lunedì 22 giugno 2020

Cibo&turismo: per la ripartenza territori, destinazioni ed eventi sportivi scelgono l’enogastronomia


Nell’undicesima conferenza digitale della rassegna “Tempo di Rinascita” si è parlato di turismo enogastronomico post-Covid.
Non più turisti ma viaggiatori: per fare il salto di qualità il food&wine deve rivolgersi a target attenti e consapevoli.
Ripartono i locali legati al cibo e proseguono i progetti dedicati alla promozione territoriale in sinergia con il mondo della cultura e dello sport, mentre gli chef stellati puntano su sostenibilità e racconto del territorio per far vivere esperienze uniche ai propri clienti.

 
22 giugno 2020_La cucina è cultura, sapere condiviso, capacità di innovazione: mai come oggi il cibo è in grado di trasformarsi in veicolo di promozione per i territori, le destinazioni e i grandi eventi sportivi. È stato questo il focus della conferenza digitale organizzata oggi, 22 giugno, all’interno della rassegna ‘Tempo di Rinascita - Scenari, idee, progettualità’, ideata dall’agenzia di comunicazione DOC-COM per riflettere a più voci sul mondo che sta cambiando.

A confrontarsi sul tema:
Filippo Polidori, Food Guru, CEO Polidori & Partners, Andrea Guolo, Giornalista, Wine & Food editor Pambianco, Chiara Astolfi, Direttore VisitRomagna, Progetto Romagna Osteria, Raffaele Boscaini, Direttore Marketing Masi Agricola, Progetto Masi Wine Bar, Cristiano Casa, Assessore Attività Produttive, Turismo, Commercio e Sicurezza Urbana del Comune di Parma, Progetto Parma City of Gastronomy, Norbert Niederkofler, Chef 3 stelle Michelin, ristorante St. Hubertus all’Hotel Rosa Alpina San Cassiano, Progetto Care’s The ethical Chef Days, Graziano Prest, Chef 1 stella Michelin, ristorante Tivoli Cortina, Progetto Chef TeamCortina2021

Che cosa è emerso?

Secondo Filippo Polidori, Food Guru, CEO Polidori & Partners, il food è l’elemento fondamentale e prioritario per attirare i viaggiatori di domani nel “Paese più bello del mondo”: «Questo settore deve rivolgersi sempre più ai viaggiatori e sempre meno ai “turisti”. Il viaggiatore è colui che sceglie dove fermarsi, quali ristoranti visitare e che cosa comprare, con un alto livello di consapevolezza. Per fare il salto di qualità, specialmente nel post-Covid, il target deve quindi essere quello dei visitatore alla ricerca di un’esperienza di valore».

«Il cibo è inevitabilmente parte dell’esperienza turistica – ha sottolineato Andrea Guolo, giornalista, Wine & Food editor Pambianco – soprattutto in un Paese come l’Italia che fonda parte della sua ricchezza sulla presenza di tradizione e innovazione gastronomica. Secondo l’ultimo rapporto sul turismo enogastronomico del 2018 condotto dalla prof. Roberta Garibaldi, infatti, i turisti enogastronomici nel mondo sono il 53%. È quindi altrettanto inevitabile che il food&wine siano un forte richiamo e una bella opportunità di promozione. E anche se la mancanza di presenze internazionali si fa sentire, a ripartire per primi sono stati i locali legati a cibo e vino, segno che tutto quello che avevamo consolidato a partire dall’Expo 2015 resta valido».

Esperienze di valorizzazione territoriale come il Progetto Romagna Osteria sono state al centro dell’intervento di Chiara Astolfi, Direttore VisitRomagna e Progetto Romagna Osteria, che ha illustrato come il cibo sia diventato uno strumento per incontrarsi scambiare idee e vivere esperienze: «Attraverso il coinvolgimento dei nostri “Cuochi Sognatori” abbiamo raccontato storie del nostro territorio e permesso la riscoperta di luoghi, come la Colonia Bolognese, che non erano più fruibili dalla collettività. Abbiamo creato sinergie tra pubblico e privato dando possibilità di vivere esperienze non replicabili e uniche. La capacità di fare squadra ha unito tutti gli attori della filiera, dai cuochi ai proprietari delle strutture in disuso, uniti dalla convivialità che solo il cibo più regalare».

Il mondo della produzione enogastromica può diventare anche veicolo di promozione all’estero, come dimostra l’esperienza di Masi, raccontata da Raffaele Boscaini, Direttore Marketing Masi Agricola, Progetto Masi Wine Bar: «Ci siamo resi conto della necessità di entrare in contatto diretto con il consumatore finale, per trasmettere forte e chiara la nostra idea di viticoltura. Abbiamo cominciato con le visite in cantina per arrivare ai Masi Wine Bar, luoghi in cui si possono degustare i nostri vini raccontati dal nostro personale e abbinati a piatti della tradizione, per permettere a chi ci viene a trovare di percepire che cosa ci sia dietro una semplice etichetta.
Oltre al wine bar nella storica sede di Canova di Lazise abbiamo altre due location, in centro a Zurigo e a Cortina, e siamo in attesa di aprirne un nuovo a Monaco di Baviera.»

Dal mondo della produzione ai progetti di marketing verticale dedicati al cibo: l’esperienza di Parma City of Gastronomy è un esempio di come un territorio sia riuscito a valorizzare al meglio le proprie eccellenze: «Il nostro obiettivo è stato quello di far diventare la provincia di Parma una Food Valley che sapesse attrarre visitatori da tutto il mondo – ha spiegato Cristiano Casa, Assessore Attività Produttive, Turismo, Commercio e Sicurezza Urbana del Comune di Parma, Progetto Parma City of Gastronomy –. Il percorso è iniziato nel 2014 e ha visto diverse tappe per la formazione e il coinvolgimento del mondo produttivo legato al cibo nella nostra area, dai caseifici ai produttori di salumi, dal pomodoro alla pasta, fino alle conserve ittiche, per permettere ai turisti di vivere e assaporare il territorio, anche attraverso eventi di alto livello come Fuorisalone di Cibus e il Settembre Gastronomico. Oggi abbiamo fatto il passo successivo, unendo al racconto della gastronomia la cultura, con Parma Capitale della Cultura 2020, che proseguirà per tutto il 2021: crediamo che l’unione tra il mondo del cibo a quello culturale sia la via per farsi sentire nel mondo e i dati lo confermano: siamo passati dalle 560 presenze nel 2012 alle 750 mila del 2019, con un +34%».

Il tema della sostenibilità si può esplorare fino in fondo solo passando attraverso il cibo: è l’idea di Norbert Niederkofler, Chef 3 stelle Michelin, ristorante St. Hubertus all’Hotel Rosa Alpina San Cassiano, in uscita in libreria a ottobre con il volume “Cook The Mountain - The Nature Around You”, che con il Progetto Care’s The ethical Chef Days intende raccontare al mondo come partendo dal territorio si possa fare del bene al pianeta proponendo una cucina di altissimo livello.
«Siamo felici di far vedere al mondo come la sostenibilità possa portare a grandi risultati, coinvolgendo diversi ambiti al di fuori della produzione del cibo, come quello del design sostenibile. Nel libro in uscita a ottobre che nasce dall’esperienza del progetto Care’s, raccontiamo non solo la cucina delle nostre montagne, ma mostriamo la possibilità di mantenere la cultura italiana attraverso i prodotti del territorio. Il libro stesso è stampato su carta mela e rivestito in pelle-mela, materiali prodotti dagli scarti della lavorazione del frutto».

I grandi eventi sportivi guardano sempre più spesso al cibo come come occasione di contatto con il territorio e di convivialità. Graziano Prest, Chef 1 stella Michelin, ristorante Tivoli Cortina, Progetto Chef TeamCortina2021, che rappresenta il trait d’union tra il mondo della gastronomia e quello dello sport, ha affermato: «La filosofia comune che hanno le persone che lavorano in montagna emerge nella volontà di raccontare e preservare al meglio i nostri luoghi, indispensabili sia per chi fa sport sia per chi lavora nel cibo. Attraverso gli eventi dedicati allo sport, come il Deliciuos Trail, siamo in grado di entrare in contatto con gli sportivi e capire le necessità e i desideri degli appassionati di sport e montagna».
 

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