Dal
26 ottobre al 20 gennaio 2019 tornano a Senigallia i grandi
protagonisti della fotografia internazionale: in mostra circa
centocinquanta immagini realizzate da Alexander Rodchenko realizzate tra
gli anni Venti e Trenta.
Il Comune di Senigallia e il Multimedia Art Museum Moscow (MAMM) presentano Alexander Rodchenko. Revolution in photography a cura di Olga Sviblova. La mostra, ospitata a Palazzetto Baviera, documenta la ricca produzione fotografica del maestro russo, esponente di spicco dell’avanguardia russa del XX secolo.
Artista
a tutto tondo, Alexander Rodchenko nella sua lunga carriera si è
dedicato alla pittura, al design, alla grafica, al cinema e alla
fotografia, aprendo per ogni campo artistico vie di cambiamento
fortemente innovative. Il suo imperativo estetico si basava sull’assunto
“il nostro dovere è sperimentare” e fu con questo slogan che nel 1924 decise di abbandonare momentaneamente la pittura per la fotografia. Il risultato, come afferma Olga Sviblova fu “un
mutamento radicale del modo di concepire la natura del fotografare e il
ruolo del fotografo. Il pensiero concettuale s’introdusse così nella
fotografia, non più mero riflesso della realtà ma strumento per la
rappresentazione visiva di costruzioni intellettuali dinamiche.” Il Costruttivismo entrò così nel mondo della fotografia, con quello che la critica ha definito Metodo Rodchenko,
rivoluzionando il modo di intendere l’immagine e facendola divenire la
rappresentazione visiva di costruzioni intellettuali dinamiche. Nella
sua pratica l’artista imposta un rapporto documentario con la realtà ma
ne altera l’obiettivo e lo sguardo per una resa estetica dai tratti
astratti o fortemente poetici: la composizione diagonale da lui
scoperta, la prospettiva scorciata, l’ingrandimento dei dettagli, i
punti di ripresa dal basso verso l’alto e viceversa, hanno dato forma a
uno stile e a un linguaggio visivo del tutto unico che ha lasciato il
segno nella storia della fotografia.
Le
sale di Palazzetto Baviera, riccamente decorate con gli stucchi
cinquecenteschi del Brandani, ospiteranno un nucleo corposo di
fotografie che illustrano la bellezza delle architetture moderna, la
vitalità delle città in piena urbanizzazione degli anni Venti e Trenta,
la febbre della tecnologia e della modernizzazione.
Il percorso espositivo apre con l’Autoritratto caricaturale del 1922, esposto accanto a un corpus di ritratti, in cui appaiono anche amici e familiari, e alle famose fotografie La scalinata (1930) e Ragazza con una Leica (1934), che incarnano integralmente i principi innovativi del suo “metodo”.
L’itinerario di mostra prosegue con una selezione di immagini sulla realtà industriale raccolte nelle short series: Fabbrica di automobili AMO del 1929, dedicata al settore dell’industria automobilistica; MoGES
(Centrale Elettrica di Mosca), che documenta la nuova centrale
elettrica eretta nel 1927 e il lavoro degli operai. La verticalità delle
moderne costruzioni viene ripresa nelle fotografie di architetture e
particolari costruttivi, come la celebre Scala antincendio (con un uomo)
del 1925. Le spettacolari parate di ginnasti e atleti sono protagoniste
degli scatti che raccontano lo spirito dinamico e la nascente coesione
sociale degli anni Trenta in Russia.
La
nuova attenzione rivolta da Rodchenko al dettaglio permette di mettere
in luce l’armonia delle architetture e delle nuove forme create dalla
tecnologia, illustrata in mostra con l’immagine della Torre Shukhov del 1929 e con la serie Fabbrica di lampadine elettriche di Mosca realizzata a cavallo degli anni Venti e Trenta.
Mentre
La nuova Mosca è documentata con le fotografie della costruzione del
Parco della Cultura e della asfaltatura delle strade di Leningrado, e
con le immagini di edifici simbolo, quali quello progettato da Ginzburg
sul viale Novinski e quello del Mosselprom.
La
fotografia di stampo giornalistico è testimoniata dagli scatti dei
fotoreportage all’interno dell’ufficio editoriale e dell’archivio del
giornale “Gudok” (1928) e quello sui lavori di costruzione di grandi
imprese ingegneristiche, in particolare la costruzione del canale che
collega il Mar Bianco con il Mar Baltico. Con le acrobazie degli artisti
del circo si conclude una narrazione fotografica di grande suggestione,
fortemente rappresentativa dello spirito dei nuovi tempi.
“Dopo
il successo registrato dalla mostra di Roberto Doisneau – afferma il
sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi – ci prepariamo a ospitare un
nuovo straordinario evento con l’esposizione delle opere di uno dei più
grandi maestri della fotografia internazionale. Evento frutto della
feconda collaborazione che abbiamo instaurato ormai da tempo con il
Multimedia Art Museum e l’Istituto Italiano di Cultura di Mosca,
portando già lo scorso anno all’organizzazione nella capitale russa di
una mostra dedicata alla poetica del paesaggio di Mario Giacomelli.
Un’iniziativa, dunque, che va inserita nel quadro che vede oggi
Senigallia fregiarsi del titolo di Città della Fotografia, un
contenitore di opere, talenti, passioni, visioni e capacità
organizzative che ci permette di dialogare con i più prestigiosi poli
culturali a livello internazionale e di inserirci nel network delle
città d’arte. Il mio più sentito ringraziamento va naturalmente alla
presidente dell’Istituto Italiano di Cultura Olga Strada e alla
direttrice del MAMM Olga Sviblova, che curerà la mostra di Rodchenko”.
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