C’è desiderio di bellezza, anzi di
bello unito al buono e, le aziende virtuose, investono sugli artisti. Carapelli
Firenze SpA lo ha fatto e, da tutto il mondo, la risposta è stata altissima. Quattro
vincitori e due menzioni d’onore, sono stati selezionati da una giuria di
altissimo livello fra quasi 600 opere d’arte. Insomma, anche se il concorso
“Carapelli for Art” è alla prima edizione, vista la partecipazione molto ampia,
può già definirsi un successo.
La cerimonia di premiazione dei vincitori si svolgerà
Giovedì 18 ottobre
presso lo spazio espositivo dell’Accademia di
Brera
Casello Daziario Ovest
Piazza XXIV Maggio 2 – Milano
alle ore 11.00
Dopo la premiazione ci sarà l’inaugurazione
dell’esposizione riservata alle opere vincitrici.
Due le sezioni del concorso, la Open
per la quale ci sono state 494 adesioni e la Accademia con 83 partecipanti, da
un totale di 29 Paesi del mondo. Un arcobaleno di culture e tecniche
espressive ha reinterpretato e narrato la maestria dell’arte dell’olio extra
vergine di oliva. “Carapelli for Art” assegnerà ai vincitori un montepremi
totale di 10.000 euro, dopo un’attenta selezione a cura di una giuria composta da esperti critici e curatori di arte,
nonché dal rappresentante di Carapelli Firenze SpA.
ECCO CHI SONO I VINCITORI DI “CARAPELLI FOR
ART”
Sezione OPEN
IL VINCITORE - David Casini (Montevarchi
- Firenze) – Ha evidenziato coerenza
nel coniugare tradizione e innovazione, grazie a una personale idea di scultura,
sperimentata
e consolidata dall’artista negli anni, mediante assemblaggi di
delicati elementi prelevati dalla realtà, trasformati e inseriti in una nuova
visione in bilico tra passato, presente e futuro.
In Pratomagno (2018) sono sintetizzate l’artigianalità del fare
scultoreo, che interviene per dar forma e decorare il legno d’ulivo, e
l’innovazione tecnologica rappresentata dal cristallo di un iPad, dove la
foresta toscana si rispecchia. Si tratta di due estetiche diverse per origine e
temporalità, ma intrecciate in una struttura ideata dall’artista che le unisce
e consacra, con rimandi alle antiche reliquie o teche museali, scrigni di
storie millenarie.
MENZIONI SPECIALI
Aischa Gianna Muller (Stoccarda, Germania) – Si distingue per la poeticità con cui trasforma il paesaggio agricolo italiano e la sua abilità nel citare l’esperienza storica della Land Art. L’artista offre una visione che tende a superare la linea di confine, che si spinge oltre l’orizzonte, sottolineando la conflittualità tra l’agire dell’uomo e lo scorrere naturale e inesorabile del tempo.
Marcello Spada (Bologna) - Per un’oliva pallida io posso realmente delirare (2018) si distingue per il carattere
originale e ironico: l’artista rievoca il Premio Carapelli “Gastronomo d’Oro”, assegnato nel 1967 a Ugo
Tognazzi e cita l’attore proponendo un verso dal libro L’abbuffone,
satirica parafrasi di una poesia di Salvatore Quasimodo. Tognazzi, eccellenza
del mondo dello spettacolo, esperto della tradizione culinaria italiana e
sostenitore di un rapporto vitale e goliardico tra uomo e cibo, è celebrato in
quest’opera che, riattualizzando una delle forme monumentali più tradizionali,
echeggia la cultura enogastronomica del Bel Paese, ancorata alle proprie radici
e, al contempo, proiettata verso l’affermazione internazionale.
Sezione ACCADEMIA - I VINCITORI
PRIMO PREMIO - ALESSANDRO BOZZOLI (Milano) - Per l’opera
“Cromomappa della Divina Colorum”. L’artista (Accademia di belle arti di Brera) compiendo una traduzione di
passaggi dell’imponente poema dantesco con l’uso esclusivo di una grammatica
cromatica, stabilisce inaspettate connessioni tra la metrica della poesia
trecentesca e i pixel della tecnologia digitale. Inserendosi
nell’ambito di ricerche che sperimentano nuove versioni del linguaggio tramite
le forme visive, l’opera si distingue per la capacità di includere ambiti e
registri espressivi differenziati, per le doti di sintesi e rappresentazione
del già dato.
SECONDO PREMIO - Va all’opera “Ovunque ma non qui” di Cecilia Mentasti (Varese)
(Accademia di belle arti di Brera). La giuria ha apprezzato il riutilizzo,
attualizzato, di una tecnica antica quale l’encausto (pittura realizzata con
cera colorata). Esercizio motivato dalla necessità di ripensare la pittura in
rapporto alle modalità contemporanee di rappresentazione attraverso le
immagini.
TERZO PREMIO –
Assegnato all’opera “De Pisis” #01” di Davide
D’Amelio (Termoli - Campobasso). La pittura in questione, ispirata in
apparenza dal ‘realismo’ del mezzo fotografico, sviluppa un discorso critico
sia sulle gerarchie che attraverso la visione regolano i rapporti tra gli
individui che sullo specifico dello stesso fare pittorico.
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