martedì 26 marzo 2019

In occasione della Milano Design Week 2019 l’associazione DcomeDesign presenta la mostra DcomeDesign RELOADED ARTIERE_CRAFTSWOMEN



A cura di Anty Pansera, Raffaella Fossati e Patrizia Sacchi

9 - 14 aprile 2019
Biblioteca Umanistica dell’Incoronata
Corso Garibaldi 116, Milano

Inaugurazione 10 aprile 2019 ore 18
 
 
In occasione della Milano Design Week 2019, l’associazione DcomeDesign nello storico spazio della Biblioteca Umanistica dell’Incoronata nel cuore del Brera Design District, presenta la mostra DcomeDesign RELOADED ARTIERE_CRAFTSWOMEN, rinnovando la sua mission di promozione e diffusione della creatività femminile con la realizzazione di mostre, eventi e ricerche in campo nazionale e internazionale.

Reloaded infatti significa proprio ricaricare, aggiornare, proponendo un terreno di incontro e confronto tra donne progettiste, nella diversa accezione di artigiane/artiste e designer e diventando un punto di riferimento come “centro di ricerca” generatore di idee e progetti.

Donne definite artiere | craftswomen - neologismo al femminile di craftsman - un termine che vuole proprio qualificare e circoscrivere l’arte del sapere fare che sempre più sta acquistando terreno nei confronti del design prodotto in serie. Artigiane - artiste che sanno coniugare intelletto - nel guardare “dentro” alle cose, fatto a mano e passione per un lavoro creato e realizzato con il cuore. Non a caso il termine artiere in inglese si traduce come artists, poetesses, pioneers o nella nostra lingua madre - mulier faber - recuperando consuete tipologie del fare al femminile, come il ricamo e la tessitura, e ancora la ceramica e il gioiello, o il bijoux, tutte tecniche oggi affrontate con un’innovativa creatività che ben si confronta con i linguaggi del contemporaneo.

‹‹Un nuovo corso del design? Artiere | craftswomen capaci di “pensare”, vale a dire “progettare” e “saper fare” con le proprie mani, per un lavoro “a regola d'arte”, con la creatività al servizio dell’oggetto d’uso: mettere in forma, produrre e commercializzare i prodotti, da pezzi unici o di piccola/media serie destinati all’uso, caratterizzati da un esplicito contenuto di ricerca, sia “concettuale” che tecnica››, così racconta la mostra la curatrice Anty Pansera.

Inizia con la ceramica il percorso espositivo, rendendo omaggio ad uno dei materiali più amati dalla tradizione dell’artigianato artistico, ma che oggi assume declinazioni innovative, come nel caso di Sabrina Sguanci Baroni che studia i rapporti tra materie ataviche come appunto la ceramica, nuovi materiali e tecnologia, rielaborati attraverso la digital fabrication. È in Toscana invece che Claudia Co Mastrangelo ha trovato il suo territorio d’elezione, dove utilizza strumenti legati all’argilla e alla tradizione della terracotta dando vita ad una sua personale interpretazione della forma archetipica femminile. Eva Mun designed by Eva Munarin propone una linea di oggetti d’arredo per la casa realizzati sempre in ceramica, che affonda le sue radici nella tecnica tradizionale della Maiolica, rinnovandola totalmente per quanto riguarda la ricerca formale e le sperimentazioni cromatiche. Enrica Noceto ama giocare con le parole, oltre che con la materia, per suscitare interesse e stimolare la curiosità, attingendo a piene mani nella cultura ceramica albisolese dove vive e lavora. Graziella Bellotti nei suoi oggetti in ceramica unisce fantasia e realtà, Giuseppina Vey sperimenta le trasformazioni della materia, utilizzando le diverse cotture e tecniche degli smalti, Stefania Bassi si confronta con le forme geometriche, Anna Consonni si esprime attraverso la manipolazione della creta, mentre Anna Guglielmetti utilizza combinazioni di cristalline, smalti e tipologie di cottura antiche e moderne. Creta, smalto e seta dipinta sono invece i materiali scelti dalle artiste-artigiane dell’Associazione Impronte.

Un outsider è Chiara Lorenzetti, una delle poche restauratrici in Europa a utilizzare l’affascinante e millenaria tecnica originale giapponese Kintsugi sulle ceramiche che consiste nel riparare con l’oro le rotture della materia.

Anche l’ambito tessile è presente con Cristina Busnelli che attraverso l’intreccio di fili di lana, lino e cotone dà vita a storie ed emozioni che diventano pezzi unici tessuti a mano. Il telaio rappresenta anche il cuore delle creazioni di Livia Crispolti che progetta e realizza oggetti per il corpo e tessuti a metraggio in piccola serie. Siamo invece nell’ambito del ricamo di alta moda con Francesca Fossati che disegna e realizza abiti per una donna che ama raccontarsi attraverso ciò che indossa, così come Francesca Tronca che ha scelto come materiale d’elezione la canapa e promuove un progetto di moda a KM 0 dal filato al capo finito. Anche Michela Muzzi propone una linea di abbigliamento con tessuti naturali e pregiati, mentre siamo nel campo dell’home decor con Guri I Zi impresa sociale che sostiene l’empowerment delle donne albanesi che realizzano – rigorosamente a mano – a telaio di legno e con il ricamo, una linea di prodotti tessili per la casa.

Alto artigianato artistico con i gioielli di Antonella Ferrara che unisce ingegno, abilità e sapienza artigiana con la capacità ideativa, gli utensili e le lavorazioni dell’alta oreficeria, creando gioielli in equilibrio tra forme e naturalità. Anche Alba Rosa Mancini per i suoi gioielli utilizza metalli pregiati e naturali giocando sulla combinazione tra geometria e percezione. Dai preziosi ai bijoux con Franca Goppion che utilizza le materie più svariate, valorizzate da un’incisiva presenza del colore, mentre è la carta il materiale preferito da Angela Simone, soprattutto riciclata che rivive e diventa preziosa nelle sue mani che creano piccolo e leggere sculture da indossare. Ricerca e innovazione nelle collezioni di Eleonora Ghilardi, che lavora bronzo e argento con la tecnica della microfusione a cera persa, sperimentando anche connubi particolari come cemento e resina. Torniamo alla ceramica con Marta Servadei della storica Bottega d’Arte Ceramica Gatti di Faenza che propone proprie reinterpretazioni di collane e monili degli anni ’50.

Arriviamo infine nell’ambito del product design con Manuela Di Loreto che si concentra sulla sovrapposizione o l'accostamento di materiali, colori superfici e linee, lavorando sull'interazione fra gli elementi e scegliendo la leggerezza del vetro che contiene o completa gli elementi con cui si confronta.

A fare da cornice alle artiere di DcomeDesign, un marchio – Adele-C - o meglio una donna - Adele Cassina - imprenditrice e figura storica del design italiano, che con i suoi prodotti continua a fare grande il Made in Italy. Divani e poltrone che racchiudono tutta la storia del design italiano e che continuano ancora oggi ad essere sinonimo di ricerca del bello e passione per il legno ed i materiali nobili, di fascino dell’artigianalità unito a un gusto tutto italiano.

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