Un menù di soli prodotti italiani espressi con la creatività di sempre,
uniti al calore “famigliare” che caratterizza il ristorante milanese:
una rottura con le contaminazioni culinarie del passato e un inno alla
cucina italiana
Milano, xx aprile 2020 – “Nel
mio DNA c’è l’Olanda, ma il mio cuore è tutto per l’Italia: mai come adesso
ripartiamo dal nostro bel Paese!”. Lo chef Eugenio Boer, patron del [bu:r]
di via Mercalli, non ha dubbi e, in attesa di una data certa per la riapertura dei
ristoranti al termine del lockdown, ha già pronta la sua ricetta, che segna
indubbiamente un punto di rottura con la propria filosofia legata al passato e
guarda alla ripresa di un futuro sicuramente diverso che si costruirà giorno
dopo giorno.
Il focus del nuovo corso non
potrà che essere l’italianità, in un momento in cui sarà necessario più
che mai rimboccarsi le maniche per risollevare le sorti del “made in Italy”.
Ecco quindi che un cittadino del mondo come Boer, che ha fatto delle
contaminazioni una firma distintiva della sua filosofia di cucina, sceglie con
consapevolezza di tornare in campo con un menù
100% italiano, realizzato interamente con prodotti nostrani, con
l’obiettivo di omaggiare alcune delle grandi ricette della tradizione e, al
contempo, dare un aiuto ai piccoli produttori (cascine, piccoli agricoltori
ecc.).
Niente di più facile per uno chef
nativo della Liguria, ma siciliano di adozione, che ha girato la Penisola in
lungo e in largo lavorando, tra l’altro, anche in Trentino Alto Adige con
Norbert Niederkofler al “St. Hubertus”, e in Toscana con Gaetano Trovato all’”Arnolfo”.
Quello che debutterà da [bu:r] subito dopo il lockdown sarà quindi un menù che
spazierà dal Nord al Sud con note spiccate di Liguria e sapori intensi
caratteristici della terra del sole. "Scelgo di onorare la mia terra – dichiara Eugenio Boer - anche se sono
orgogliosamente di sangue olandese. Scelgo di essere patriottico perché voglio
che la nostra Italia torni a splendere nella bellezza delle sue opere e di chi
la vive".
L’impostazione della carta
rimarrà praticamente invariata, con 3 menù degustazione, di cui uno leggermente
più lungo comprendente un mix di carne e pesce, tutti rinnovati e in linea con
il cambio di stagione, e la scelta “à la carte”. Ma la novità più significativa
sarà rappresentata proprio dal richiamo forte alla tradizione italiana che,
tuttavia, non costituirà una limitazione all’estro creativo dello chef. La
cucina di Boer, anzi, non smetterà di far viaggiare con la mente anche al di là
dei confini nazionali proponendo rivisitazioni internazionali di alcuni piatti
tipici. Nasce così, ad esempio, "Una
cima alla genovese ma non troppo", una ricetta della tradizione culinaria
genovese che viene reinterpretata visivamente come un roll giapponese, ma che
utilizza solo prodotti italiani: carne di vitello, ripieno di piselli, pane
ammollato nel latte, culacci di salumi, bietoline, erbette e maggiorana. Il
risultato è una pietanza 100% italiana, ma con un impiattamento di impronta
chiaramente orientale.
Il ritorno da [bu:r] sarà “un
ritrovarsi dove ci eravamo lasciati”, ma con un bagaglio emotivo un po’
più ricco e un atteggiamento più introspettivo dettato dalla lunga quarantena,
nella consapevolezza che l’epidemia da Coronavirus abbia segnato uno
spartiacque decisivo nella storia del mondo. Così come la struttura del menù,
anche il servizio non subirà quindi grandi cambiamenti. Rimarranno quasi del
tutto invariati alcuni piccoli riti, come l’arrivo a tavola del burro, vero e
proprio feticcio culinario dello chef, se non fosse per la provenienza del
prodotto: non più francese, della Normandia, bensì rigorosamente italiano, di
una cascina poco fuori Milano e, quindi, a km zero.
Per il
resto Carlotta Perilli, compagna dello chef e maître di sala, sarà come sempre
la padrona di casa di [bu:r], pronta insieme a tutta la brigata a rassicurare i
clienti e a farli sentire parte integrante di una famiglia unita e coesa. Chiaramente
sia Lorenzo, Stefano e Leandro in sala, sia Elvis, Danilo e Francesco in cucina
si adegueranno all’utilizzo delle mascherine e dei guanti e verrà messo a
disposizione di tutti gli ospiti il disinfettante per le mani. Saranno inoltre
predisposte con cadenza molto frequente delle operazioni straordinarie di
sanificazione dei locali.
"Sarà tutto uguale, ma al
contempo -afferma Carlotta- tutto diverso. Cercheremo di giocare una doppia
partita: mantenere la nostra genuinità e la vicinanza emotiva col cliente in
parallelo con la distanza fra i tavoli, assecondando le dure e giuste norme che
ci imporranno. Sarà triste non poter riabbracciare chi non vediamo da tempo, ma
necessario. Ci sentiremo un po’ a metà: chi lavora in sala lo sa bene. Le
mascherine copriranno i nostri sorrisi, ma la passione e l'amore per ciò che facciamo
si leggerà dai nostri occhi”.
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