sabato 3 ottobre 2020

La sostenibilità nel mondo delle farine: il Molino Tuzzi di Dolegna del Collio (GO)




Il Molino Tuzzi dal 1905 rappresenta un valore

per tutto il territorio, con il suo antichissimo

stabile, risalente al XIII secolo, di cui rimangono

ad oggi, oltre all’intera struttura, la pila per l’orzo,

il batti baccalà, la macina in pietra e tutti

gli organi di trasmissione. Il suo valore non è

solo storico-architettonico, ma deriva soprattutto

dai suoi prodotti e dall’impostazione della

produzione.. Già nella seconda metà degli

anni ’90 é uno dei primi produttori in regione di

farina di mais proveniente da coltivazione biodinamica,

ma ai Tuzzi non basta fare le cose

per bene; bisogna anche comunicarlo e condividerlo!

E’ così che dagli anni 2000 si fa intensa l’attività

didattica con visite di scolaresche provenienti

da tutta la Regione. Quello dei Tuzzi è l’unico

molino artigianale in attività nell’area delle

provincie di Gorizia, Trieste e di tutto il territorio

sloveno a ridosso del confine, ed è sicuro alleato

di tanti piccoli coltivatori, sia italiani che sloveni,

custodi delle antiche varietà autoctone e

del patrimonio agricolo del Collio e di tutto l’areale

circostante. Il Molino Tuzzi, assieme al Panificio

Iordan, all'azienda agricola “La Fattoria”

di M.Grinovero e ai consumatori del Friuli Orientale

hanno costituito, all’interno del “Forum dei

Beni comuni ed Economia solidale FVG” il primo

“Patto di filiera della farina del Friuli Venezia

Giulia” per la produzione di farine e derivati di

alta qualità ma economicamente accessibili a

tutti, prodotte con metodi sostenibili e svincolati

dalle leggi di mercato.

Agricoltori, trasformatori e consumatori hanno

quindi iniziato insieme un percorso durante

il quale si sono presentati e condivisi i costi per

la produzione del grano e per la sua trasformazione

e si sono scelti insieme le modalità produttive,

attraverso lo scambio di conoscenze.

Inoltre i consumatori hanno deciso anticipatamente

la quantità di prodotto che andranno

Federico Pedini Amati a comprare, assumendosi, per la prima volta,

 
una parte del rischio d'impresa, impegnandosi

ad anticipare parte della spesa finale, andando

così a coprire i primi costi sostenuti dagli

agricoltori. I cereali provengono da agricoltura

biologica non certificata perchè il desiderio è

quello di creare un nuovo rapporto di fiducia

tra tutte le parti attive nel patto, garantendo la

massima qualità attraverso la totale trasparenza

produttiva e lo scambio reciproco di informazioni,

rendendo così superflue le certificazioni

e riuscendo, in questo modo, a contenere i

prezzi del prodotto finale. Si sono quindi costruite

le basi per una vera filiera corta, dove tutto,

dalle coltivazioni ai laboratori di trasformazione

è visitabile.

L'obiettivo principale è lo sviluppo di una

diversa modalità di produzione e di acquisto,

opposta alle attuali leggi economiche che minano

il vivere e il bene comune. ”Desideriamo

creare nuovi luoghi di comunicazione e di reciproca

conoscenza - ci dice Adriano Tuzzi - all'interno

dei quali tutti gli attori hanno la possibilità

di incontrarsi, conoscersi, scambiare i propri saperi.

Vogliamo creare un nuovo tipo di scambio

che non sia solo economico ma soprattutto

umano”.

Gianluigi Pagano

 

 

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