giovedì 28 gennaio 2016

Revine Lago – Il misterioso Trenino scomparso nel lago “Una realtà che diviene leggenda”, Lucio Tarzariol bibliotecario di Revine Lago, scrive in ricordo del centenario della Grande Guerra

I laghi di Revine della pedemontana zona Nord-Est di Treviso furono teatro degli eventi bellici della prima e seconda guerra mondiale. Nella prima guerra mondiale, in seguito alla disfatta di Caporetto, anche Revine Lago venne occupata dai soldati austriaci. Più precisamente tra il novembre del 1917 e l’estate del 1918, periodo che segnò la fine della guerra, i paesi circostanti furono teatro di violenti scontri con il nemico, i quali iniziarono proprio nel territorio di Lago e terminarono a Revine in località Col della Spina. Il 4 novembre 1918 la guerra cessò, e anche a Revine si decise di firmare un armistizio col nemico; per l’occasione fu costruito anche un palco in località Pian del Pos, munito di finti cannoni di legno di gelso. Qui a Revine Lago correva anche la linea ferroviaria Decauville Revine-Vergoman costruita nel 1918 proprio dall’esercito austro-ungarico per il trasporto di viveri e munizioni.
La linea, per l’appunto, a scartamento ridotto, percorreva la Vallata, la Valmareno verso i paesi di Cison, Follina, Miane e la linea austriaca del fiume Piave. Tutta l’area, comprese le acque di Revine Lago, fu teatro di drammatici e tragici eventi in cui la popolazione fatta di donne, vecchi e bambini e costretta in uno stato di disperazione, era forzata a lavorare col freddo, con la pioggia o col sole nella speranza di avere un pezzo di pane o una minestra da mangiare alla sera. Un’ area ricca di ricordi e memorie, i cui luoghi ne nascondono ancora le tracce. Durante l’occupazione del 1918 venne costruita anche una teleferica a doppio filo portante che dal castello di Serravalle arrivava ai Con (frazione di Serravalle) e da qui al Masieron (sul confine di Serravalle), poi al borgo Bridòt, ed infine alle Lame di Revine dove, per l’appunto, si trovava la piccola stazione. Da qui partiva una ferrovia a scartamento ridotto che trasportava rifornimenti fino all’aeroporto militare di Cison. Si racconta che durante la ritirata i tedeschi o gli italiani affondarono il treno nel lago, dove, “secondo alcune testimonianze”, pare si trovi tuttora, sotto i sedimenti e la melma che si sono accumulati negli anni. Alcune voci parlano anche di un bottino affondato assieme al trenino, testimonianze che nel 2009 videro la convinzione univoca dei Comuni di Tarzo e Revine Lago a chiedere addirittura un contributo per verificare veridicità del fatto. Peccato che il contributo allora non sia stato accolto e non se ne fece nulla, come successe anni prima con i sommozzatori del Sile.
Alcune testimonianze orali riferiscono che il trenino correva anche su rotaie poggiate su un tavolaccio fissato sopra barconi galleggianti.
Di questa ferrovia ci sono ancora le prove. Infatti quando fu smartellata parte delle rotaie vennero portate a Vittorio Veneto e alcuni pezzi poi sono stati recuperati da abitanti del circondario per altri scopi, ad esempio presso la casa di Francesco Grava vi è un pezzo di quelle rotaie usato come trave della cantina. Alcuni tratti della ferrovia, secondo alcune testimonianze, pare siano ancora visibili; infatti, nella stagione di secca quando l’acqua dei laghi è bassa nel canale presso il ponticello in legno in Località Fratta di Tarzo, verso la “Taiada”, si dice sia ancora possibile vedere le vecchie rotaie della piccola ferrovia che portavano verso Cison di Valmarino.
Da “Il Piccolo Quotidiano”, rivista quindicinale, Speciale del 1-1989, stampata nel comune di Vittorio Veneto si legge in merito a questa ferrovia quanto segue:
“Ed ora corriamo verso tempi più recenti, quando a Revine, giù nelle Lame, c’era una stazioncina ferroviaria. Il trenino partiva da S. Andrea (Vittorio Veneto) e arrivava a Pieve di Soligo attraversando appunto la vallata dei laghi. Durante la prima guerra mondiale, i tedeschi trasportavano nei vagoncini armi e viveri. Gli italiani affondarono il convoglio e interrarono le rotaie. Parte di quel trenino ora sta sprofondato nella melma del lago di S. Maria. Alcuni anni fa era nelle intenzioni dei sommozzatori del Sile di recuperare il relitto, ma non se ne fece nulla.”
In una memoria del 15-11-2000 di Luca G. Peris invece si legge: “Riguardo le traversine sono andato 3 gg fa a fare un giro nella zona e secondo me sono traversine di piccole dimensioni, non come quelle attuali. Le ho trovate appena uscito da Vittorio Veneto, imboccando la via che da Serravalle, Vittorio Veneto, va verso Pieve di Soligo passando per Revine Lago, detta Via della Vallata, appena dopo il sottopasso della ferrovia, guardando sulla sx in alto si nota una palizzata costruita interamente con traversine.
A Revine Lago, nella zona delle lame, ho notato la struttura di una piccola stazione con una strada in mezzo ai campi. Poi ritornando sulla provinciale, in direzione Pieve, prima del centro di Santa Maria Lago si vede, a dx, un’abitazione che aveva delle traversine in giardino”.
Innocente Azzalini e Giorgio Visentin nel loro testo edito da De Bastiani 2007, dal titolo: ”La Ferrovia austriaca Sacile Vittorio (Dicembre 1917 – Ottobre 1918) in merito alla linea ferroviaria Decauville Revine-Vergoman scrivono: “Costruita dagli austro-tedeschi per il trasporto di munizioni e viveri all’inizio del 1918. La ferrovia i cui capolinea erano Sacile e il fronte del Piave, constava di un treno a scartamento normale da Sacile a S. Andrea di Vittorio, e poi da li, una teleferica trasportava il materiale oltre la stretta di Serravalle fino alla località Masieron in Comune di Revine Lago. Da questa località partiva una linea a scartamento ridotto che toccava tutti i paesi della Vallata; Lago-Fratta-Mura-a Cison di Valmarino passava nei pressi della chiesetta, mentre il cimitero fungeva da deposito di munizioni, poi proseguiva per Follina-Miane fino alla latteria Vergoman per proseguire poi verso Sud e arrivare attraverso il Cavalòt nel paese di Cison di valmareno. Da Vergoman esisteva un altro collegamento per mezzo di una funivia che raggiungeva la località Posa Puner e le montagne sovrastanti Miane. A Follina partiva un’altra linea in direzione di Susegana”.

http://artealiena.blogspot.it/2015/08/dalla-ricerca-del-bibliotecario-lucio.html



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