giovedì 24 settembre 2020
> OPEN DAY dalle 11.00 alle 18.30
> INAUGURAZIONE dalle 18:30 alle 21:00
Galleria Poggiali Milano
Foro Buonaparte 52, Milano
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Lo spirito sovversivo del rame affilato e l’ambiguità percettiva del fragile lattice dalle tinte forti monocrome: dal 24 settembre 2020 al 20 novembre 2020, la Galleria Poggiali, nella sua sede di Milano, presenta Because it’s in my blood, prima personale in Italia dell’artista newyorchese Kennedy Yanko (St. Louis, 1988).
Because it’s in my blood, è un omaggio a Betty Davis. Il titolo è preso in prestito dalla canzone F.U.N.K contenuta nell’album Nasty Gal
del 1975. Simbolo di una generazione ed esempio di emancipazione sia
per le donne che per la comunità afroamericana, Betty Davis, attraverso
la sua musica, ha espresso la volontà di non dare per scontate le regole
imposte da una società basata su principi ingiusti, gridando la sua
indipendenza e insistendo nel continuare a vedere il mondo per come lei
lo vedeva e non come gli altri pensavano dovesse vederlo. Ora ritorna
più attuale che mai la necessità di essere liberi, di esprimere sé
stessi senza censure. Censurare qualcosa solo perché non si è in grado
di comprenderlo significa privarsi, sia individualmente che
collettivamente, di crescita, turbamento e messa in discussione.
In
mostra nella galleria Milanese, sette nuove produzioni, frutto di una
ricerca in relazione alla combinazione di metallo di riuso e lattice
dipinto che l’artista porta avanti da alcuni anni; opere di dimensioni
variabili, dalle più piccole, Jimmie e Space che possono essere osservate nella loro interezza, alla più grande Crow,
che occupa una parete intera. I titoli delle opere si ispirano alle
parole usate da Davis, personificando gli elementi della vita della
cantante e amplificando il rapporto che intercorre tra le opere. Anche
se queste forme astratte potrebbero non richiamare immediatamente le
immagini dell'era FUNK, la loro ambiguità nel contesto di Betty Davis
consente agli spettatori di esplorare le riflessioni che sorgono nel
pensare a questa icona femminile sottovalutata e alle opere di Yanko.
Yanko
riconosce come il metallo faccia pensare subito all’industria ma per
lei si tratta semplicemente di un materiale derivato dalla natura. È
composto di atomi come il resto della materia e ha la capacità di
mutare, trasformarsi e cambiare; il lattice dipinto che incorpora nella
sua pratica estrae questa malleabilità dal metallo e aumenta la portata e
la sensibilità di ogni opera. Le opere esposte in Because it’s in my blood
imbrigliano questo spirito sovversivo, invitando l'osservatore a
mettere in discussione ciò che vede. Fedeli a Betty Davis e a
un'influenza surrealista, le sculture offrono un’irrisolvibile ambiguità
e invitano lo spettatore a esaminarli e riesaminarli.
In occasione della mostra verrà realizzato un volume edito dalla Galleria Poggiali contenete un testo critico dello scrittore e curatore newyorchese Cristian Viveros-Fauné.
Viveros-Fauné collabora con importanti testate internazionali, di
settore e non, come ad esempio Art in America, artnet, Artnews,
ArtNexus, Frieze, The New Yorker e The New York Press; si ricordano
inoltre alcuni dei suoi testi critici scritti per mostre di grande
successo, fra cui, Authentic/Ex-centric: Conceptualism in Contemporary African Art (49° Biennale di Venezia), Beuys and Beyond (Deutsche Bank Collection traveling exhibition), Ahmed Alsoudani (Phoenix Art Museum, Phoenix, USA).
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