Dal
5 luglio al 10 settembre escursionisti, visitatori e appassionati di
montagna potranno ammirare la mostra di Olivo Barbieri nelle sale del
Lagazuoi EXPO Dolomiti, circondati dal fascino delle montagne che
l’occhio dell’artista è stato capace di catturare magistralmente.
Il fotografo, tra i maggiori d’Italia, ha firmato Dolomites Project 2010, un’opera interamente dedicata alle Dolomiti, innovativa sul piano estetico e contenutistico: gli scatti hanno conquistato la giuria della prima edizione del Lagazuoi Photo Awards, a partire dal curatore Denis Curti
Il fotografo, tra i maggiori d’Italia, ha firmato Dolomites Project 2010, un’opera interamente dedicata alle Dolomiti, innovativa sul piano estetico e contenutistico: gli scatti hanno conquistato la giuria della prima edizione del Lagazuoi Photo Awards, a partire dal curatore Denis Curti
Cortina d’Ampezzo, 25 giugno 2020_ Da vero maestro dell’obiettivo ha raccontato le Dolomiti in modo innovativo e originale: Olivo Barbieri, vincitore della prima edizione del Lagazuoi Photo Award, è il protagonista dell’esposizione visitabile dal 5 luglio al 10 settembre all’interno delle sale di Lagazuoi EXPO Dolomiti,
il polo culturale inaugurato nel 2018 all’interno della stazione di
arrivo della funivia Lagazuoi, a 2.778 metri di altitudine, nel cuore
delle montagne tra Cortina e l’Alta Badia.
La galleria è pronta ad accogliere il prezioso lavoro monografico di Barbieri: Dolomites Project 2010 è un inno alle cattedrali di roccia, straordinarie architetture naturali, interpretate dal fotografo come forme simboliche in movimento. Dopotutto non è forse vero che la montagna è tutto tranne che immobile? Disegnate dalla sapiente estetica di una mano invisibile 250 milioni di anni fa, le Dolomiti racchiudono i resti di fondali oceanici - un impasto di fossili, rocce e sabbia - e schiudono un tempo, quasi mitico, di contemplazione del passato. E del presente. Perché, lontana da una dimensione puramente documentaristica, la fotografia di Barbieri propone una visione monumentale (e attuale) della montagna, grazie a un sapiente uso della profondità di campo.
La sua scelta di un linguaggio visivo avvincente sia sul piano estetico che contenutistico ha conquistato la giuria presieduta da Denis Curti – tra i più importanti curatori a livello europeo – e composta da Mario Calabresi, Nathalie Herschdorfer, Andréa Holzherr, Susanna Tamaro e Stefano Illing.
Un’opera che si può ammirare anche grazie al catalogo specialmente realizzato per l’occasione.
(Foto e contenuti disponibili su: lagazuoiphotoaward.org)
Dolomites Project 2010 è un tassello significativo all’interno di una carriera pluridecennale: Olivo Barbieri, autore della serie Flippers 1977-1978, nel 1984 è uno dei più giovani fotografi italiani a partecipare a “Viaggio in Italia”, promosso da Luigi Ghirri ed Enzo Velati. A partire dagli anni ’80 viaggia in Europa e in Oriente, specialmente in Cina, e nel 2003 inaugura il progetto Site Specific, che coinvolge 40 città nel mondo, tra le quali Las Vegas, New York, Shangai. Altri imponenti serie si sviluppano con in un arco di più anni, o pluridecennale: Parks (2006–2015), Real Words (2008–2013), Images (1978–2007), Virtual Truths (1996–2002) e Artificial Illuminations (1980–2014). Più recentemente, ha realizzato il progetto ADRIATIC SEA (staged) DANCING PEOPLE, sulla costa romagnola. Le sue immagini sono esposte nelle principali gallerie internazionali e sono al centro di collezioni, libri, rassegne cinematografiche e festival.
Gli altri fotografi selezionati per la prima edizione del Lagazuoi Photo Awards sono stati Daniel von Johnston (Un anno da Vaia), Alex Majoli (WW1 – Rievocazione storica), Attilio Maria Navarra (Dolomiti nel buio), Beatrice Speranza (Oltre-Le Dolomiti e le Presenze).
La galleria è pronta ad accogliere il prezioso lavoro monografico di Barbieri: Dolomites Project 2010 è un inno alle cattedrali di roccia, straordinarie architetture naturali, interpretate dal fotografo come forme simboliche in movimento. Dopotutto non è forse vero che la montagna è tutto tranne che immobile? Disegnate dalla sapiente estetica di una mano invisibile 250 milioni di anni fa, le Dolomiti racchiudono i resti di fondali oceanici - un impasto di fossili, rocce e sabbia - e schiudono un tempo, quasi mitico, di contemplazione del passato. E del presente. Perché, lontana da una dimensione puramente documentaristica, la fotografia di Barbieri propone una visione monumentale (e attuale) della montagna, grazie a un sapiente uso della profondità di campo.
La sua scelta di un linguaggio visivo avvincente sia sul piano estetico che contenutistico ha conquistato la giuria presieduta da Denis Curti – tra i più importanti curatori a livello europeo – e composta da Mario Calabresi, Nathalie Herschdorfer, Andréa Holzherr, Susanna Tamaro e Stefano Illing.
Un’opera che si può ammirare anche grazie al catalogo specialmente realizzato per l’occasione.
(Foto e contenuti disponibili su: lagazuoiphotoaward.org)
Dolomites Project 2010 è un tassello significativo all’interno di una carriera pluridecennale: Olivo Barbieri, autore della serie Flippers 1977-1978, nel 1984 è uno dei più giovani fotografi italiani a partecipare a “Viaggio in Italia”, promosso da Luigi Ghirri ed Enzo Velati. A partire dagli anni ’80 viaggia in Europa e in Oriente, specialmente in Cina, e nel 2003 inaugura il progetto Site Specific, che coinvolge 40 città nel mondo, tra le quali Las Vegas, New York, Shangai. Altri imponenti serie si sviluppano con in un arco di più anni, o pluridecennale: Parks (2006–2015), Real Words (2008–2013), Images (1978–2007), Virtual Truths (1996–2002) e Artificial Illuminations (1980–2014). Più recentemente, ha realizzato il progetto ADRIATIC SEA (staged) DANCING PEOPLE, sulla costa romagnola. Le sue immagini sono esposte nelle principali gallerie internazionali e sono al centro di collezioni, libri, rassegne cinematografiche e festival.
Gli altri fotografi selezionati per la prima edizione del Lagazuoi Photo Awards sono stati Daniel von Johnston (Un anno da Vaia), Alex Majoli (WW1 – Rievocazione storica), Attilio Maria Navarra (Dolomiti nel buio), Beatrice Speranza (Oltre-Le Dolomiti e le Presenze).
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