50 Vignaioli
Indipendenti del Trentino e dell’Alto Adige hanno presenziato a Milano allo
Spazio Base per due giorni, dove hanno raccontato cosa significa essere veri
produttori di vino in montagna, dimostrando attraverso pregevoli etichette artigianalità,
territorialità e sostenibilità.
Il progetto
dei Vignaioli di Montagna (tutti Fivi) è nato nel 2017, ed è giunto nella
metropoli meneghina per diffondere una cultura del vino sana e giusta, anche in
segno di ripresa dopo le tante difficoltà dovute alla pandemia.
La Redazione
della Testata Borghi d’Europa si era già recata nella Valle dei Laghi a incontrare i produttori del
Vin Santo Trentino (e del Rebo) e ha partecipato con piacere ai banchi
d’assaggio allo Spazio Base per poter comprendere e comunicare meglio territori
dalle molteplici sfumature.
E così
puntualmente è stato: davvero degli ottimi vini, così diversi e allo stesso
tempo rappresentativi e artigianali.
Per il
Trentino sono stati molto apprezzati la Nosiola e il Rebo di Giovanni
Poli-Santa Massenza, uguale per quelli della Distilleria e Cantina Maxentia di
Enzo Poli e dell’Azienda Agricola (e Distilleria) Francesco Poli, tutti provenienti
dalla Valle dei Laghi.
E ancora i
vini da uve resistenti Solaris e Souvegnier Gris della Filanda de Boron di
Tione di Trento, il Lagrein “Moratel” di Cesconi di Pressano, il Blend Bianco
da uve resistenti “Aromatta” di Villa Persani- Silvano Clementi sempre di
Pressano, poi il Pinot Nero Riserva di Gabriele Furletti di Riva del Garda ed
infine i Teroldego Rotaliano di De Vescovi-Ulzbach di Mezzocorona.
Invece, per
l’Alto Adige, molto caratteristici ed eleganti il Pinot Nero di Weingut Abraham
di Appiano, quello della Tenuta Schloss Englar di San Michele Appiano e quelli
di plonerhof di Marlengo.
Una rassegna
importante questa al Base, che ha ben identificato le varie specificità dei
vini d’altura, che sono in continua evoluzione verso l’alto in termini
qualitativi.
Così va bene!
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