Verona, 20 settembre 2018.
«Veronafiere con più di vent’anni di esperienza nella promozione del
sistema Italia in questo paese dalle incredibili opportunità e una sede
operativa a Shanghai, mette a disposizione della nuova iniziativa
interministeriale “task force Cina”, che fa capo al Mise, il proprio
patrimonio di contatti e conoscenze. Col ministro Luigi Di Maio e il
sottosegretario Michele Geraci, insieme all’ambasciatore d’Italia Ettore
Sequi e al direttore generale di Agenzia ICE, Piergiorgio Borgogelli,
abbiamo ragionato sui prossimi passi da compiere per ampliare l’export
dei nostri prodotti, con particolare riguardo a quelli
dell’agroalimentare, vino in primis, della meccanica agricola e del
settore marmo-lapideo. In tale direzione abbiamo assicurato la nostra
massima collaborazione nell’ambito dei progetti in divenire per la “Belt
and Road initiative”, la nuova via della Seta promossa da Pechino per
collegare l’Asia a Europa e Africa», sottolinea il direttore generale di
Veronafiere,
Giovanni Mantovani, presente in Cina con la missione di governo.
Nel 2018 Veronafiere ha organizzato con Vinitaly un road show a
Shenzhen, Changsha e Wuhan ed è presente ogni anno con le iniziative
della Vinitaly International Academy a Pechino, Shanghai, Hong Kong e
Chengdu.
A Chengdu, sede della manifestazione Western China International Fair,
che si svolge in questi giorni e dove l’Italia è il paese ospite
d’onore, la Fiera di Verona è presente con Vinitaly insieme agli
importatori e ai produttori di vino italiano già operativi in Cina.
Mentre con la EU Project Innovation Centre di Chengdu, Veronafiere ha
rinnovato proprio
oggi
la storica collaborazione tra Vinitaly e il principale evento in Cina
per il business del vino, l’International Wine and Spirits Show, fuori
salone del China Food and Drink Fair.
«Le realtà dove siamo attualmente presenti in Cina – specifica
Giovanni Mantovani –
sono hub strategici per diffondere cultura, storia e lifestyle legati
al vino italiano, in ottica di uno sviluppo dei consumi. E il rinnovato
accordo con Chengdu va proprio in questa direzione. Il nostro export
vinicolo in Cina è cresciuto in valore negli ultimi cinque anni del 90%,
ma siamo ancora lontani dai risultati dei competitor. L’osservatorio
Vinitaly-Nomisma stima fino al 2022 un aumento complessivo in valore
delle importazioni cinesi di vini pari al 6% annuo e del 7,5% per quanto
riguarda le etichette italiane. È questo il bacino di potenziali
consumatori a cui dobbiamo puntare, anche grazie alla nuova iniziativa
del governo italiano e al supporto di Agenzia-ICE».
Nessun commento:
Posta un commento