iniziative di informazione dell'Anno Europeo del Patrimonio Culturale, hanno deciso di
realizzare a Conegliano e nella Sinistra Piave un percorso alla ricerca degli inediti del buon
e bello vivere.
Sono state individuate ben 16 tappe, che verranno 'toccate' in 16 settimane, con visite,interviste,
interventi della redazione multimediale, degustazioni e,ovviamente,le relative rassegne stampa.
I giornalisti e i comunicatori della rete internazionale Borghi d’Europa
sono a caccia degli inediti del buon e bello vivere, per accompagnare
i
Percorsi della Fede nelle terre del Felettano.
Così,
negli itinerari errabondi,un giovane produttore di prosecco ci
segnala
l’apertura
giusto nella piazza di Santa Maria di Feletto, de ‘La Postina’.
In
effetti il nome dell’osteria-vineria riprende il nome antico di una
osteria
storica,
anche se l’approccio è reso ancor più simpatico dalla
effervescenza
di
Serena, che simpaticamente abbiamo ribattezzato ‘ la postina de
noantri’.
Ma
facciamo un passo indietro.
Zeno
proviene da una famiglia di gelatai.Dopo la laurea in economia e un
periodo
di quattro anni in Germania, decide di imbarcarsi in questa avventura
nelle
proprie terre, grazie anche ad Elisa (con esperienze maturate in quel
di
Barcellona) e al cuoco Luca.
Rinasce
così la Postina, dopo lavori ispirati ad una essenzialità rigorosa,
che
che
ragalano al luogo una atmosfera di comunicatività.
La
lavagna segnala scelte enoiche importanti e motivate. Non mancano i
classici
cicchetti, per una clientela che ha riscoperto la Postina come luogo
di
incontro,
come tempio laico.
Poi
la cucina : la scelta è chiara.Piatti ispirati alla tradizione, con
grande
rispetto
della stagionalità e delle caratteristiche primarie degli elementi.
Poi
vi è quel pizzico di creatività che di certo non guasta.
In
un angolo vi è poi un salotto ‘vintage’, dove i clienti possono
organizzare
degli
aperitivi, degli incontri per ricorrenzee che Borghi d’Europa ha
deciso
di
utilizzare per i propri stages multimediali,ospitando
produttori,uomini di
cultura,
scrittori,artisti in una sorta di filò spontaneo, senza grandi
preparazioni,
capace
di valorizzare la cucina del locale e il suo essere ‘altro’.
Così
la ‘coscienza’ di Zeno, il richiamo della propria terra, ha
operato un piccolo
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