giovedì 18 giugno 2020
La Roadmap del futuro per il settore Food&Beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni
Presentati i risultati del rapporto “La Roadmap del futuro per il settore
Food&Beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni” nell’ambito della
4° edizione del Forum (1° Forum “phygital”) della Community Food&Beverage di
The European House – Ambrosetti. La situazione di crisi attuale produrrà una
contrazione del fatturato totale del settore agroalimentare dell’1,9% nell’anno 2020,
che si inserisce in una performance media attesa del PIL nazionale del -9,1%
Bologna, 17 maggio 2020 – La filiera agroalimentare italiana si conferma anche nel 2019 uno dei settori
trainanti dell’economia nazionale, grazie alla performance positiva del comparto, che ha registrato
valori record per molti dei principali indicatori economici: 200 miliardi di Euro di fatturato realizzato
dalla filiera agroalimentare (di cui 140 miliardi di Euro dalle imprese del Food&Beverage), 44,6
miliardi di Euro di esportazioni (di cui 37,8 miliardi di Euro delle imprese del Food&Beverage), oltre
1,4 milioni di occupati (di cui 472.700 del comparto Food&Beverage) coinvolti in 1,6 milioni di
imprese (di cui 56.757 del settore Food&Beverage). Nel complesso, il settore ha attivato 240 miliardi
di Euro di consumi alimentari sul territorio nazionale nel 2019 (includendo anche i consumi fuori casa),
offrendo un contributo importante alla crescita del Paese.
L’emergenza Covid-19 rappresenta la prima crisi economica originata dallo shock combinato di domanda
e di offerta. Nonostante la fotografia di un settore in salute e in crescita, anche il Food&Beverage ha subito
nei primi mesi del 2020 un impatto senza precedenti. Come il settore agroalimentare italiano è stato
in grado di reagire a questo shock? Nell’ambito della 4° edizione del Forum della Community
Food&Beverage (1° Forum “phygital”), The European House – Ambrosetti ha presentato il rapporto “La
Roadmap del futuro per il settore Food&Beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i
prossimi anni”, in cui sono stati analizzati gli impatti dell’emergenza Covid-19 sulle performance delle
imprese della settore, attraverso un doppio approccio: l’analisi dei bilanci delle 13.578 società di
capitali censite a partire dai database nazionali e una survey ai Vertici delle imprese, somministrata
all’inizio della Fase 2 della crisi Covid-19. Il campione rispondente è molto significativo, rappresentando
un fatturato aggregato pari a circa 20 miliardi di Euro, il 10% del totale del settore. A partire da questi
risultati, il rapporto ha individuato – di concerto con le imprese del settore, le cui opinioni sono state
raccolte grazie alla survey – alcuni pilastri per la ripartenza post-emergenza.
“Con riferimento alla performance economica, il 56,7% delle imprese rispondenti alla nostra survey
stima che la crisi provocata dall’emergenza sanitaria Covid-19 avrà un impatto negativo sul fatturato
dell’intero 2020. Di queste, quasi la metà ritiene che il proprio volume di ricavi subirà una flessione di
oltre il 20% – ha dichiarato Valerio De Molli, Managing Partner & CEO, The European House
– Ambrosetti – Le nostre stime evidenziano come l’intero comparto agroalimentare italiano subirà
una contrazione del fatturato totale dell’1,9% nell’anno 2020, che si inserisce in una performance attesa
del PIL nazionale del -9,1%.”
Non solo. Guardando alle esportazioni agroalimentari, il 65% del campione stima un impatto negativo
sull’export 2020. Le stime The European House – Ambrosetti a partire dalle risposte delle aziende
partecipanti alla survey indicano un impatto complessivo sulle esportazioni del settore del -9,2% nel
corso del 2020: il settore agroalimentare rischia di perdere 4,1 miliardi di Euro di export e tornare ai
livelli di due anni fa.
Tali impatti si inseriscono in un contesto in cui, le esportazioni italiane della filiera agroalimentare,
seppure in crescita, se confrontate con quella dei nostri principali competitor Europei, restituiscono
l’immagine di un settore con opportunità inespresse. Il settore Food&Beverage italiano è quello che
esporta meno in termini assoluti nel confronto con i principali peer Europei: Francia, Germania e Spagna.
Nonostante il lockdown abbia avuto come effetto immediato una contrazione dei consumi degli
italiani, molti dei quali sono stati cancellati o differiti, i consumi alimentari hanno tenuto in questi primi
mesi, con una crescita positiva in tutti i comparti nel primo trimestre 2020. Tuttavia, la crescita dei
consumi fuori casa, che ai livelli pre-crisi valevano 86 miliardi di Euro e rappresentavano un
appuntamento settimanale per un italiano su 4, ha subìto un brusco arresto, a seguito dei mesi di
lockdown e della chiusura quasi completa del canale Ho.re.ca..
Dall’analisi dei bilanci delle imprese agroalimentari, The European House – Ambrosetti ha evidenziato
ancora una volta come una delle principali criticità del settore sia la sua elevata frammentazione.
L’86,7% delle aziende del settore ha un fatturato inferiore ai 10 milioni di Euro (e contribuisce per il
16,3% ai ricavi del settore), mentre solo il 5,4% ha un fatturato superiore ai 30 milioni di Euro, con una
contribuzione del 67,4% ai ricavi complessivi. Le evidenze contenute nello studio dimostrano come
questo freno dimensionale generi ricadute negative sulla propensione agli investimenti, sulle
performance di redditività e sull’autonomia finanziaria delle imprese.
Anche a causa di questa frammentazione, l’impatto della crisi scaturita dal lockdown rischia di mettere a
rischio la sopravvivenza di un numero crescente di operatori. Le analisi sui bilanci mostrano come, a fine
2019, il 26,9% delle imprese fosse a elevato rischio liquidità, ma le stime The European House –
Ambrosetti pongono un ulteriore campanello d’allarme per l’intera filiera: entro fine anno, ulteriori
1.282 aziende del settore agroalimentare saranno a rischio sopravvivenza.
Oltre a delineare la situazione attuale, il rapporto individua quali sono le leve strategiche per la
ripartenza del settore post-emergenza, delineando le principali direttrici verso cui le imprese della
filiera agroalimentare dovranno orientarsi nell’immediato domani e nel medio-lungo termine. I risultati
della survey dimostrano come le aziende del settore abbiano identificato nella digitalizzazione la
principale priorità di breve periodo, ma che il reale punto di attenzione a lungo termine sarà la
sostenibilità, attraverso strategie come l’attuazione di modelli di Economia Circolare, la tutela della
biodiversità e la promozione del benessere animale.
Lo shock causato dall’emergenza Covid-19 ha ulteriormente rafforzato l’esigenza di avviare, da un lato,
interventi strutturali per potenziare la competitività del comparto e, dall’altro, interventi congiunturali
per aumentare la resilienza del settore e prepararlo alla ripartenza. Il rapporto The European House –
Ambrosetti si conclude con l’identificazione di alcuni pilastri per la ripartenza, che devono essere guidati
da 3 leve strategiche imprescindibili: la digitalizzazione, l’innovazione e la sostenibilità.
Tra le priorità per il rilancio delle imprese del settore Food&Beverage oggi e nell’immediato domani,
figurano le seguenti proposte: favorire la sburocratizzazione e assicurare il sostegno finanziario alle
imprese; promuovere strumenti di incentivo ai consumi e di supporto al reddito delle famiglie
italiane; implementare strategie per favorire la ripartenza del comparto Ho.re.ca. e del «fuori casa».
Tra le priorità per rilanciare le aziende del settore Food&Beverage nel medio-lungo periodo si
registrano, invece, le seguenti proposte: rafforzare la crescita dimensionale delle aziende del settore
Food&Beverage; favorire gli investimenti delle imprese del settore attraverso processi di
sburocratizzazione e tramite l’accesso a finanziamenti agevolati a lungo termine; promuovere le
esportazioni come moltiplicatore dell’eccellenza italiana all’estero; avviare politiche di tutela e
supporto delle filiere italiane; incentivare una filiera agroalimentare sostenibile attraverso la
promozione del paradigma dell’Economia Circolare.
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