a cura di Alessandra Migliorati, Paolo Nardon e Stefania Petrillo
Organizzazione Fondazione CariPerugia Arte
Fino al 3 novembre 2019
Palazzo Baldeschi
Corso Vannucci, 66 - Perugia
La Fondazione CariPerugia Arte ha inaugurato sabato 13 aprile la mostra “UNFORGETTABLE UMBRIA - L'arte al centro fra vocazione e committenza”,
un racconto sul secondo Novecento in Umbria attraverso le opere di
grandi artisti che qui hanno scelto di vivere e lavorare, nello spazio
di una stagione o di un’intera vita.
Curata
da Alessandra Migliorati, Paolo Nardon e Stefania Petrillo, la mostra
sarà ospitata a Perugia nel piano nobile di Palazzo Baldeschi al Corso fino al 3 novembre 2019 e proporrà una selezione di dipinti e sculture di oltre cinquanta artisti di fama internazionale: tra gli altri, Alighiero
Boetti, Alberto Burri, Alexander Calder, Giuseppe Capogrossi, Piero
Dorazio, Yves Klein, Leoncillo, Brian O’Doherty, Sol LeWitt, Beverly
Pepper, Ivan Theimer e Giuseppe Uncini.
Nella misura raccolta di una regione in cui paesaggio e memoria
costituiscono un valore indissolubile, molti artisti hanno trovato la
dimensione ideale per la loro ricerca, riconoscendosi intimamente nei
luoghi, o, più semplicemente, cogliendone in profondità quell’identità
che, in molti casi, hanno saputo interpretare e arricchire.
Ne
emerge un ricchissimo mosaico di presenze e una storia densa e di
occasioni espositive e interventi sul territorio, spesso favoriti da un
lungimirante mecenatismo.
Attratti dalla splendida campagna di Todi sono stati, tra i tanti, Piero Dorazio e Alighiero Boetti; William Congdon,
partito da New York, dopo aver attraversato l’Europa, nel 1959, con la
conversione, si stabilisce per vent’anni ad Assisi; Giuseppe Capogrossi
realizza grandi murali nell’ex convento dei Cappuccini a Gubbio; Sol
LeWitt elegge la sua casa sul Monteluco di Spoleto come baricentro
alternativo alla sua dimora americana. Persino Yves Klein
nell’arco della sua breve esistenza ebbe modo di venire in Umbria
almeno cinque volte lasciando lo straordinario ex voto nel Monastero di
Santa Rita a Cascia. L’ex voto, realizzato per invocare “grande
bellezza” su tutta la sua opera, è in mostra insieme a uno splendido Monocromo anch’esso lasciato tre anni prima nel Santuario.
Nel 1993 Piero Dorazio scriveva sul saggio ‘Vivendo in Umbria’: “Todi
riscuote da qualche anno un grande successo internazionale. È una città
bellissima e niente affatto provinciale; la campagna e la cultura
rurale che la circondano ne fanno un sito ideale per chi esercita una
professione creativa. In tutti gli anni che ho trascorso qui piano piano
ho visto artisti, scrittori, professionisti stabilirvi la loro
residenza [..]. Ma cosa trovano artisti e intellettuali da queste parti?
Certamente qualcosa che hanno sempre cercato come me. Forse proprio
l’equilibrio del vivere il fare e la meditazione che ho descritto più
sopra, un bene inalienabile che la nostra civiltà sembra aver
dimenticato”.
Sono solo alcune testimonianze degli ospiti illustri che in mostra vanno ad affiancarsi a due grandi umbri: Burri e Leoncillo, due maestri che, pur tra loro così diversi per linguaggio e destino, hanno entrambi avviato la loro ricerca da un profondo radicamento nell’antica cultura della regione.
Tante
traiettorie individuali si sono intrecciate in Umbria, tradizionale
crocevia culturale, anche in alcune mostre che hanno fatto epoca, come
“Spoleto 62”, la grande rassegna di sculture di cui il monumentale stabile di Calder è oggi
indiscusso simbolo, o “Lo spazio dell’immagine”, la rassegna che nel
1967 a Foligno fu tra le prime a verificare le nuove ricerche su
“opere-ambiente”.
In mostra vengono inoltre presentati per la prima volta tutti i bozzetti originali realizzati dai 27 artisti per lo spettacolare Campo del Sole sul Lago Trasimeno.
Il prezioso catalogo,
realizzato da Fabrizio Fabbri Editore anch’esso curato da Alessandra
Migliorati, Paolo Nardon e Stefania Petrillo, racchiude storie,
esperienze, note critiche e suggestioni a fianco di una dettagliata
documentazione delle opere.
UNFORGETTABLE UMBRIA - L'arte al centro fra vocazione e committenza
è dunque una preziosa occasione anche per scoprire o ripercorrere gli
itinerari di un’arte contemporanea capillarmente diffusa nella regione,
spesso in suggestivo dialogo con il tessuto dei centri storici o gli
scenari unici del suo paesaggio.
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