Dopo trentatré anni l’artista torna ad esporre negli spazi della galleria opere che ripercorrono la sua carriera artistica dagli anni Settanta al 2020.
In mostra anche fotografie di molte sue installazioni, realizzate da grandi nomi della fotografia italiana come Luigi Ghirri, Luca Campigotto e Gabriele Basilico.
19 novembre – 24 dicembre 2025
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Massimo Scolari, 2015, ALI DOLOMITICHE, watercolor on paper, mm 143 x 130
Antonia Jannone Disegni di Architettura
Corso Garibaldi 125 –Milano
Milano, 13 ottobre 2025. Dal 19 novembre al 24 dicembre 2025 Massimo Scolari, che non esponeva alla Galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura di Milano dal 1992, torna nei suoi spazi con Solca Mari Mossi, una mostra che seleziona molte opere inedite, soprattutto oli, acquerelli e incisioni – prodotte tra gli anni Settanta e 2020, che approfondiscono insieme al tema degli archetipi anche quello dell’architettura delle montagne.
Pittore, scultore, designer e storico, Massimo Scolari è un artista nel senso rinascimentale del termine, che ha fatto dello studio degli archetipi figurativi la ricerca di una vita. Autore di oggetti iconici come l’Arca per la Triennale di Milano (1986), le Ali per la Biennale di Venezia (1991) – una monumentale scultura che oggi campeggia sul tetto dell’Università IUAV di Venezia –, Turris Babel per la Biennale di Venezia (2004), i mobili per Giorgetti tra gli anni Novanta e Duemila, il Segnalibro e matita a punta d’argento per Alessi – che ottiene la menzione d’onore al Compasso d’oro del 1998 –. Nel 2014 per il “significant contribuition to architecture as an art” gli è stato conferito l’Arnold W. Brunner Memorial Prize in Architecture dall’American Academy of Arts and Letters di New York.
I dipinti di Scolari in esposizione evocano paesaggi metafisici in cui, come scriveva Daniele Del Giudice, “l’oggetto c’è, ma come un dopo silenzioso, l’oggetto come un mito, immagine esemplare, forma autonoma, non certo prodotto inferiore delle attività intellettuali ma imitazione della verità”. Pieni di “attesa”, in una quasi totale assenza di presenze umane, i suoi paesaggi sono abitati da torri, piramidi, ali, fortezze e montagne che compongono visioni immaginarie e paesaggi cosmici.
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Massimo Scolari, 1994, ALLA FINE DELLA STORIA, watercolor on card, mm 253x360
Accanto a questi, sono esposti una serie di disegni a penna in cui ai consueti soggetti pittorici si affiancano annotazioni progettuali, dove risulta evidente la precisione e l’accuratezza che sono tipiche della sua poetica artistica. Una poetica che è poíēsis, parola che racconta il fare che per Scolari si riferisce ugualmente al fare una pittura, quanto al fare un oggetto o un libro.
Accompagnano il percorso espositivo le fotografie di alcune delle sue installazioni realizzate da Luigi Ghirri, Luca Campigotto e Gabriele Basilico, e una selezione di pubblicazioni relative alla sua opera, tra cui On Drawing un piccolo libro di suoi aforismi e disegni edito e tradotto da James S. Ackerman e da alcuni volumi monografici.
La mostra è presentata da un catalogo edito da Grafiche Antiga con la riproposizione di testi di Massimo Scolari, Daniele Del Giudice e Léon Krier.
Massimo Scolari (Novi Ligure, 1943) ha realizzato mostre monografiche al Museo Puskin di Mosca (2002), al Museo Civico di Riva del Garda (2005), alla Yale University di New Haven e alla Cooper Union di New York (2012). I suoi quadri sono presenti nelle collezioni permanenti del MoMa di New York, del Museo d'Arte Contemporanea di Teheran, del Deutsches Architektur Museum di Francoforte e del Centre Pompidou di Parigi. È stato redattore di Controspazio, Casabella e direttore di Eidos e della collana di architettura della Franco Angeli. Professore di Disegno all’Università IUAV di Venezia dal 1973, si è dimesso il primo aprile 2000. Come Visiting Professor ha insegnato ad Harvard University, alla Yale University, alla Technische Universitaet di Vienna, alla Cooper Union New York, all’Institute for Architecture and Urban Studies di New York. Ha realizzato installazioni per le Biennali di Venezia del 1980, 1984, 1991, 1996 e 2004 e per le Triennali di Milano del 1973 e del 1986. Dal 1989 al 2019 ha progettato mobili per Giorgetti, di cui è stato direttore artistico fino al 2011. Nel 2014 l’American Academy for Arts and Letters gli ha conferito I’Arnold W. Brunner Memorial Prize in Architecture. Il suo lavoro è documentato in Scolari, Skira, Milano 2007 e The representation of Architecture, Skira, Milano 2014, mentre i suoi studi storici e teorici sono documentati in Il disegno obliquo, Marsilio, Venezia 2005 e MIT Press, Cambridge, MA. 2012 e in Il pilota del labirinto, Franco Angeli, Milano 2015. (www.massimoscolari.it)
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