RUINA. Ricercare
un'identità nell'antico e nell'attuale.
Clarissa Baldassarri, Morena Cannizzaro, Maria Cavinato,
Carmela De Falco, Irene Macalli
7 settembre — 3 novembre 2025
INAUGURAZIONE: sabato 6
settembre 2025, ore 18.30
Villa San Michele e centro storico
Anacapri, 20 agosto 2025. Dal 7 settembre al 3 novembre 2025
torna a Villa San Michele e nel centro storico di Anacapri il Festival
del Paesaggio di Anacapri con una nuova edizione
curata da Arianna Rosica e Gianluca
Riccio.
La
nona edizione del Festival rielabora
il tema del Viaggio in Italia,
riflettendo in particolare sul valore culturale e iconografico delle rovine. La mostra Travelogue.
Paesaggi con rovine
si pone come un viaggio, un Grand
Tour contemporaneo,
alla scoperta degli echi del passato
nella ricerca artistica contemporanea e delle relazioni inedite tra arte e paesaggio.
Attraverso le opere e installazioni site-specific di Alessio de Girolamo, Katarina
Löfström, Masbedo, Angelo Mosca, Luca Pancrazzi e
Sislej Xhafa le ruine assumono nuovi
significati e forme, allontanandosi dal richiamo a un’estetica del passato, e presentandosi,
invece, come tracce vive di un paesaggio
storico, artistico, sociale e personale.
Nel percorso espositivo Alessio de Girolamo (1980) presenta un’installazione sonora che fonde memoria musicale e linguaggio digitale, creando un ponte tra passato e presente attraverso la costruzione di un paesaggio sonoro vivo e intimo che restituisce il respiro di una Capri notturna, personale e astratta.
Katarina Löfström (1970) porta nel parco della Villa l’opera Open Source (4:3), una grande parete composta da migliaia di paillettes che reagiscono al vento e alla luce. L’opera riflette il paesaggio circostante, producendo un’immagine frastagliata e in continua mutazione: uno schermo vivo, cangiante, su cui si proiettano cielo, mare e tempo.
Angelo Mosca (1961), con l’installazione Reperti, propone una serie di dipinti che indagano la relazione tra rovina e ritrovamento, tra ciò che è stato e ciò che può ancora nascere dall’arte come atto di scavo e di visione.
MASBEDO, il duo di registi e filmmaker formato da Nicolò Massazza (1973) e Iacopo Bedogni (1970), presenta al Festival l’opera video Resto. Il progetto prende il nome dalla barca usata per trasportare un grande schermo a prua, sul quale viene proiettata una sonata andante di Gianandrea Fioroni. La performance si svolge nel Mare di Sicilia, tra le acque di Aci Trezza, luogo evocato da Giovanni Verga nel romanzo La casa del melograno. L'opera esplora la relazione tra uomo e paesaggio, mettendo in dialogo memoria storica e attualità, e invita il pubblico a riflettere sul senso di appartenenza, sul viaggio e sull'impatto ambientale.
Luca Pancrazzi (1961) riflette sulla pratica
artistica come processo relazionale e sul valore poetico dello scarto. A Villa
San Michele Pancrazzi ha scelto di esporre i suoi paesaggi minuti che
fanno appello a una memoria profonda, ad un mito, ad un archetipo poetico.
Questi reperti quotidiani diventano la base per comporre piccoli
paesaggi astratti in terracotta, veri e propri orizzonti segnati dalle sagome
di archeologie dell’ordinario.
La rassegna RUINA. Ricercare un'identità
nell'antico e nell'attuale, realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura e di SIAE
nell’ambito del programma Per Chi Crea in collaborazione con
Villa San Michele, presenta le opere di cinque
giovani artiste italiane under 35 – Clarissa
Baldassarri, Morena Cannizzaro, Maria Cavinato, Carmela De Falco, Irene
Macalli – che, attraverso differenti linguaggi, dalla scultura all'installazione
ambientale, dalla fotografia
analogica all'uso dell'immagine
digitale, inquadrano il tema delle rovine come presenze attive, come veri e propri oggetti che, a partire dalla
loro dimensione archeologica,
appaiono in grado di recuperare tradizioni e relazioni, storie e immagini in
via di scomparsa.
In un discorso in bilico tra l'antico e l'attuale, i lavori delle
cinque giovani artiste negli spazi di Villa
San Michele, affrontano uno spettro di temi che vanno dalla fragilità della memoria pubblica e
personale, al rapporto tra storia intima
e storia collettiva, tra creazione artistica e dimensione sociale;
dall'inesorabile frammentarietà di un ordine culturale e storico alla spinta a
rintracciare in tale paesaggio punteggiato da rovine l’origine per un nuovo alfabeto visivo.
Carmela De Falco (1994), con le sculture della serie "dentro, fuori" del 2024, affronta
la rovina come perdita di una memoria, personale e collettiva, dovuta alla
scomparsa di rituali quotidiani della tradizione del sud Italia. Le sue
sculture - calchi di zerbini domestici realizzati con zucchero e caffè evocano
la progressiva dissoluzione del senso comunitario del vivere e dell'abitare.
Le
opere di Clarissa Baldassarri (1994)
dal titolo "Dove sei?" e
“Quando
piombò il silenzio e il tempo sembrò essersi fermato”, (2021) riflettono sui concetti di
mobilità e immobilità, protezione e fragilità, che le rovine di ieri e di oggi
evocano; sculture in polistirolo e blocchi di carta che attraverso la
leggerezza del materiale e il contrasto con la solidità dei frammenti
rappresentati e con il tempo inciso sulla loro superficie, sollevano nello
spettatore dubbi sulla relazione tra passato e presente, e sul rapporto tra
oggetto protetto e oggetto da proteggere, tra durata e quotidianità.
Irene Macalli (1999) presenta due opere scultoree - "Identità" (2021) e la scultura “The journey of hope” (2021) - in cui il
tema della rovina emerge nella sua dimensione di stratigrafia di memorie,
private e sociali, e nel riferimento costante all'universo domestico come luogo
ambivalente, in bilico tra sopravvivenza e dissolvenza.
Maria
Cavinato (1996) e Morena Cannizzaro (1997), rispettivamente con le serie fotografiche
"Aurea interrotta" (2024) e
"Nigredo" (2025),
inquadrano il tema della rovina come ferita che si apre nel paesaggio,
culturale e personale, contemporaneo, riconoscendo proprio nella frattura e
nell’usura del tempo che attraversa un ordine storico o naturale, archeologico
e oggettuale, lo spazio per configurare nuove strategie poetiche e nuove
identità linguistiche.
Nell’ambito
della IX edizione del Festival del
Paesaggio di Anacapri,
in programma dal 7 settembre
all’8 novembre 2025 prende vita la prima edizione del Premio
Jumeirah Capri Palace, un riconoscimento istituito dal
prestigioso hotel Jumeirah Capri
Palace in
collaborazione con il Festival stesso. La cerimonia di consegna si terrà il 6
settembre 2025 a Villa San Michele, con
l’obiettivo di valorizzare due tra gli artisti coinvolti nei principali
progetti espositivi del Festival 2025. Gli artisti selezionati vedranno le loro
opere entrare a far parte della collezione permanente dell’hotel e saranno
accolti al Jumeirah Capri Palace, oltre a ricevere un contributo economico a
sostegno della loro attività creativa.
Una giuria
d’eccezione decreterà i due vincitori della prima edizione, composta da
autorevoli figure del mondo dell’arte e della cultura: Cristiana Perrella (Presidente), Direttrice
del Macro, Museo d’arte contemporanea Roma; Aldo Cazzullo, Giornalista e Vicedirettore del Corriere
della Sera; Angela
Tecce, Presidente
della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / Museo MADRE, Museo
d’Arte Contemporanea Donnaregina, Napoli, Brunella Trimarco, Presidente della Fondazione Tridama, Napoli,
Ermanno Zanini,
Vicepresidente Jumeirah Group e
General Manager del Jumeirah Capri Palace.
TRAVELOGUE. Paesaggi con rovine.
7 settembre — 3 novembre 2025
a cura di Arianna Rosica e Gianluca Riccio
Alessio de Girolamo, Katarina Löfström, Masbedo,
Angelo Mosca, Luca Pancrazzi, Sislej Xhafa
RUINA.
Ricerca un’identità nell’antico e nell’attuale.
7
settembre — 8 novembre 2025
da un’idea
di Giulia Imparato. A cura di Arianna Rosica e Gianluca Riccio
Clarissa
Baldassarri, Morena Cannizzaro, Maria Cavinato, Carmela De Falco, e Irene
Macalli
Sede
principale
Villa
San Michele, Viale Axel Munthe 34
Anacapri (Capri), Napoli
Altre sedi
Piazza Vittoria, Piazza San Michele,
Via Trieste e Trento, Capolinea Autobus A.t.c.
info@festivaldelpaesaggio.com / press@festivaldelpaesaggio.com /
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