Sui
territori del Comune di Vazzola si possono cogliere ovunque consistenti
testimonianze del passaggio di tanti secoli di storia come il
ritrovamento di antiche anfore, monete, cocci conservati nel Museo di
Oderzo. Una colonna dell’epoca romana a Tezze attesta con certezza come
in queste terre sono avvenute colonizzazioni romane irradiatesi negli Agri Centuari dei Municipi di Opitergium e Tarvisium lungo le vie imperiali Claudia Augusta Altinate e Opitergium Tridentum.
Importanti vie di comunicazione, secondo alcuni storici (Novello) usate
a lungo nell’epoca romana (181 a.C. – 476 d.C.) e nel Medioevo sia
dalle truppe militari che dagli zatterieri per trasportare tronchi dal
bellunese a Venezia, ancor oggi rappresentano vitali percorsi di
collegamento.
Inizialmente i territori del comune di Vazzola erano costituiti da acquitrini, vaste estensioni boschive, centuriazioni agrarie, strade a scacchiera, fossati divisori di cui solo qualche traccia è rimasta. A conferma del passaggio romano su queste terre vi è una citazione riguardante Tezze nell’Itinerario Antoniano del IV sec d.C..
In un compendio di storia friulana si vorrebbe che, per l’invasione dei barbari, circa alla metà del IX secolo, molti profughi friulani in fuga, fissassero qui la loro dimora. Inizialmente territorio boschivo, (“Bosco” si chiama tuttora la campagna lungo il Monticano), Vazzola vide presumibilmente i primi casolari fabbricati sul fiumicello “La Vazzola” da cui prese il nome dopo diverse trasformazioni del termine dal basso latino “lavacium”, lavaciola, vaceola, la Vazzola, dall’uso di “lavare” i panni sul fiumicello su citato.
Le ondate barbariche calate dal nord Europa prima dell’anno 1000 segnarono il passaggio gli Unni, Longobardi, Ungari anche lungo la Via Hungarica, che da loro prese il nome e che incontrava la Via Tridentina lungo il passo di Lovadina. Furono periodi bui, segnati da scorrerie di bande armate, incursioni cavalleresche.
Inizialmente i territori del comune di Vazzola erano costituiti da acquitrini, vaste estensioni boschive, centuriazioni agrarie, strade a scacchiera, fossati divisori di cui solo qualche traccia è rimasta. A conferma del passaggio romano su queste terre vi è una citazione riguardante Tezze nell’Itinerario Antoniano del IV sec d.C..
In un compendio di storia friulana si vorrebbe che, per l’invasione dei barbari, circa alla metà del IX secolo, molti profughi friulani in fuga, fissassero qui la loro dimora. Inizialmente territorio boschivo, (“Bosco” si chiama tuttora la campagna lungo il Monticano), Vazzola vide presumibilmente i primi casolari fabbricati sul fiumicello “La Vazzola” da cui prese il nome dopo diverse trasformazioni del termine dal basso latino “lavacium”, lavaciola, vaceola, la Vazzola, dall’uso di “lavare” i panni sul fiumicello su citato.
Le ondate barbariche calate dal nord Europa prima dell’anno 1000 segnarono il passaggio gli Unni, Longobardi, Ungari anche lungo la Via Hungarica, che da loro prese il nome e che incontrava la Via Tridentina lungo il passo di Lovadina. Furono periodi bui, segnati da scorrerie di bande armate, incursioni cavalleresche.
La vera storia di Vazzola
inizia tuttavia nel XI secolo, quando da Ottone III Vazzola fu donata
nel 994 al Vescovo di Ceneda con tutti i territori dal Piave al Livenza e
dalla Piavesella al Monticano. Dopo il 1000, per le concessioni degli
imperatori si formarono le contee, i feudi, i caminati e le famiglie dei
Caminesi, Porcia, Collalto cui nel 1138 Vazzola sembra appartenere col
suo feudatario tal Curzius Dalla Vazzola. Fu successivamente donata ai
caminesi e questi stabilirono qui la loro dimora. Come cita il Bonifacio
essi eressero un castello con torri e mura merlate sulle rive del fiume
Favero ove esiste tuttora un palazzo a base quadrata, vicino al quale
si sviluppò una grande quantità di agglomerati rurali. Le torri
resistettero fino al saccheggio degli Ungari.
Seguirono tempi pacifici, segnati dal transito di pellegrini e viandanti che sostavano nelle zone di posta (mutatio), una delle quali ancora esistente a Tezze, in Borgo Malanotte. Questi viandanti animavano la vita degli abitanti di questi luoghi e dei borghi. Degni di particolare attenzione e catalogati nell’Atlante Regionale risultano gli antichi Borghi: Malanotte, Bellussi, Zanette e i centri di Vazzola e Tezze. Quando nel 1339 Conegliano si da alla Repubblica Veneta viene ceduta insieme anche Vazzola, che vi rimane fino alla caduta della Repubblica stessa (1797).
Seguirono tempi pacifici, segnati dal transito di pellegrini e viandanti che sostavano nelle zone di posta (mutatio), una delle quali ancora esistente a Tezze, in Borgo Malanotte. Questi viandanti animavano la vita degli abitanti di questi luoghi e dei borghi. Degni di particolare attenzione e catalogati nell’Atlante Regionale risultano gli antichi Borghi: Malanotte, Bellussi, Zanette e i centri di Vazzola e Tezze. Quando nel 1339 Conegliano si da alla Repubblica Veneta viene ceduta insieme anche Vazzola, che vi rimane fino alla caduta della Repubblica stessa (1797).
In epoche diverse molti casati influenti, ricchi di possedimenti: (gastaldie),
posero nei territori del Comune di Vazzola la loro dimora. Tra i casati
più in vista ricordiamo ancora: i Da Camino, i Mocenigo, gli Spineda, i
Malanotte di Caldes, i Ghetta, i Rigetti, i Tiepolo. I loro palazzi,
tutti risalenti all’incirca all’epoca seicentesca, sono tuttora
esistenti e uno di questi, Palazzo Tiepolo è ora adibito a sede Municipale.
Il Municipio conserva copia dello stemma che ricorda l’origine del paese e il dominio dei caminesi. E’ uno scudo spaccato; nella parte superiore un campo d’argento , stemma a torri merlate; in quella inferiore, in campo verde, scorre trasversalmente l’antico fiumicello ancora esistente.
Passarono in queste dimore nobili uomini come il conte Giulio Vidal, condottiero della Repubblica, morto a Vazzola nel 1548 e sepolto nella chiesa parrocchiale.
Dopo la caduta della Serenissima nel 1797 i territori di Vazzola rimasero sotto la dominazione degli austriaci fino al 1805 e fino al 1814 furono occupati da Napoleone I. L’arrivo di Napoleone aveva sconvolto i vecchi equilibri. Durante questo periodo prendono il sopravvento sui nobili veneziani e le loro residenze estive nuovi proprietari direttamente legati e interessati alle campagne come: i Papadopoli, gli Ancillotto, i Collalto e, a Tezze gli Zacchi che fecero rifiorire le terre e restaurare palazzi, case rurali e coloniche.
Il Municipio conserva copia dello stemma che ricorda l’origine del paese e il dominio dei caminesi. E’ uno scudo spaccato; nella parte superiore un campo d’argento , stemma a torri merlate; in quella inferiore, in campo verde, scorre trasversalmente l’antico fiumicello ancora esistente.
Passarono in queste dimore nobili uomini come il conte Giulio Vidal, condottiero della Repubblica, morto a Vazzola nel 1548 e sepolto nella chiesa parrocchiale.
Dopo la caduta della Serenissima nel 1797 i territori di Vazzola rimasero sotto la dominazione degli austriaci fino al 1805 e fino al 1814 furono occupati da Napoleone I. L’arrivo di Napoleone aveva sconvolto i vecchi equilibri. Durante questo periodo prendono il sopravvento sui nobili veneziani e le loro residenze estive nuovi proprietari direttamente legati e interessati alle campagne come: i Papadopoli, gli Ancillotto, i Collalto e, a Tezze gli Zacchi che fecero rifiorire le terre e restaurare palazzi, case rurali e coloniche.
Tuttavia
il continuo passaggio di eserciti durante le campagne napoleoniche,
dopo 450 anni di pace assicurata dalla Serenissima, provocò memorabili
saccheggi e devastazioni. Nel 1796 le nostre terre da Conegliano a San
Polo, Tezze e Vazzola comprese, furono trasformate in un immenso
accampamento di soldati croati, ungheresi, boemi, ussari, cosacchi. Ce
ne danno notizia i cronisti dell’epoca Graziani e Maschietto. Con la
costituzione del regime italico (1806), nella nuova ripartizione
amministrativa il nostro Comune venne composto con le tre frazioni di
Vazzola, Visnà e Tezze. Seguirono scontri cruenti contro gli austriaci
invasori, dove si distinse il Comm. Generale Angelo Menegaldo di Tezze,
amico e compagno di lotta di Manin. Ceduto il Veneto all’Italia, nel
1866, anche il Comune di Vazzola iniziò la sua rinascita. Vennero
costruiti edifici, scuole, ponti, strade. La vita riprese fino al nuovo
disastro rappresentato dalla Prima Guerra Mondiale. Durante questo
periodo Borgo Malanotte diventò avamposto austro-ungarico. La trincea
tuttora esistente, in loco, ne è una conferma. La battaglie estenuanti
si estesero fino alle Grave di Papadopoli, lungo il Piave e i territori
limitrofi, compresi quelli del Comune di Vazzola. Solo nell’ottobre 1918
i Corpi italiani della X° armata e il XIV° Corpo Britannico riportarono
grandi vittorie sugli avversari liberando, di fatto, questi territori
fino alla completa rivincita conclusasi a Vittorio Veneto. Le perdite
tuttavia furono rilevanti tanto che nel 1920 gli Inglesi raccolsero le
salme dei loro caduti in queste zone. Il cimitero di guerra denominato
“British Cimitery” si trova tuttora a Tezze.
Il Comune di Vazzola, dopo grandi sofferenze e perdite subite nella Seconda Guerra Mondiale, iniziò una lenta ma progressiva ripresa in tutti i territori devastati. Così anche per la sua gente cominciò una nuova storia. La storia di gente attiva, generosa e laboriosa: quella della popolazione del luogo, rimasta tale pur tra le tante traversie e le alterne vicende di poteri, spartizioni, ricchezze, povertà guerre e periodi di pace che l’hanno percorsa; gente umile, fiera, dignitosa, pregna di nobili ed elevati valori.
Il Comune di Vazzola, dopo grandi sofferenze e perdite subite nella Seconda Guerra Mondiale, iniziò una lenta ma progressiva ripresa in tutti i territori devastati. Così anche per la sua gente cominciò una nuova storia. La storia di gente attiva, generosa e laboriosa: quella della popolazione del luogo, rimasta tale pur tra le tante traversie e le alterne vicende di poteri, spartizioni, ricchezze, povertà guerre e periodi di pace che l’hanno percorsa; gente umile, fiera, dignitosa, pregna di nobili ed elevati valori.
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