IIDEA – Italian Interactive Digital Entertainment Association, l’associazione di categoria che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia, esprime la propria preoccupazione in merito all’emendamento 38.32 al DL Rilancio, a firma degli On. Madia, Benamati, Nardi, Gavino Manca, Lacarra, Bonomo, Zardini (PD), con il quale si intende cancellare il fondo di finanziamento prototipi di videogiochi istituito dal MISE ai commi 12-18 dell’art. 38.
“La nostra raccomandazione è di considerare il ritiro dell'emendamento” – afferma il Vice-Presidente di IIDEA e rappresentante degli sviluppatori di videogiochi, Mauro Fanelli – “in modo da salvaguardare l’istituzione del fondo di finanziamento prototipi di videogiochi presso il MISE e dare finalmente anche all’Italia la possibilità di competere in uno dei settori più dinamici e strategici per lo sviluppo tecnologico e occupazionale del nostro paese, al pari di Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e tanti altri.”
La misura in oggetto mira a sostenere la produzione in Italia di nuove proprietà intellettuali destinate al mercato internazionale dei videogiochi (per computer, per console, per dispositivi mobile), con l’obiettivo di aumentare la quota di mercato dei videogiochi “made in Italy”, aumentare i posti di lavoro e migliorare la performance della bilancia commerciale del paese, recuperando terreno rispetto a quanto – da anni – è stato già messo in campo da altri paesi europei e non, nostri competitor.
Il fondo, infatti, ha come obiettivo la riduzione del gap esistente tra l’Italia e altri paesi europei come:
- la Francia, che ha un fondo identico da 4 milioni all’anno, attivo dal 2008;
- la Germania, che ha un fondo da 50 milioni all’anno per 5 anni, istituito nel 2019;
- la Spagna, che ha appena incrementato di 20 milioni la dotazione del fondo CREA SGR per finanziare tra gli altri il settore dei videogiochi per fronteggiare l’emergenza Covid;
- il Regno Unito, che ha un fondo da 4 milioni di sterline all’anno, attivo dal 2015;
- e molti altri come Polonia, Danimarca, Romania, ecc.
La ragione per cui tanti paesi nel mondo, e in particolare in Europa, hanno approntato misure di sostegno per il settore produttivo dei videogiochi è che stiamo parlando – dati alla mano – dell’industria creativa più dinamica e innovativa, nonché quella che impiega la gamma più ampia di professionalità altamente specializzate (dai programmatori ai grafici 3D, dagli animatori agli ingegneri del suono, dagli sceneggiatori ai game designer, e tanti altri), se paragonata a qualunque altra forma di impresa creativa esistente. E questa differenza di valore è riscontrabile nel valore complessivo del settore, se paragonato alla sommatoria di tutte le altre industrie creative: nel 2019 il mercato dei videogiochi ha generato circa 150 miliardi di dollari nel mondo, rispetto ai circa 75 miliardi generati da musica + cinema + TV + servizi streaming. In tutto ciò, il mercato italiano è storicamente nella top10 mondiale, con 1.8 miliardi di euro di valore nel 2019.
Il problema dell’Italia, purtroppo, risiede storicamente nella bassa quota di mercato delle sue produzioni “made in Italy” rispetto alla produzione internazionale (tenuto conto che il mercato commerciale di riferimento è per sua natura digitale e internazionale), e nella scarsa capacità di attrarre gli investimenti privati internazionali a causa dell’assoluta mancanza di politiche pubbliche di supporto (tax credit o fondi di sostegno alla produzione, sono i due strumenti più diffusi nel mondo).
Con l’istituzione del fondo di finanziamento dei prototipi di videogiochi, si ritiene per l’appunto che il nostro paese possa muovere un primo passo, importante per quanto tardivo, nella direzione di consentire ai nostri talenti e alle nostre imprese innovative di poter aumentare la quantità e la qualità delle proprietà intellettuali e dei prototipi di videogiochi destinati ad attirare gli investimenti privati e a consolidare così l’ecosistema nazionale, con un beneficio diretto in termini di posti di lavoro, di saldo della bilancia commerciale e di gettito fiscale per lo Stato.
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