal 20 al 22
agosto e ancora il ghiacciaio dei Forni (Lombardia), dal 23 al 26 agosto; il
ghiacciaio della Marmolada (Veneto –Trentino) dal 27 al 31 agosto e per finire
con il ghiacciaio del Montasio (Friuli-Venezia Giulia) dal 1° al 3 settembre.
In ogni tappa monitoraggi, escursioni, conferenze stampa, momenti di arte e
musica dedicati ai ghiacciai, per riflettere su un futuro sostenibile delle
nostre montagne e del pianeta. Ad essere coinvolti nella campagna testimonial
d’eccezione come Enrico Camanni (scrittore, giornalista e
alpinista), Steve Della Casa (critico cinematografico e direttore artistico),
Tessa Gelisio (conduttrice televisiva, blogger e imprenditrice), Martin Mayes
(musicista eclettico), Nives Meroi e Romano Benet (alpinisti) e Isabella
Morlini (tre volte campionessa mondiale di racchette da neve).
“Quello che abbiamo osservato e i dati che abbiamo raccolto
durante questo viaggio per monitorare lo stato di salute del nostro arco alpino
– aggiunge
Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano e Università
di Torino – è molto preoccupante, non solo dal punto di
vista scientifico. Abbiamo messo i piedi sui ghiacciai, osservando i crepacci
che aumentano, le fronti che arretrano, il loro ingrigimento e i crescenti
rivoli d’acqua di fusione che scorrono sulla loro superficie. Abbiamo
confrontato queste evidenze con fotografie e carte storiche. Ne abbiamo
ricavato dati quantitativi indispensabili per interpretare gli effetti locali
del riscaldamento climatico in atto e comprendere quali scenari futuri si
attendono per l’ambiente d’alta quota e quali saranno le conseguenze sul
paesaggio e sulle risorse del nostro paese”.
Gianluca
Mastrocola, direttore
generale di FRoSTA Italia dichiara: “Come FRoSTA, sappiamo
bene quale sia l’importanza del freddo nell’equilibrio del pianeta e quanto
questo vada tutelato ogni giorno. Per questo abbiamo deciso di impegnarci
direttamente proseguendo la collaborazione con Legambiente nel sostenere la
Carovana dei Ghiacciai 2022 per monitorare lo stato di salute dei ghiacciai
italiani. Questo perché crediamo che fare impresa in modo rispettoso
dell’ambiente sia possibile e doveroso, soprattutto quando ci si occupa di
surgelati, ma non solo a parole: crediamo nelle azioni concrete e nelle scelte
consapevoli per costruire un futuro sostenibile per tutti noi.”
In
soccorso dei giganti bianchi: Fare di tutto per contrastare
la crisi climatica è un dono che facciamo alle future generazioni, che
erediteranno gli effetti delle nostre scelte. Per sostenere le attività di
Legambiente sui cambiamenti climatici visita la pagina sostieni.legambiente.it/carovana-ghiacciai. Con
un piccolo contributo sosterrai la campagna itinerante Carovana dei Ghiacciai,
le attività dell’Osservatorio sull’impatto dei mutamenti climatici e le
mobilitazioni contro la crisi climatica e i nemici del clima per ottenere
cambiamenti concreti dalle istituzioni.
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