Ingredienti per
4
persone
Procedimento
1. |
In una casseruola capiente fate bollire il latte con il
burro, il sale, la vaniglia. Aggiungete la farina e mescolate
energicamente fuori del fuoco per evitare la formazione di
grumi. Quando il composto avrà preso la consistenza di
una polentina, togliete dal fornello e versate l’impasto in un
contenitore di metallo. Aggiungete una per volta le uova e
amalgamate con il mestolo, fino a ottenere un impasto liscio
e cremoso. Formate con il composto delle piccole noci e
sistematele su un foglio di carta da forno. |
2. |
Fate riscaldare l’olio in una casseruola e immergetevi il
foglio di carta da forno con le palline. Con il calore la carta
da forno si staccherà facilmente. Quando le fritole avranno
assunto un colore dorato, fatele riposare su un foglio di carta
assorbente. |
3. |
Per il ripieno:
Versate lo zucchero, la buccia di limone e il sale in una
casseruola capiente e mescolate. Aggiungete i 2 tuorli e
le 4 uova intere e montate gli ingredienti con la frusta fino
a ottenere un composto spumoso. Versate lentamente la
maizena, mescolando bene per non formare grumi. |
4. |
Mettete sul fuoco il latte in una pentolino di acciaio.
Quando comincia a bollire, versatene metà nelle uova e
mescolate bene. Quando sarà amalgamato aggiungete
l’altra metà, mettete subito sul fuoco la pentola e, rimestando
con la frusta, portate a ebollizione. Lasciate bollire per 3-4
minuti e travasate immediatamente in una ciotola di acciaio
inox, immersa in acqua fredda, continuando a mescolare per
evitare la formazione di pellicine dovute all’evaporazione
dell’acqua. Una volta che la crema si sarà raffreddata
versatela in un tasca da pasticcere e riempite le fritole.
Decorate con zucchero semolato. |
Note / consigli
Le
fritole sono un dolce storico triestino: già
se ne parla in un libro del 1400 quando entrano a far parte dell’elenco
di doni che il Comune offre al conte di Grado. Si preparano per Natale e
per carnevale. “Tonde e s’gionfete, par tante balete che nuda nel mar”.
Sono considerate un dolce casalingo “più vecio del cuco”, ma sempre
attuali.
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