mercoledì 31 luglio 2019
Il Grand Hotel Villa Serbelloni è il 1° Resort in Italia per il Travel+Leisure World’s Best Awards La prima struttura indipendente a conduzione familiare celebra l’eccellenza italiana e il fascino senza tempo a Bellagio, sul lago di Como, aggiudicandosi il primo posto in Italia come migliore Resort.
Il Grand Hotel Villa Serbelloni di Bellagio trionfa nel Travel+Leisure World's
Best Awards 2019.
Premiato come 1° Resort in Italia e come 3° in Europa, il Grand Hotel Villa
Serbelloni, che si affaccia sullo specchio scintillante del lago di Como, conferma così
il suo straordinario fascino senza tempo.
Con 150 anni di storia, il Grand Hotel è un luogo magico, dove si respira
un’atmosfera d’altri tempi, immersi in una Villa che offre uno dei panorami più belli
d’Italia. Meta storica di viaggiatori blasonati, Reali, personaggi politici o
cinematografici. Tra i tanti, solo per citare qualche nome, da Winston Churchill a J.
F. Kennedy, a Theodore Roosevelt, o anche Clark Gable, Robert Mitchum e Al
Pacino…
Cinque stelle lusso, un ristorante stellato Michelin, il Mistral, che detiene la
stella da 14 anni e che è guidato dal padre italiano della cucina molecolare Ettore
Bocchia, e, infine, una beauty farm interna, accrescono la meraviglia del Grand
Hotel, che sorge su un promontorio che si spinge verso il centro del lago, coronato
da verdi montagne e circondato da splendidi giardini all’italiana. Al suo interno, gli
affreschi e i dipinti di scene mitologiche sulle pareti catturano lo sguardo dell’ospite,
così come i soffitti a cassettoni affrescati, le tappezzerie d’epoca, i lampadari in
cristallo di Murano. La solennità degli scaloni di marmo toglie il fiato, così come la
salle à manger, un Salone Reale, illuminato da lampadari in bronzo e cristallo, la cui
imponenza viene amplificata dalle specchiere.
La riconosciuta eccellenza del Grand Hotel Villa Serbelloni di Bellagio lo ha
portato ad aggiudicarsi la 43esima posizione a livello mondiale. La cerimonia di
premiazione ha avuto luogo a New York City, presso il Paradise Club all’interno del
Times Square EDITION. La premiazione, immortalata dal rinomato fotografo Pepe
Botella, ha visto tra i protagonisti Jacqueline Gifford e Jay Meyer, rispettivamente
editor in chief e publisher di Travel+Leisure, oltre ad alcune delle più alte figure
dell’Hospitality internazionale
A ritirare il prestigioso premio per Villa Serbelloni c’era Jan Bucher, figlio degli
attuali proprietari e futuro CEO, che insieme ai suoi fratelli rappresenta la 4°
generazione alla guida del Grand Hotel: “Ho trascorso gli ultimi 6 anni a lavorare nei
più importanti Luxury Hotels del mondo, per imparare dai migliori e mettere questa
esperienza al servizio del Grand Hotel Villa Serbelloni, che è anche casa della mia
famiglia da ben 101 anni. Questo è il mio primo anno a Bellagio e come inizio non
potevo desiderare di meglio”.
Gianfranco Bucher, Amministratore Delegato e padre di Jan, aggiunge: “Le luxury
destinations sono in aumento, il cliente diventa sempre più esigente, le catene
alberghiere si espandono sempre di più con nuove acquisizioni: tenendo queste
cose in mente, si può capire la nostra gioia dal momento che siamo una struttura
indipendente, lavoriamo duramente e con passione per mantenere uno standard alto
e mettere in evidenza ciò che rende unica questa Villa risalente al 1872”
Antonio Calzolaro, General Manager della struttura, svela la ricetta segreta del
successo: “Oltre alla posizione unica e alla storicità, la forza di questo Grand Hotel
sta nel suo staff: crediamo che i dipendenti, per far stare bene gli ospiti, debbano per
primi stare bene loro nello svolgere il proprio lavoro. In questo settore c’è molto
turnover, noi preferiamo fidelizzare chi lavora con noi, anche perché è bello quando
un ospite torna a distanza di anni e trova un volto amico che conosce già i suoi gusti
e le sue preferenze: questo Hotel non a caso è guidato da una famiglia e ci piace
pensare che chi ci visita possa sentirsi in un ambiente di lusso con tutti i comfort e
contemporaneamente a suo agio come se fosse in un contesto familiare”.
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