Cortina d’Ampezzo, 22 aprile 2020_ La notizia che l’Hotel de la Poste di Cortina d’Ampezzo ha citato per danni il Ministero della Sanità della Repubblica popolare cinese sta facendo il giro del mondo. Come direttore e proprietario dell’Hotel, desidero chiarire meglio le motivazioni di questo gesto, allo scopo di evitare possibili fraintendimenti.
Con questa azione – certamente dirompente – mi sono inserito, provocatoriamente, in un dibattito di portata mondiale, ben conscio che le implicazioni e gli interessi in gioco siano molto più ampi di quanto sia di nostra pertinenza.
Rappresentando però un locale simbolo di Cortina e del turismo, ho pensato fosse necessario e doveroso dare il mio contributo a questa presa di coscienza del problema economico, emergenza che arriva dopo il problema sanitario che stiamo vivendo.
Siamo di fronte a un disastro su scala globale, tale da non avere precedenti. Appare quindi paradossale, e certamente lo è, l’azione solitaria di una piccola realtà di montagna che si scaglia, lancia in resta, contro i mulini a vento delle grandi potenze mondiali.
Ma dobbiamo ripartire e chi ci ha messo in questa condizione ha il dovere di assumersi la responsabilità di darci un aiuto a farlo.
In tanti mi hanno chiesto: “ma cosa posso fare io?”. Quello che ho fatto io. Perché insieme – invece di essere un solitario fiocco di neve – diventeremo una “valanga”.
Ora che cominciano ad emergere le responsabilità, ora che appare evidente la pericolosa mancanza di trasparenza che ha caratterizzato la prima fase, sottaciuta, dell’emergenza, ho sentito la necessità di agire in prima persona per chiedere, anzi, esigere, un’assunzione di responsabilità.
Se abbiamo imparato qualcosa dalla tempesta Vaia del 2019, è che ogni singolo albero conta e quindi ogni singolo imprenditore conta. Ogni località devastata, ogni famiglia che ha subito una perdita, ha voce in capitolo. Ho semplicemente deciso di usare la mia, invitando le altre ad unirsi a me.
Gherardo Manaigo
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